CARA’S POV.
Barbara questa sera ha deciso di trascorrere la sua ennesima serata in compagnia di Zayn prima della sua partenza, così ho deciso di organizzare la mia serata alternativa con cena e nonna. Abbiamo deciso di cenare fuori, vestendoci da gran donne di classe, divertendoci a ridere dei camerieri. Apparentemente lei è una donna forte, quasi acida per chi non la conosce, ma per me rappresenta la famiglia che non mi è mai stata vicina e non so come farò quando lei non sarà più al mio fianco a sostenermi, a farmi ridere e scherzare anche quando qualcosa va storto.
Stasera però, tutto va bene, noi siamo felici e io forse un po’ alticcia, ma con lei posso permettermi di essere sempre me stessa: lei non mi giudica, non giudica il mio comportamento spesso molto sopra le righe, considera il mio un modo per farmi notare, non da gli altri ma dai miei genitori. Più volte ha ribadito questo il suo punto di vista in proposito, ma io non penso il più delle volte, agisco dimenticando che ogni mia azione può avere delle conseguenze, e che queste il più delle volte possano portare ad altre conseguenze e finisce per essere un tunnel senza fine, nella quale io il più delle volte non riesco a tirarmene fuori con facilità. Così intervengono loro, i miei due pilastri per eccellenza: Nonna e Barbara.
-Allora sei pronta, cara? L’auto ci aspetta-. Nonna si avvicina nel suo abito lungo, con pietre luccicanti. Sembra una dea con l’aggiunta di quel sorriso. Tutti dicono le somigli, ma io penso sia molto più bella lei.
-Pronta!-. Metto le mie Dr. Martens, nere, per la serata con un abito nero di pizzo. –Che ne pensi?-. Giro su me stessa mostrandole il lavoro finale. Mi piace vestirmi bene, mi piace mostrare chi sono in questi piccoli accorgimenti.
Lei storce il naso, sicuramente alla vista delle scarpe. –Nonna dovresti provarle anche tu, sono comode!-.
-Non ci penso proprio. Io sono più per lo stile classico, dovresti ogni tanto provare anche tu-.
Do un’ultima occhiata allo specchio, verificando se tutto è al suo posto. –Si, certo nonna. Tutto questo quando? Credo di metterli solo in occasione delle feste organizzate da mamma e papà-.
-Male-. Asserisce. –Ma andiamo perché faremo tardi. Abbiamo un tavolo prenotato-.
BARBARA’S POV.
-Allora vuoi vedere un secondo film?-. Tento di distrarre Zayn. Dal mondo in cui mi sta guardando ha tutto tranne voglia di guardare un secondo film.
-Vieni qui-. Dice infatti colpendo delicatamente la mano vicino al suo posto, sul divano. È Comodamente seduto di esso aspettando me con occhi bramosi ma io vorrei davvero stare con lui per parlare; vorrei poter confidargli quello che sento in questo momento, chiarire se sarà possibile continuare a stare insieme anche a distanza, provando a far funzionare tutto. Non voglio essere mollata un giorno prima della sua partenza, avendo condiviso altri momenti intimi insieme che faranno ancora più male quando lui non sarà qui, quando io avrò bisogno di lui e lui non sarà qui con me.
-Zayn smettila-. Dico sbuffando. –Vuoi guardare un altro film, o no?-.
-No-. Risponde con voce profonda passando la lingua tra le labbra. –Vieni qui invece, rilassati e parliamo un po’-. Conosco abbastanza bene quel ragazzo per sapere che si tratta solo di una scusa-.
-Sai benissimo che se siedo vicino a te, proprio in quel punto-. Dico indicando il divano con la mano tesa e l’indice rivolto nel punto al suo fianco. -.. Finiremo per fare tutto, tranne che parlare-.
-E invece ti dico di no, vieni qui a sederti-. Osservo la sua dolce espressione dal mio posto a debita distanza da lui. -..non farti pregare!-.
Così con finta riluttanza prendo posto al suo fianco, ma provando a mettere un po’ di distanza tra noi sottolineando l’idea che ho ben in mente di voler parlare con lui e non fare altro. Lui sorride ma mi lascia fare, allontanandosi da me e poggiando la testa su una mano sulla parte opposta a me.
-Allora, dimmi tutto-. Dice con aria disinvolta. Quando fa così io potrei rimanere ore a guardarlo, per la sua espressione che mi fa venir voglia di baciarlo e dimenticare tutto il resto.
Annuisco convinta a dire quello che penso. –La storia della partenza-. Dichiaro e in quel momento Zayn si fa serio. Proprio come mi aspettavo, lui aveva tutta l’intenzione di fingere che tutto ciò non stia per accadere. –Io vorrei capire come dovremo comportarci, fingeremo che tra noi non ci sia mai stato nulla e ognuno riprenderà la sua vita?-.
Si scurisce alla mia domanda detta con un filo di acidità. –Cosa c’entra adesso questo discorso?-.
-C’entra perché io voglio capire-.
-Vuoi capire se sia il caso mantenere un rapporto a distanza? No, Barbara io penso non sia il caso ma lo dico per te. Perché ti farebbe solo star male vivere una relazione a distanza-.
-Zayn non dire cosa possa farmi stare bene quando non sai cosa mi faccia star bene. Preferisco vivere un rapporto a distanza piuttosto che non averti-. Sono piuttosto convinta che non avrebbe senso lasciarsi quando la mia testa e il mio cuore sarebbero comunque sempre rivolti a lui.
-Credo invece che tu avresti bisogno di questo-. Continua deciso e serio. Adesso ha preso una seduta composta, con lo sguardo rivolto di fronte a se. Non mi sta guardando, il che può intendere solo una cosa: una volta che lui sarà partito, la nostra relazione potrà considerarsi conclusa.
CARA’S POV.
Sedute al tavolo ridiamo e scherziamo come facciamo sempre, come se fossimo migliori amiche, come se tra noi non ci fossero tutti questi anni di differenza, come se fosse lei la madre che ha deciso di vivere distante da me. Amo questa donna in tutto e per tutto.
-Andiamo Cara, non dirmi che non ci sia nessuno nella tua vita! Io quando avevo la tua età ho avuto il mio secondo fidanzato e tu nemmeno uno-. Prende un sorso del suo vino. –Non è una dote che appartiene alla nostra famiglia. Alle donne della nostra famiglia oserei aggiungere!-. Lo dice come se volesse far intendere dell’altro, con un sorriso sornione aspettando io le faccia qualche altra domanda.
-Vorresti dirmi che prima del nonno hai avuto diversi uomini?-. La prendo in giro.
-Qualcuno-. Accenna alzando divertita gli occhi al cielo. –Ho amato tuo nonno per molti anni ma non è sicuramente l’unico che abbia mai amato-.
Sbarro gli occhi a quella confessione. –Non mi avevi mai detto ci fosse stato un altro prima!-.
-Un ragazzo, un irlandese biondo. Un bel ragazzo, muscoloso e un sorriso bellissimo. Credo di aver amato più lui che me stessa in quel periodo ma poi siamo cresciuti e io ho capito che non faceva per me-. Un racconto breve ma suppongo che le faccia provare strane sensazioni a giudicare dalla sua espressione pensierosa. Sorride fingendo indifferenza ma non le riesce molto bene.
-Raccontami di qualche vostra pazzia insieme-. Poggio i gomiti sul tavolo, poggiando la testa su una mano sorridendo al solo pensiero che Nonna abbia amato un uomo che non sia stato il nonno. A quei tempo immagino sia stato un evento inusuale, Nonna era una ribelle per quei tempi.
Tuttavia lei scuote la testa puntando gli occhi sulla sua posata. –Non c’è molto da dire se non che è stato un grande amore: il primo amore. Lunghe passeggiate, sorrisi lontani, baci furtivi. Quegli amori che ti segnano ma sai benissimo non essere per sempre-.
-Chi è?-.
-Non lo conosci-.
-Beh ovvio nonna, ma vorrei conoscere il suo nome comunque-.
-Un certo O’Brian, Charles O’Brian-.
Non aggiungo altro, soddisfatta di quanto ho appena ascoltato. Prendo il mio bicchiere di vino e lo sollevo al cielo. –Agli amori-.
Mi guarda prima un po’ stupita ma mi segue in quello stesso gesto sognante. –Agli amori!-.
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DESTINATI 3
RomanceConosciamo il destino come le nostre tasche oramai. È dentro le nostre vite: prende, gira, entra in nuove case e esce da altre quando non c’è più bisogno di lui.