CANNIBAL -segreto di sangue-

Capitolo 8

Stella

Il viaggio non durò molto, il carcere si trovava solo a poche ore dal mio paese ma non pensai mai di evadere, in fondo era di massima sicurezza.
"Ti lascio qui"
Lessi 'camera mortuaria' e mi voltai verso l'autista "qui i detenuti li trattano come morti?"
"Non proprio diciamo che nessuno si accorgerà di cosa scarico, perché nessuno viene al cimitero"
"Già sarebbe l'ultimo posto pensabile per scaricare i vivi" dissi prendendo la mia borsa e scendendo dal carro funebre.
"L'uscita è da quella parte oh ma di certo lo saprai meglio di me" sorrise
"Già. Beh grazie per avermi riportata a casa"
"Non c'è di che, è il mio compito. Addio Stella"
"Addio" risposi incamminandomi nel cimitero, percorsi tutte le tombe fino ad arrivare a quella di mio padre. Mi fermai, mi inginocchiai e iniziai a piangere.
"Papà mi manchi tanto... Lo so che è inutile parlare con un pezzo di marmo ma mi fa stare meglio" dissi guardando la sua foto.
"Ora devo andare. Mia madre mi starà aspettando. Non ti dimenticherò mai, sappilo. Ti voglio bene" detto ciò mi alzai e mi diressi verso il cancello.
Una volta fuori camminai lungo le strade del mio paese e notai che il borgo si era trasformato in un paese fantasma. Guardai l'ora e notai che ormai era passata un ora e mezza dal mio arrivo, me l'ero presa serenamente, non feci tutto di corsa e ammirai le rovine intorno a me.
"Che cosa sarà mai accaduto?" pensai quando dietro di me sentii due mani posarsi sulle mie spalle e scaraventarmi contro una parete. Mi coprii il viso con le mani terrorrizzata, un coltello puntato alla gola.
"Che cosa ci fai in giro ragazzina?" mi domandò un uomo anziano.
"Io... Io..."
"Smettila di balbettare. Lo sai che c'è il coprifuoco qui!?"
"Io...Sono arrivata ora e non ne sapevo nulla" dissi
"Non mentire feccia umana"
"Sta buono Gil, la ragazza dice la verità" intervenne un suo collega.
"Chi è sta quà? Da dove arriva?"
"Mi chiamo Stella" dissi sussurrando
"È un ex detenuta" continuò l'uomo che mi salvò.