Capitolo 13

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Stella

L'uomo chiuse dietro di sè la porta della camera da letto dove poco fa stava facendo sesso con mia madre.
"Che succede?" chiedo cercando di mantenere la calma.
"Ci stavate origliando?!" urla
"Certo che no! Non siamo dei depravati" dissi guardandolo negli occhi.
"Voglio scoparti" se ne uscì di punto in bianco con questa dichiarazione.
"Io no" risposi secca
"Non mi importa. Tu devi essere mia e di mio figlio. Sei una donna e come tale devi soddisfare i miei desideri sessuali. Tu vali zero, sei solo una brava troia che apre le gambe per noi" disse ridendo
"È questo quello che pensi delle donne? Di mia madre!?"
"Certamente. Non mi interessa se ti piace o no. A tua madre piace da pazzi, grida come una brava cagna, mi soddisfa e io la ripago sempre. Con il tempo piacerà anche a te, sono dotato e urlerai di piacere anche tu, svegliando tutto il paese"
"Io non sono come le altre, ne sono come mia madre. Io non voglio essere toccata da te, ne sfiorata. Io ti odio, ti vedo come il nulla. Mi fai schifo" dissi e subito dopo un ceffone mi arrivò dritto in faccia. Caddi sul letto. Lui si sedette vicino a me e mi tirò i capelli all'indietro.
"Non fare la difficile Stellina, ti piacerà. Non ti farò male fidati. Ti soddisferò e tu avrai l'orgasmo più bello della tua vita" disse "ma ora voglio farti fare qualcosa di semplice"
"Ovvero?"
"Un pompino. Usa le tue dolci labbra su di me"
Si sbottonò i pantaloni tirandoseli giù insieme alle mutande. Mi costrinse a mettermi in ginocchio di fronte al suo membro duro ed eretto, mi venne una folle voglia di morderlo e mangiarlo ma pensai alle parole di mia madre, mi avrebbe odiata a morte per avergli ucciso l'uomo che le stava dando una seconda vita.
"Sii succhia troia!" urlò mentre leccavo il suo membro con disgusto.
"Sei proprio brava" continuò ma prima che potesse venire lo morsi.

CANNIBAL  -segreto di sangue-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora