#9 Something Wrong

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Il materasso al suo fianco era vuoto.
Freddo.
Le coperte scostate.
Un freddo vento, leggero, colpiva il suo volto, facendo sì che i brividi corressero lungo la sua schiena.
Yoru aprì un occhio. Griffin non era accanto a lei. Lo vedeva seduto sul balcone, la porta finestra appena socchiusa.
Si mise seduta e posò i piedi sul pavimento di legno, freddo, avvicinandosi, silenziosa, non vista.
"Hey...come stai?" Il Maestro della Velocità voltò la testa nella sua direzione, le gambe piegate e le mani posate su esse.
I segni scuri, profondi sotto i sui occhi parlavano chiaro. Aveva dormito poco, quasi nulla.
"Hey...- Le sorrise, scivolando di qualche centimetro, per farle posto -Sto bene."
La ragazza si accomodò al suo fianco. "Pensi...a ciò che ti ha detto?" Chiese. Il ragazzo scosse il capo. "No.- Turner sorrise, posando la testa alla sua -Pensavo...a nulla. Volevo stare qui, guardare il cielo...non fare niente."
Le dita di Yoru giocherellarono con le ciocche brune di Griffin. Le arrotolava attorno all'indice, le accarezzava.
Semplicemente le amava.
Morbide, lisce.
Ricordavano il pelo di un cucciolo. "Sky ha organizzato un incontro tra Shade e Neuro.- Disse, senza smettere di giocherellare -Che ne pensi?"

"Pensavo non le facesse."
"Lo so, ma è stato Shade a chiederlo."
"Nessuno dei due ha il coraggio di pestare l'altro."
"Magari hanno litigato e vogliono risolverla così, no?"
"No. Non è da loro. Shade...non farebbe mai del male a Neuro. Non è da lui."

Il tono di voce di Griffin era quasi preoccupato. La fronte era aggrottata, era palese che qualcosa non andasse.
"Facciamo una cosa- Disse serio. -Andiamo a parlare con quei due. Io con Shade e tu con Neuro. Ci stai?"
Yoru guardò il cielo, con sguardo pensoso. "Pensi che ci sia sotto qualcosa?"
Griffin annuì. "Sì, una volta ho tirato un pugno sul braccio di Neuro. Non sai come Shade mi ha guardato. Stava per mettermi le mani addosso."
Yoru annuì, convinta e si alzò in piedi. "Parlo con Neuro ora.- Disse -È laggiù."
Indicò il cortile del Tempio. Il Maestro dell'Ombra stava in piedi davanti al portone bordeaux. Immobile, lo sguardo vacuo.
"Domani parlo con Shade." Esordì Griffin. Yoru annuì e scese nel cortile.
"Neuro!- Il Maestro della Mente la ignorò, ma lei insistè -Neuro, ascoltami! Mi devi ascoltare!"
Lo raggiunse e lo afferrò per le spalle, costringendolo a voltarsi, per guardarla in faccia. "Perchè avete deciso di sfidarvi, tu e Shade?"
Il Maestro davanti a lei deglutì a vuoto. "I...io non l'ho deciso.- Balbettò -Shade a detto che...ha detto che dovevo...e basta."
Aveva gli occhi arrossati, lucidi.
Aveva pianto e stava accadendo di nuovo.
Le lacrime iniziarono a scivolare dagli angoli dei suoi occhi, lungo le guance.
"Non è più la persona che era prima.- Singhiozzò -È...è cambiato. Non mi parla, sta sempre da solo e...se mi avvicino, mi manda via. Io non so cosa gli sia successo. È diventato così dopo...dopo che ha parlato con Valery. Io non so che cosa gli ha detto, ma...è come se mi odiasse, ora."
Yoru sospirò. "Perchè non lo hai detto a Sky? Può annullare tutto."

"No. Potrei...potrebbe fargli del male."
"Ti ucciderà, in quell'arena. Sky non sa nulla, nessuno sa nulla, Shade non è in sè e tu non hai il coraggio di mettergli le mani addosso. Come pensi che andrà a finire, Neuro?!"
"Lo so...ma anche se mi sforzassi di difendermi...lui è più forte di me. Non dire nulla a Sky, ti prego."
"Questa è la tua risposta? Veramente?"

Yoru scosse la testa. "Nessuno le ha detto nulla per ciò che ha detto su Griffin, o su di me. Erano solo parole, nulla di più. Ma ora rischia di ucciderti, per mano di un altro. Davvero non dirai nulla di nulla?" Neuro annuì. "È esattamente così."
Yoru scosse la testa e si voltò. "Ho...ho letto la sua mente, però..." Disse, ricatturando l'attenzione della Maestra dell'Antimateria, voltandosi a guardarlo. "Hai letto la sua mente?" Chiese, ma fu come non avesse parlato. Neuro rimase in silenzio. "Dillo a Sky!- Ordinò -Oppure lo faccio io!" Neuro sbuffò. "Fa'come ti pare. Ma se lo fai, finiremo male entrambi. Lui per non aver combattuto, io per avertelo detto." Detto ciò, tornò nella sua stanza, in silenzio.
Yoru rientrò nell'atrio e andò ad esaminare il tabellone dei tornei. "Cazzo..." Avevano cambiato tutto.
Neuro e Shade si sarebbero dovuti sfidare la mattina dopo.
E sarebbe stato un problema.
Neuro aveva bisogno di un po'di tempo, per svegliarsi, mentre se Shade non dormiva, non si notava la differenza.
"Che fai? Guardi quando toccherà a te essere umiliata sul campo?"
Valery avanzò alle sue spalle, spingendola da parte. Indossava una gonna cortissima bianca e un top dello stesso colore, con una spirale blu disegnata nel centro.
"Cosa cazzo hai detto a Shade?"
La Maestra del Veleno inarcò le sopracciglia, come se non capisse di cosa stesse parlando. "Io? Non ho detto nulla a lui!- Disse -Abbiamo solo parlato e lo convinto a sostenere un incontro con il suo caro Neuro. Domani mattina, lui sarà in piena forma e il Maestro della Mente, non tornerà mai più a casa sua, dopo il suo trattamento."
Voltò le spalle, ridacchiando. "Dici a me, che mento sul mio potere!- Esordì Yoru -Ma del tuo, cosa mi dici? Il veleno non è il tuo elemento."
Ma la ragazza non rispose. Rigida come un manico di scopa si diresse nella sua stanza, lasciandola sola.
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"Lo hanno chiesto loro." Sky guardava tristemente l'arena sottostante.
Shade era in piedi, in silenzio davanti al portone d'entrata dell'arena.
Fermo.
Zitto.
La fronte corrugata.
Neuro, invece, cercava di mantenere uno sguardo fermo.
Ma aveva paura.
Paura che lo ferisse. O di ferirlo.
Paura di cosa gli avrebbe fatto.
Voleva piangere, perchè aveva paura.
Perchè era spaventato, confuso.
E anche Sky, Yoru e Griffin.
Avevano paura, perchè conoscevano la forza di Shade. "Gli hai parlato?"
Domandò la Maestra dell'Antimateria a Griffin. Questo annuì. "Mi dispiace, non mi ha ascoltato."
Entrambi, tornarono a guardare il combattimento.
L'arena era disseminata di blocchi di quarzo, bianco e tagliente come lame di rasoio e, al centro, spiccava un pilastro.
Un Anacondrai inciso nella lunghezza.
A malincuore, la Maestra dell'Ambra diede inizio alla battaglia, sentendo lo stomaco chiudersi, nell'esatto istante in cui accadeva.

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