Compagni di viaggio

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La liberazione non è la libertà; si esce dal carcere, ma non dalla condanna.》
[Victor Hugo]

Alice entrò in casa sbattendo la porta.
Betty accorse a salutarla, ma la donna la scansò come se niente fosse, per poi sedersi al tavolo con entrambe le mani poggiate sulle tempie.

"Mamma stai... Stai bene?"

"Tu va solo a chimarmi quella squilibrata di tua cugina, d'accordo?"

Solo allora la bionda si accorse che il volto di sua madre iniziava a rigarsi di lacrime. Le scorrevano lungo le guancie, fino a contornarle il volto, per poi cadere sul tavolo.

"Liria non... Non è in casa, adesso. Ha lasciato questo biglietto..."

Betty porse a sua madre un foglietto di carta piegato a metà. Non l'aveva letto, ma sperava con tutta se stessa che non ci fosse scritto nulla che potesse peggiorare la situazione.

"Non aspettatemi per cena, torno sta sera tardi." Lesse Alice ad alta voce. "Forse..." concluse.

"Non mi ha detto dove sarebbe andata... E nemmeno con chi..."

"Bene." La donna si alzò di scatto, sorridendo nervosamente. "Bene, darò io la notizia ai suoi amichetti, nessun problema!"

Uscì di casa furibonda, dirigendosi verso l'abitazione degli Andrews. Betty si affacciò dall'uscio visibilmente frastornata. Vide Fred aprire la porta, e senza che neanche l'uomo avesse il tempo di capire cosa stesse succedendo, Alice era già in salotto, intenta a sbraitare qualcosa a perdifiato.

"Dove diavolo è quell'omicida di tuo figlio?!" Gridò piangendo come una fontana.

Archie face capolino nella stanza, seguito da Jughead. I due si scambiarono uno sguardo tra l'allarmato e il confuso. Betty temeva che da un momento all'altro sua madre avrebbe tentato di strozzare qualcuno, ma fortunatamente non accadde nulla. Non ancora, almeno.

"Voi, brutti assassini! Me la pagherete cara, sapete?! Me la pagherete cara entrambi!"

"Che diamine stai dicendo, Alice?" Intervenne Fred, incrociando le braccia al petto.

"Questi due sono degli assassini!"

"Noi non abbiamo fatto nulla!" Ripose il moro sulla difensiva.

"Bugiardo! C'era il vostro DNA sulle boccette in ospedale, lo avete avvelenato!" Si accasciò su se stessa, cadendo quasi a terra. "Avete ucciso mio padre..."

Alice sapeva che quelle accuse proprio non stavano in piedi, che non avevano senso, non avevano un minimo di senso, ma il suo dolore era troppo forte, perché potesse ragionare lucidamente. Da ragazzina non era mai stata molto legata alla famiglia, cosa che invece era sua sorella, di due anni più piccola, ma sotto questo aspetto molto più matura. Ripensò a ciò che Allison le aveva detto una sera, di punto in bianco, senza nessun collegamento con il discorso che stavano intrattenendo.

"Il mondo è crudele, Alice... Non vede l'ora di strapparci con la forza ciò che crediamo superfluo, per poi aprirci gli occhi quando in realtà fosse fondamentale."

Allora non aveva fatto caso, a quelle parole, ma in quel momento si rese conto di quanto fossero terribilmente vere.

"Le abbiamo urtate per sbaglio, signora Cooper... Possiamo giurarlo, non abbiamo fatto nulla di male!"

"Nessuno vi crederà! Potrei denunciarvi, la cosa andrebbe sul penale! E non credo che possiate permettervi un buon avvocato..."

"D'accordo, ora diamoci una calmata..." Li interruppe il signor Andrews. "Non passiamo alle accuse, non hai nessuna prova..."

Rebel [Jughead Jones]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora