Capitolo 16.

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LIAM’S POV.

-Bene ragazzi, per oggi è tutto-. Il professore di letteratura inglese termina la sua lezione non appena la campanella suona. Anche per oggi la giornata è finita. Si spazzola i capelli sempre fin troppo gellati e sorride ai primi studenti che lasciano l’aula.

-Certo che letteratura inglese con il professore Jones è davvero pesante-. Louis sospirando esausto ripone l’enorme libro nel suo zaino. Mi viene da ridere perché io, al contrario suo, amo il modo in cui lui spiega. Ti fa amare ciò che fa perché lui per primo ama il suo lavoro.

-Hai recuperato gli ultimi argomenti?-.

-Si, grazie per avermi passato i tuoi appunti!-.

-Figurati-. Passiamo a fianco la cattedra del professore, il quale ci saluta come ha già fatto con tutti gli altri. –Arrivederci prof!-. Diciamo in coro.

Fuori i nostri compagni stanno tutti abbandonando la scuola, dopo l’ennesima giornata. Molti di noi stanno già pensando al futuro e io ammetto che non vedo l’ora di iniziarlo il mio. Aspetto questo momento da troppo tempo e non vedo l’ora che questo possa realizzarsi.

-Allora cosa fai?-. Gli domando vedendolo andare nella parte opposta rispetto al resto degli studenti. Lui sorride passando imbarazzato una mano dietro la nuca. Suppongo che questo includa una bionda.

-Io, prima volevo un fare un salto dall’altra parte- Dice senza dare davvero le informazioni che in una circostanza diversa avrebbe sicuramente dato.

-Hai per caso visto Cara andare nel cortile interno, non è vero?-.

-Quasi!-. Dice. –Ci sentiamo più tardi, magari studiamo insieme!-.

-Si, certo!-. Lo saluto uscendo da scuola con la consapevolezza che si sta solo cacciando in u brutto guaio con questa storia di Cara. Non che io abbia nulla contro lei, ma è solo una perdita di tempo, tuttavia non riesce a togliersela di mente.

Fuori noto che i ragazzi sono fermi come sempre alle nostre auto aspettando me e Louis prima di andare a casa. Prima che io però possa raggiungerli intravedo Barbara, ferma più avanti con il cellulare tra le mani, assorta completamente nei suoi pensieri. Suppongo che stia ancora una volta pensando al ragazzo che l’ha mollata per inseguire qualcun altro. Notando che i ragazzi non si sono ancora accorti di me, decido di raggiungere prima lei. Così velocemente mi avvicino preoccupandomi però prima di non spaventarla.

-Ciao Barbara-. Le rivolgo un saluto facendo in modo che lei si accorga della mia presenza. Sorride sollevando gli occhi azzurri verso me. –Come va?-.

-Stanca, ma tutto bene!-.

-Che lezioni hai avuto?-.

-Filosofia con la Smith, non ti dico che pesantezza, quella donna rischia di uccidermi prima che l’anno finisca-. E’ particolarmente carina quando sorride, nonostante l’aria stanca denoti due profonde occhiaie.

-Dai speriamo non riesca nel suo intento allora, mi piacerebbe prima invitarti a prendere un caffè insieme, magari oggi pomeriggio, se ne hai voglia-.

-Oh..-. Io che prima di rendermene conto e lei che fa una strana faccia alla mia proposta mi fa subito pentire di essermi precipitato fin qui.  

-Ma se non puoi tranquilla, sarà per la prossima volta-. Forse è ancora troppo presto per lei, ha ancora bisogna del suo tempo.

-No, scusa, e che io non voglio uscire con altri ragazzi per il momento, non mi interessa-. Spiega dolcemente, ma questo non mi permette di vedere nulla di positivo in tutto ciò. Sono stato appena rifiutato. Non so nemmeno perché le abbia chiesto di uscire in realtà. Così sorridendo fingo che non mi abbia toccato per nulla e che il mio era solo un invito in amicizia.

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