CAPITOLO VI

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Jimin

Dopo la nostra piccola discussione, ci sedemmo sul divano e guardammo la tv, eravamo molto distanti nonostante  non fosse così tanto grande

Ciò che avevo capito è che Jungkook è un ragazzo molto chiuso, arrabbiato con il mondo, l'ho dedotto da come mi aveva parlato e da come stava reagendo quando cominciai a tirar fuori la sua situazione

Le cose che gli avevo detto le pensavo davvero, solo lui poteva sapere ciò che aveva passato e nessun altro

Su una cosa aveva ragione, le persone molto spesso tendono a giudicare in modo sbagliato non sapendo neanche la realtà dei fatti, pensano di sapere tutto di tutti, ma questa è solamente la superficialità

Mentre stavamo guardando non so che, all'improvviso si alzò e andò in cucina

Guardai l'orologio posto sulla parete e mi accorsi che era l'ora di pranzo per gli umani

Prese una scatola da un mobile posto in alto e delle bacchette da un cassetto, l'aprì e cominciò a versare dell'acqua calda e alcune bustine

"Sicuro che non vuoi mangiare niente nano?" mi domandò ad un certo punto

"Si, cosa sono?" domandai indicando quella scatola

"È ramen istantaneo, vuoi assaggiare?"

Decisi di accettare, per curiosità così annuii

"Ecco, prendi le bacchette"

Mi diede questi due bastoncini di legno

Come si usano?

"Ehm... Jungkookie-" cominciai a dire

"Non ci credo, non sai usare le bacchette nano?" domandò quasi divertito

"No, ragazzino- sbuffai- non è colpa mia"

"Certo" ghignò

Che nervi

Mi venne vicino e mi fece vedere come si impugnavano, e dopo qualche tentativo riuscii ad utilizzarle, più o meno

"Ora prova a mangiare" mi disse

Provai a prendere il cibo e fortunatamente ci riuscii, era buono

"È buono" affermai

"Lo so, ne vuoi ancora?" mi domandò

"No grazie, era solo per provare"

"Come vuoi"

Detto ciò cominciò a mangiare in silenzio mentre io gironzolavo un po' per la cucina aprendo qualche mobile

"Che stai facendo?" mi chiese d'un tratto

"Niente, ero curioso" feci le spallucce

"Non lo sai che è male educazione curiosare tra le cose di chi non conosci?"

"Ma come sei noioso Jungkookie, poi io ti conosco" afferma sorridendo

"Mh" continuò a mangiare

"Vedo che hai molte scatole del genere, ma non cucini mai tu? Lo sai che ti fa male mangiare cibo preconfezionato?"

"Perché non ti fai gli affari tuoi?"

"Io ti strozzo prima o poi" borbottai

"Che hai detto?" domandò

"Niente" risposi con un sorrisino falso

"Comunque no, non mi piace cucinare, mi annoio, quindi prendo queste cose e a volte mangio fuori o mi faccio portare il cibo fin qui"  mi disse poi lui

"Usciamo ora?" domandai vedendo che aveva finito

"E va bene, io mi vado a preparare, tu rimani qui"

" Finalmente jungkookie"

Passarono circa dieci minuti quando ritornò in cucina

Indossava un jeans semplice nero con una t-shirt altrettanto di quel colore e degli anfibi, sempre neri

"Un altro colore no?" domandai ridendo

"Ha parlato lui che sembra stare in ospedale, tutto bianco"

Lo guardai male

"Piuttosto, sei sicuro che nessuno ti riesca a vedere?" mi domandò

"Sicuro, dai andiamo che devo liberare un po' le ali" dissi

"Cosa?"

"Dai andiamo su"

"Dove vuoi andare nano?"

"Al mare" affermai

"Al mare?"

"Si, ci sono spiagge bellissime qui a Busan, dai ti prego"  dissi con un faccino dolce

"E va bene, quanto rompi"

"Andiamo dai"

Uscimmo di casa e prendemmo l'autobus

È stato un viaggio molto divertente,perché ogni persona che avevo vicino la imitavo facendo strane smorfie, mi divertivo

"La finisci?" sussurrò all'improvviso l'antipatico vedendo che stavo imitando una ragazza che se la tirava parecchio

"Ma dai, guarda come si atteggia e poi ammettilo, ti stai divertendo, stai sorridendo"

Era vero, sorrideva o ghignava non so,  ma non gli dispiaceva

"Non è vero"

Una signora lo stava guardando stranita, dato che sembrava stesse parlando da solo

"Jungkookie è meglio se stai zitto, altrimenti ti credono pazzo" indicai la persona al suo fianco scoppiando a ridere

Fortunatamente l'autobus si fermò, così scendemmo

"Che figura" disse lui

"Dai Jungkookie siamo arrivati"

"Tutta colpa tua"

"Andiamo su" cercai di trascinarlo anche se era molto più forte di me

"Hai la forza di una mosca, nano"

"Ragazzino, lì non c'è nessuno" indicai un punto della spiaggia

Così andammo e ci sedemmo sulla sabbia morbida

"Ti piace il mare?" gli domandai

"Molto, erano anni che non venivo" mi confessò

"Bene, grazie a me l'hai fatto" sorrisi mentre lui non disse nulla

Rimanemmo a guardare ancora un po' le onde morbide del colore azzurro come il cielo

"Vuoi vedere una cosa?" gli domandai all'improvviso

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Spero che questo capitolo vi piaccia, al prossimo ❤️

Un bacino ❤️

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