10-Rotta verso casa.

490 33 1
                                    

La cena fu estremamente lunga; portate di ogni tipo continuavano ad uscire dalle cucine, era cibo delizioso, ma alla terza portata fui costretta ad allargare il corpetto di un bottone.
Loki ed io ci scambiavamo sguardi ogni tanto, soprattutto quando sollevavamo i calici cristallo per bere.
Le conversazioni erano molto animate, soprattutto con Tum e il suo Padrone che avevano alzato il gomito di parecchio, ma per fortuna loro erano a centro tavola e principalmente parlavano e ridevano sguaiatamente tra di loro.
Dalle mie parti c'erano Kneyn e suo padre, poi Cronn e la sua Padrona.
La Signora della gemma del tempo era come una nonna: dolce, affettuosa e molto molto saggia; tutto quello che diceva lo ascoltavo interessata, era piacevole sentirla parlare.
Cronn era molto silenzioso, qualche volta annuiva e rideva alle battute di Tum.
Il padre di Kneyn era un gentiluomo, pronto sempre a passarmi il pezzo di carne o di pesce più succulento e condito, ma spesso mi ritrovavo a rifiutare dato che non riuscivo nemmeno a respirare.
Loki, dall'altro capo del tavolo aveva avviato una conversazione con Wamor e il Padrone della gemma della realtà.
Spesso Q e la Signora intervenivano nel discorso.
Brenda e sua madre erano taciturne e avvilite nell'anima (l'avete capita? Ba dam tssss).
Dopo circa due ore le portate finirono di arrivare e ci alzammo tutti dal tavolo contemporaneamente.

-Bene, Padroni. Ora che ci siamo saziati condividendo il desco con i nostri invitati, indico una piccola riunione, chiamando gli altri Padroni dell'Infinito e gli Asgardiani Loki e Andromeda. Dopodiché, mio figlio Kneyn, Wamor, Q e Tum accompagneranno gli Asgardiani nella loro Terra.

Ci portarono in una stanza piccola, ma che aveva qualcosa di sacrale.
Le pareti erano di pietra nera lucida, levigata alla perfezione, il colore profondo era venato di grigio.
Il pavimento era dello stesso motivo delle pareti, senza mattonelle, solo una lastra liscia di pietra.
Al centro della piccola stanza cubica ardevano due fuochi dalle fiamme celesti, ma da loro non proveniva alcun calore.
Sopra di essi fluttuavano degli oggetti: nel primo fuoco c'erano due bracciali che dalla lunghezza dovevano andare dal polso fino al gomito, erano d'oro e alcune linee in rilievo che formavano delle spirali erano le uniche decorazioni; nell'altro fuoco volteggiava una splendida spada lunga, dalla lama sottile che terminava con una punta talmente affilata che solo a guardarla ti sentivi sanguinare, era totalmente di un nero opaco, sia l'elsa che la lama.

-Queste sono le armi che noi Padroni dell'infinito vi doniamo. Forgiate nelle fucine di Pylos su ordine dei Sei Signori.

Disse la Padrona del tempo e la sua voce leggermente crinata dall'età rimbombò nella stanza.
La Padrona del tempo prese i due bracciali e li guardò con occhi bramosi.

-Questi sono stati disegnati per te; come puoi vedere le punte che sbordano dai gomiti sono acuminate, per ferire i nemici in un combattimento corpo a corpo, sono pratici da indossare e li abbiamo fatti forgiare da stregoni cosicché potessero essere compatibili ai tuoi poteri; ti aiuteranno con le tue prestazioni mentali e fisiche, non sentirai la stanchezza e avrai una mente lucida perenne. Fai molta attenzione.

Fece un sorriso un po' distaccato, poi mi porse i bracciali. Erano freddi e duri al tatto, feci scorrere un dito lungo la punta e subito uscì una piccola goccia di sangue.
Era troppo per me, non ero sicura di saperli gestire.
Poi il Padrone della gemma del Potere afferrò la spada in un modo flessuoso ed elegante.

-La tua bravura nell'impugnare una lama ci ha stupito, Asgardiano.

Udii la Signora dell'Anima sbuffare e battere un tacco a terra, ma nessuno le diede corda.

-Le gemme ti donano questa preziosa spada, indistruttibile, crea empatia con l'essere che la impugna, i suoi affondi vanno sempre a termine. È riducibile a pugnale e nascondibile...secondo le regole dei tuoi trucchetti, basta ruotare l'elsa.

Il padre di Kneyn sorrise proprio nello stesso modo affascinante con cui era solito farlo suo figlio, stese la spada su entrambe le mani e la porse a Loki.

I saluti non furono molto calorosi: i Padroni sui loro troni e noi a metri e metri di distanza, un inchino ed uscimmo da quella reggia scortati da Kneyn, Tum, Wamor e Q.
Fuori era terribilmente freddo e buio come l'universo, mi sentii congelare.

-Stai tremando, hai freddo?

Chiese Loki. Dal suo tono sembrava che qualcosa non gli fosse andato a genio.
Annuii alla sua domanda, poi Loki si tolse il mantello e me lo posò sulle spalle nude, dandomi un po' di sollievo.
Ero l'unica del gruppo che rischiava di morire di ipotermia.
Salimmo sulla piccola nave spaziale e tornammo nella nostra stanza che ci accolse con un bel calduccio invitante.
Tolsi le scarpe e le lasciai cadere a terra, mi sciolsi i capelli e sbottonai il vestito che mi stringeva come mai aveva fatto.
Chiusi i bracciali della morte in un armadio e mi plasmai sul letto con un sonoro sospiro con il quale espressi il mio disappunto e stress.
Avevo bisogno di dormire.

-Spero di non avere mai più a che fare con delle persone come quelle.
Posso elencare ogni loro singolo difetto, ma mi ci vorrebbero ore.

Sbottò Loki quasi facendomi spaventare.
Ah! Sciocca Andromeda che volevi riposare.

-E poi questa! A cosa mi dovrebbe servire una spada? Certo, è elegante e affilata, ma è inutile. Sai quante ne ho viste così? È solo una copia.

Prese la spada, aprì l'anta dell'armadio pressoché e la lanciò lì dentro.
Guardai la lama nera splendere intensamente.

-Vuoi dirmi cos'è successo?

Gli chiesi cortesemente.
Lui mi guardò e serrò la bocca.

-Sono stato aggredito da quell'effimera vulvetta petulante, DUE volte! Mi hanno minacciato, poi hanno minacciato te. Sono stato comandato per un'intera serata, ho guardato dal basso quelle persone che sedevano su troni di pietra, sono stato giudicato e trattato come un povero cane. I miei titoli? Buttati al vento! Dio, Re, Principe, che differenza fa se poi per tutto il tempo ti chiamano «Asgardiano». Oh e per giunta l'arma, una nuova bellissima ed inutile arma. Come punta di diamante non hanno nemmeno dato meritevoli servigi che si devono alla mia donna, anzi Kneyn ti avrebbe offerto ben'altro invece dei bracciali d'oro.

Quando ebbe finito di lamentarsi si slacciò la cintura e la appese al bordo del letto, poi si sdraiò.
Gli andai vicino e posai una mano sul suo petto.

-Hai ragione, ma loro sono i Padroni dell'Infinito, si sentono più grandi di tutto e tutti. Non gli interessa realmente chi sia una persona.
Vediamo di risolvere questa cosa il prima possibile e torniamo a vivere tranquillamente.
Ora riposiamoci fino al primo salto temporale, vado in bagno.

Feci quello che dovevo fare e tornai in sottoveste da notte, con il vestito semi piegato tra le braccia.
Mi sentivo piena come un uovo.
Loki era sul letto e indossava solo i boxer neri. Mi sistemai vicino a lui e chiusi gli occhi.
Mi sentii baciare sulle labbra molto delicatamente.
Aprii gli occhi e Loki era sopra di me mentre i nostri nasi si sfioravano.

-Ho un'idea: che ne dici di andare ad abitare nella mia casa di New York? Quando sarà tutto finito.

-Casa a New York? Ah sì! Però forse ai bambini dispiacerà stare lontano da Nashira, Korg, Mik...possiamo aspettare che crescano, dovranno andare a scuola, fare amicizia, crescere con i loro poteri in un mondo troppo piccolo per svilupparli...sono preoccupata, Loki.

-Amore mio, faremo tutto insieme. Non devi avere paura. Cerchiamo di concentrarci sulla nostra missione e poi penseremo al futuro.

"Amore mio..."
La serata finì nel modo più dolce possibile.

Crush on Mr. Bad Boy-2 L'Alba del ReameDove le storie prendono vita. Scoprilo ora