《I mostri e i fantasmi sono reali. Vivono dentro di noi e, a volte, vincono.》
[Stephen King]♧
Paura. Forse il sentimento più puro di ogni essere vivente. Primordiale, incontrollabile. Ci sono diversi tipi di paura. Quella che stava provando Liria in quel momento, era di certo la peggiore. La paura dovuta a un trauma, quella in grado di non far chiudere occhio anche alle anime più temerarie, che tormenta i pensieri e rende difficile respirare, come una morsa alla gola.
L'aveva provata due volte in tutta la sua vita. La prima a seguito della morte dei suoi genitori, davanti all'incertezza implacabile di un futuro presumibilmente in rovina, e la seconda quel giorno, nell'esatto istante in cui comprese una maledetta realtà che aveva sempre ignorato, o che si era sempre sforzata di ignorare: non era l'amore in sé, a spaventarla. Era ciò che esso comportava. Era il timore che qualcuno a lei caro potesse rimanere schiacciato dai suoi demoni.
"Ti sono mancato, Mon chéri?" Disse il ragazzo, visibilmente più grande di lei, con un sorriso da far gelare il sangue sul volto.
Teneva Jughead per i capelli, strattonandolo occasionalmente ad ogni suo tentativo di liberarsi, e lo osservava con disprezzo. Liria, del tutto pietrificata, osservava impotente la scena, tra i tremori di una preda davanti al suo aguzzino e la sensazione che le sue gambe cedere da un momento all'altro.
"Che fine ha fatto il tuo solito, dannato sorrisetto?" Il tale rise istericamente. "Dov'è ora la tua irriverenza, la tua aria sprezzante?... Sai, Chéri, vederti in queste condizioni ha un non so che di eccitante."
Con uno scatto improvviso Jughead afferrò il braccio del suo sequestratore in un impeto di rabbia, cercando di scaraventare il ragazzo al suolo. La posizione si svantaggio del corvino, però, non gli permise di raggiungere il suo intento.
"Non dirmi che non ti piacerebbe averla in ginocchio davanti a te con quegli occhi da cerbiatto." Lo provocò lo sconosciuto, che, senza perdere altro tempo, estrasse da sotto la giacca una pistola, e puntò alla tempia del giovane Serpent.
"Simon, no!" Gridò Liria, riuscendo finalmente a muoversi in direzione dei due giovani. "Per favore..." Bisbigliò con un filo di voce, come se strozzata da quelle stesse, flebili parole.
"Per favore?" Simon alzò un sopracciglio con aria divertita. "Dio, devi essere proprio disperata per implorare per la vita di uno come lui." Osservò Jughead con gli occhi iniettati di sangue, alternando un palpabile disprezzo a occhiate canzonatorie. "Perché? Perché cazzo dovrei avere pietà di un simile scarto?! Tu di me non ne hai avuta... Non hai avuto pietà quando ti sei presa gioco di me! Non hai avuto pietà quando mi hai illuso e voltato le spalle, lasciandomi alla mercè della polizia..."
Sul suo collo iniziavano a intravedersi delle vene pulsanti, le stesse che si potevano scorgere vicino alle sue tempie.
"Io ti desideravo... Ti volevo più di ogni altra cosa..." Mormorò. "Ma tu avevi altri programmi, no? Tu avevi quel dannato biondino, quel Will, che si è sempre divertito a trattarti come se fossi di sua proprietà! Non aveva capito che tu fossi mia, solo mia! Mi sei appartenuta da ancor prima che i nostri occhi si incontrassero, in un legame inspiegabile che solo le vere anime gemelle possono condividere... E mi appartieni ancora adesso, anche se ti rifiuti di accettarlo..." Simon rivolse un'occhiata torva al suo ostaggio, contraendo la mascella e stringendo i denti. "Al nostro ultimo incontro ho cercato di risolvere questo problema con le buone, Mon chéri..."
"Infrangere un ordine restrittivo per te significa «con le buone»?!"
"In confronto a ciò che ho intenzione di fare ora..." Scaraventò Jughead al suolo umido, tra il fango e le foglie secche, e puntò al centro della sua fronte la canna della pistola. "È evidente che ci sarà sempre qualcuno di troppo ad ostacolare la nostra felicità. Qualcuno determinato ad offuscarti la mente, a compromettere il nostro legame... Prima Will, ora lui, e chissà che in futuro non si metta in mezzo anche quell'altro tuo amichetto Don Giovanni che si è sempre presto un po' troppe libertà con te... Ho intenzione di rimettere al proprio posto ognuno di loro, a tempo debito." Strinse la pistola più saldamente, squadrando Jughead con un sorrisetto compiaciuto. "Da qualcuno bisogna pur iniziare." Poi si rivolse a Liria. "Mal che vada, se non potessi averti io, non ti..."
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Rebel [Jughead Jones]
Teen Fiction[COMPLETA] Liria Anderson. Un nome, zero certezze. Il fatto che sia orfana e il suo immancabile sarcasmo sono le uniche cose che il mondo, senza alcun impegno, può conoscere di lei. Il resto è un dilemma, un codice indecifrabile scritto con l'inchio...