Capitolo 3

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"Dov'eri finita, Carol?!" Mi Urlò Luca attraversando la sala avanti e indietro, "mi sono spaventato a morte. Credevo che i tedeschi ti avessero presa e Dio solo sa che cosa ti avrebbero fatto!" .
Alzò le braccia  al cielo esasperato.
"Sono viva, Luca." Lo rassicura accarezzandogli un braccio.
"Non ti muoverai di un passo lontano da me. Non permetterò che ti facciano qualcosa!" Esclamò puntandomi un dito contro.
"Non riuscirei mai a restare attaccata a te tutto il giorno!" Gli rinfacciai con finto disappunto.
"Ti sbagli. Non solo il giorno. Giorno e Notte!" Precisò facendomi sorridere.
Gli scompigliai il ciuffo ribelle, in contrasto con i canoni fascisti che prevedevano l'ordine e la cura del proprio aspetto, e ci recammo alla riunione straordinaria.
"Vi ho riuniti tutti qui, quest'oggi, per una questione seria." Iniziò Diego che ci aveva convocati tutti, "Abbiamo bisogno ancora di armi. Ne abbiamo a sufficienza ma anche le donne dovrebbero possederne una. Anche loro rischiano la vita e avrebbero bisogno di un maggior supporto. Appena qualcuno di voi ha qualche idea, si faccia avanti."
Avevo già qualche idea ma non potevo esporle senza un piano ben delineato.
Acconsentimmo tutti con il capo quando Diego mi prese da parte.
"Devi consegnare questo alla brigata principale. Sii prudente. È soltanto una conferma di lettura del loro messaggio." Sussurrò al mio orecchio mentre io tremavo all'idea di tornare ad affrontare la linea tedesca.
"Certo, farò attenzione." Lo rassicurai mentre decidevo un piano da attuare.
"Assicurati che lo abbia Matteo Miniera e nessun altro." Mi ordinò rendendomi partecipe dell'importanza dell'impresa.
Acconsentii con il capo e lo salutai.
Mi recai all'esterno della struttura.
Cercai una bicicletta e nascosi il biglietto sotto la sella. Avevo pensato anche al reggiseno ma dovevo evitare , potevano perquisirmi.
Montai in sella e scesi la piccola collina. L'aria fresca iniziò a inebriarmi la pelle mentre i capelli erano legati grazie all'ausilio di un nastro rosso, il mio preferito.
Attraversai il piccolo vialetto che mi portava presso la strada principale.
Fu lì che intravidi nuovamente gli stessi soldati tedeschi fare da barriera.
Attraversai lentamente. Non potevo sorpassarli nuovamente o avrebbero sospettato la realtà.
Per fortuna c'era anche Bendix.
"Guten Morgen, Fräulein." Mi augurò l'ufficiale Müller bloccandomi.
"Buongiorno." Sussurrai guardando altrove.
I suoi occhi gelidi mi inquietavano anche fin troppo.
Scesi dalla bici e mi avvicinai.
"Oggi dovremmo perquisirla, ordine dall'alto." Rivelò iniziando a mettere le mani su di me.
Partì dalle braccia fino a scendere giù.
Tremai e lo avrei fatto finché non si fosse fermato, anche se non nascondevo nulla al di sotto dei miei abiti.
"Jetzt reicht es, Karl. Es ist genug." Affermò Bendix quando notò il suo compagno esagerare con il controllo. Le sue mani stavano vagando costantemente in zone intime, zone in cui era impossibile la presenza di armi o altro.
Adesso basta, Karl. È abbastanza.
L'ufficiale Müller sorrise con un sorrisetto beffardo.
"Bendix , du bist zu weich; Sie sind Verräter." Esclamò quest'ultimo.
Bendix, sei troppo tenero ; sono traditori.
"Sie ist eine Frau. Sie kann nicht wählen, geschweige denn die Verbündeten seines Landes wählen kann." Esclamò Bendix sorprendendomi .
È una donna. Non può votare figuriamoci se può scegliere gli  alleati del proprio paese.
L'ufficiale Müller lasciò la presa su di me.
"Ja, du hast Recht, aber wir sollen zusammen reden." Affermò risoluto quest'ultimo.
Sì, hai ragione, ma credo che dovremmo parlarne da soli.
Avevo soltanto il timore che Bendix si fosse messo nei guai a causa mia.
"Puoi andare." Rivelò l'ufficiale Müller facendomi strada.
"Arrivederci, piccola Lotte." Sussurrò Bendix passandomi accanto.
Si riferiva al personaggio femminile del romanzo epistolare di Goethe, i dolori del giovane Werther.
"Arrivederci, Werther. Cerca soltanto di non fare la fine del tuo omonimo." Gli risposi reggendo il suo gioco.
"Non lo farò. Non finché passerai tu per queste strade con il tuo Nastro rosso tra i capelli." Sussurrò facendomi sussultare.
Speravo stesse soltanto scherzando.
Gli sorrisi dopodiché montai nuovamente sulla mia bici.
Attraversai il lungo viale fino a raggiungere il centro. Amavo passare per la piazza principale di Ravenna, anche senza passeggiarci.
Attraversai diverse stradine isolate prima di arrivare dal mio prof di scuola nonché capitano della brigata, Matteo Miniera.
Sembrava strano a dirlo ma avevo frequentato lo scientifico nonostante fossi una ragazza. Materie preferite? Storia dell'arte, Letteratura e Matematica.
Bussai con tocco deciso alla porta del loro nascondiglio. Mi aprì una ragazza mora, più grande di me.
"Devo vedere Matteo Miniera ." Le Rivelai mentre con un cenno del capo mi invitava ad entrare.
"È nel suo studio. Non c'è nessuno. Puoi entrare." Mi Sussurrò con dolcezza.
La seguii fino allo studio.
Stava sistemando delle carte e lo vedevo molto preoccupato.
"Buongiorno, professore." Esclamai entrando.
"Ciao, Rebecca. Accomodati." Sussurrò mentre lo rimproveravo con lo sguardo.
"Sono Carol adesso, ricorda?" Lo ammonii con un sorriso.
Ricambiò.
"Hai ragione, Carol. Come mai sei venuta fin qui?" Domandò andando dritto al punto.
"Dovevo consegnarle questo." Rivelai . Con lui potevo permettermi di usare il lei.
Mi guardai intorno osservando curiosa tutta la raccolta di articoli che possedeva affissi ai muri. Aveva trasformato la sua casa in un centro antifascista.
Osservò attentamente il contenuto della lettera dopodiché spostò la sua attenzione su di me.
"Di' a Diego di far attenzione e non donare armi alle staffette. I tedeschi sono inferociti." Rivelò , Un po' troppo per una che non è altro che una staffetta.
"Ha ragione. Mi hanno perquisito mentre arrivavo qui." Sussurrai.
"Ma tu sei un tipo troppo sveglio per farti scoprire." Esclamò sorridendomi.
"Non ne sarei così sicura, i tedeschi ci stanno con il fiato sul collo." Rivelai con un sospiro.
"Bisogna mantenere la calma ed avere sangue freddo. È per una giusta causa e tu sei la ragazza più sicura di sé del gruppo." Sussurrò mostrando fiducia in me.
"Farò il possibile per portare a termine le missioni." Esclamai sinceramente.
"Lo so , lo so. Sii cauta." Sussurrò mentre mi accompagnava alla porta.
"Certo , lo farò." Affermai con disinvoltura.
"Arrivederci, Carol." Mi salutò il professore.
"Arrivederci, prof." Ricambiai.
La ragazza mora mi accompagnò nuovamente fuori. Probabilmente si trattava di sua figlia.
Le rivolsi un sorriso sincero prima di andare.
La mia bicicletta era al suo posto.
Ero stata una stupida a lasciarla fuori. La gente moriva di fame e cercava di trovare qualsiasi cosa in modo gratuito.
Ritornai verso la mia strada.
Dovevo affrontare nuovamente il controllo tedesco ma questa volta avevo meno timori.
E , invece, vi trovai solo Bendix.
Mi trascinò in un angolo e abbassò la voce.
"Stasera ho di nuovo il turno oltre il coprifuoco. Ci incontriamo nuovamente al fiume." Sussurrò guardandosi intorno.
"Non se ne parla nemmeno. È pericoloso e la mia famiglia si preoccuperebbe" , raccontai una mezza verità.
"Bene , allora ti perderai una delle raccolte di poesie tedesche più belle che abbia mai letto." Esclamò cogliendo la mia attenzione.
"Poesie di chi?" Gli domandai incuriosita.
Aveva toccato il mio punto debole.
"Lo scoprirai soltanto se verrai stanotte." Sussurrò con un occhiolino.
"Bene. Forse la finestra di camera mia è ancora fuori uso e può essere scavalcata." Mentii con un sorrisetto.
"Bene. A tra poco." Sussurrò al mio orecchio procurandomi un certo timore.
Quella sera sarebbe stata l'inizio dei miei guai ma purtroppo non ne ero ancora consapevole.

N/A: ciao a tutte! Dal prossimo capitolo il rapporto tra i due protagonisti si rafforzerà. Se volete darmi una mano con la scelta del cast , seguite il mio profilo Instagram Rosethorn_mm.
Un bacio a tutti😘

Il Nastro Rosso ~ Amore in GuerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora