《È un posto così segreto, la terra delle lacrime.》
[Antoine de Saint-Exupery]♧
Le gocce di pioggia fredda le rigavano le guance, mentre camminava per le strade deserte di Riverdale, illuminate dalla luce tenue dei lampioni.
Liria amava la pioggia. Il suo rumore sui tetti delle case, l'odore intenso di muschio e l'aria fresca e dopo un temporale... Più di tutto, le piaceva ciò che la pioggia faceva riemergere in lei. Nella sua mente riaffioravano ricordi d'infanzia, forse il tesoro più prezioso che la ragazza custodiva.
Ripensò a quando da bambina passava ore e ore attaccata alla finestra, a guardare quella moltitudine di goccioline d'acqua che scorreva veloce sui vetri, appannati fuori dall'umidità e dentro dal suo lieve respiro.
Attendeva il ritorno di una donna, un'ingegnere astrofisico, tanto intelligente quanto bella, con dei meravigliosi occhi verdi che avrebbero fatto individia ad Afrodite stessa, e di un uomo, una sorta di Sherlock Holmes moderno, anche se con l'omonimo investigatore condivideva solo l'astuzia e l'accento inglese, avendo passato quasi tutta la vita in una casa di campagna poco lontana da Oxford.
La mora arrivò davanti a casa Cooper. Quando si trovò sul vialetto, esitò per qualche istante. Guardò le scarpe piene di fango, poi i suoi vestiti: erano fradici, così come le punte dei suoi capelli, che non avevano trovato riparo sotto il cappuccio. L'unica cosa che si era salvata dal temporale era il suo zaino, che aveva accuratamente tenuto sotto la giacca, per evitare che si bagnasse.
Del resto, le sue condizioni erano pietose. Di sicuro, se fosse entrata in quello stato, sua zia l'avrebbe uccisa. Ed era ancora più certo che l'avrebbe uccisa anche se non fosse tornata a casa quella sera. Ma, almeno, con la seconda opzione la mora si sarebbe divertita. Sarebbe potuta tornare da Pop's, accettare quell'hamburger che Jughead le aveva offerto, passare ancora qualche ora tra i divanetti del locale a prendere in giro l'accoppiata Baker-Lodge, per poi uscire e andare chissà dove, camminando senza meta per quella bizzarra cittadina.
"Oh, al diavolo!" Pensò. "Si vive una volta sola."
Girò sui tacchi. Si avviò con una certa fretta verso le scale che dividevano il vialetto dalla strada. Aveva quasi diciassette anni, di tempo per essere responsabile ne avrebbe avuto in futuro. Era un'adolescente, e il suo unico desiderio, per il momento, era sentirsi libera. Libera di sbagliare, di cadere e rialzarsi, libera di ragionare con la propria testa e di compiere gesti avventati, senza avere per forza il senno di poi. Mise il piede sul primo gradino della scalinata.
"Dove pensi di andare?!"
La mora rimase immobile. Si morse il labbro inferiore, sorridendo furba, poi sollevò un sopracciglio e si voltò, in modo da vedere la figura che l'aveva chiamata.
"D'accordo. Tela libera tutti, Zia."
"Tela libera tutti? Tela libera tutti?!" Alice alzó la voce. "Stai scherzando?! Esci di casa senza dire nulla al pomeriggio e torni la sera tardi, ignori le chiamate e i messaggi, infrangi il coprifuoco e cammini completamente sola di notte! Che diavolo hai in quella testa?!"
La donna era su tutte le furie, si poteva percepire la sua rabbia a chilometri di distanza.
"Non è il caso di preoccuparsi tanto, siamo a Riverdale, cosa vuoi che succeda?"
Bastò quella frase, quelle semplici quattro parole, a far crollare il castello di carte che Alice Cooper si era costruita negli anni. Per la prima volta dopo tanto tempo, i suoi occhi non erano quelli di una donna perfetta, alla ricerca dell'impeccabile in ogni cosa.
STAI LEGGENDO
Rebel [Jughead Jones]
Teen Fiction[COMPLETA] Liria Anderson. Un nome, zero certezze. Il fatto che sia orfana e il suo immancabile sarcasmo sono le uniche cose che il mondo, senza alcun impegno, può conoscere di lei. Il resto è un dilemma, un codice indecifrabile scritto con l'inchio...