Nightmare

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E tu, mezzanotte, illumina l'anfora della luna perché raccolga il latte delle betulle.
[Sergej Aleksandrovič Esenin]

Tornata a casa, Liria si fiondò in camera sua e accese il portatile. In quel momento non le serviva nulla, se non sentire le voci inconfondibili dei suoi amici.

Neanche a farlo apposta, ricevette una videochiamata da Will. Alla sua destra, un ragazzo moro agitava velocemente la mano, salutando l'immagine dell'amica proiettata sullo schermo del PC. A sinistra, invece, una bionda slanciata teneva in mano una lattina di birra, che per errore rovesciò sul letto su cui era seduta.

"Cazzo, Cass!" Imprecò Will, vedendo la macchia bagnata sulle sue lenzuola.

Sul volto di Liria comparve un sorriso spontaneo. Niente al mondo avrebbe potuto metterla di buon umore come quel caos meraviglioso che avevano imparato a condividere, quel caleidoscopio di vite e personalità diverse, ma perfettamente intrecciate l'una con l'altra. Niente sarebbe mai stato sinonimo di casa più di quei tre adolescenti scalmanati dall'altra parte dello schermo.

"Vedo che hai voglia di ridere, eh, Lily?" La punzecchiò Jim, con il suo solito ghigno furbo. "Di' un po', hai già fatto strage di cuori alla Riverdale High?"

"Non sarai mica geloso, Bustrong..."

Il pomeriggio continuò così: tra risate, urla, e qualche vicino che batteva contro la parete di cartongesso della camera di Will per lamentarsi del rumore. Liria raccontò nello specifico
il suo primo giorno di scuola, le prime impressioni su professori o compagni, le differenze evidenti tra quella struttura e il suo vecchio istituto nel Bronx... Accennò i pochi nomi che era riuscita a memorizzare, e, ovviamente, non poté risparmiare dettagli sull'evento più interessante della giornata, l'unico che, come commentò ironicamente Will, l'avesse fatta sentire davvero a casa: la rissa tra Reggie e quello che, a detta di tutti, doveva essere una sorta di nemico pubblico in città, Jughead.

Quando la mora scese al piano di sotto, una volta terminata la videochiamata, era quasi giunta l'ora di cena.

"Oh, ma guarda!" Commentò Alice con finto stupore. "La principessa, qui, ha deciso di degnarci della sua presenza!"

Liria fece un mezzo inchino, sfoggiando una cerca teatralità.

"Dovreste sentirvi onorati..."

"Già che ci siete, vostra altezza, perché non apparecchiate la tavola?" Proseguì la Cooper. "Sai, è un compito molto importante. Dovresti sentirti onorata."

"Touché, zia..."

La cena fu di a dir poco imbarazzante. Hal Cooper sarebbe rimasto fino a tardi al Register, l'unico giornale della città, e se normalmente la sua assenza non avrebbe causato grande rammarico nemmeno alla sua stessa moglie, in quella circostanza si rivelò un dettaglio abbastanza cruciale. La sua quasi totale estraneità alla faida aperta tra Alice e Liria, nei giorni precedenti, aveva fatto sì che assumesse il ruolo di moderatore tra le due parti, ma, quella sera, le due furono del tutto inconciliabili.

Finita quella tortura,la Anderson si fiondò pressoché immediatamente a dormire: avrebbe fatto di tutto pur di evitare una singola parola in più con sua zia, e non aveva intenzione di arrivare nuovamente in ritardo a scuola.

Eppure la sorte volle che quella sera, a casa Cooper, addormentarsi risultasse una vera impresa per tutti gli inquilini.

Betty era turbata: la sua estate era stata costellata di errori, enormi errori, che purtroppo l'inizio della scuola aveva riportato a galla. Se n'era accorto Kevin, Archie aveva intuito qualcosa, e Veronica già era al corrente di tutto. Le notizie, a Riverdale, giravano in fretta, e non sarebbe stato strano se, nei giorni a venire, qualche indiscrezione di troppo si fosse diffusa tra i corridoi della scuola. Da lì a poco, anche per Liria quel dannato sbaglio non sarebbe più stato in segreto, Betty ne era certa. E, in quella notte, solo una domanda continuava a ronzarle in testa, come uno sciame di api impazzito:

Rebel [Jughead Jones]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora