Problemi in Paradiso

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Ridevano di Edison, ridevano di Fulton, e rideranno di ogni pazzo senza speranza.》
[Aaron Haspel]

"No, sto bene... Davvero Tom, non è il caso, sto bene!" La mora strinse i denti.

"Dopo più di tre anni non ti sei ancora ripresa dalla morte di mamma e papà, sul serio stai cercando di convinvermi che dopo una sola settimana dall'esserti svegliata con il cadavere del tuo insegnante di fianco va tutto alla grande?" Rispose il fratello, dall'altra parte del telefono.

"È la verità! Domani tornerò a scuola, sto bene, cosa ti fa pensare il contrario?!"

"Sei mia sorella, ti conosco... Ed è evidente che sei ancora scioccata, non sei mai stata brava a mentire. E sappiamo entrambi che in questo momento hai bisogno di qualcuno che ti stia vicino, quindi rassegnati: la settimana prossima verremo a Riverdale."

"Ti ho già detto che non è il caso! Ho Jughead, Veronica, parlo con Will ogni giorno, sto andando da uno stupido psicologo come mi avevate consigliato e tra qualche ora tornerò a casa Cooper, è tutto a posto!"

"Allora la visita a Riverdale sarà solo uno scusa per vedere la nostra sorellina, meglio?"

"Per niente. Assolutamente per niente."

"Cos'è, ti vergogni di noi ora? Non vuoi farti vedere in giro con i tuoi fratelli, adesso che sei sulla bocca di tutti?" Rise Tom.

"In realtà non voglio farmi vedere in giro con voi perché sono nel mirino degli Scorpions, ma grazie di considerarmi una ragazzina spocchiosa..."

"Come ti pare, in ogni caso ora devo andare, mi tocca dare ripetizioni di fisica ad un ragazzino che sembra Eddie Kaspbrak... Ci vediamo tra una settinana."

"D'accordo, manderò qualcuno a bucarvi le gomme della macchina."

Liria attaccò la chiamata, portandosi poi una mano alla fronte. Questa proprio non ci voleva. Già la mora si immaginava le interminabili sgridate da parte della squadra Michael-Alice,
(alleatasi al fine di renderle la vita un inferno), l'iperprotettività di Tom raggiungere le stelle in presenza di Jughead, l'orda di ragazzine insopportabili attratte da Jake, l'affetto quasi morboso di Luke... Una vera e propria catastrofe, senza "ma" né "se".

"Problemi in paradiso?" Domandò Jughead con un sorriso compassionevole.

"All'Inferno, semmai... Casa Anderson funziona solo se ognuno si fa i fatti propri, se qualcuno si ostina ad immischiarsi nella vita di un altro, ecco che arrivano i problemi!"

"Si preoccupano per te... Ti vogliono bene."

"E io ne voglio a loro. Per questo non penso sia una cosa positiva, che vengano a Riverdale... La vendetta degli Scorpions sta tardando ad arrivare: quegli stronzi si staranno grattando le palle aspettando che arrivi il momento giusto per colpire... L'arrivo dei miei fratelli è senza dubbio un'occasione che non possono lasciarsi sfuggire..."

"E credi davvero che nel Bronx siano più al sicuro? Praticamente è l'impero dei Jensen!"

"Cercano di tenere l'opinione pubblica dalla loro parte, è scontato che una disgrazia in quel postaccio venga collegata a loro, proprio perché è il territorio degli Scorpions... A Riverdale la notizia farebbe meno rumore, e di certo quei figli di buona donna avranno già escogitato un modo per non finire in galera..."

"O per tirarci fuori Raiden..."

"No, non sono così compassionevoli. Raiden era solo le braccia, la mente è qualcuno di ben più pericoloso. Suo padre, magari. Freddo e calcolatore, mai una volta che perda la calma. Farebbe ogni cosa per raggiungere i suoi loschi scopi, anche sacrificare il suo unico figlio. Raiden era solo un inutile pedone, il vero re della scacchiera non è ancora sceso dal suo trono. Non ha ancora fatto la sua mossa. E fargli scacco matto sarà più difficile del previsto..."

Rebel [Jughead Jones]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora