ATTENZIONE. DA QUESTO CAPITOLO IN POI LE SCENE DIVERRANNO PIÙ CRUDE E VIOLENTE.
A cosa pensi?" Domandò Bendix mentre osservavo atterrita i tre corpi impiccati su uno degli alberi della via principale.
Traditori della patria, la scritta che portavano al petto attraverso un cartello.
Ero impietrita. Era come se fossi vissuta fino a quel momento, dalla sera in cui conobbi Bendix, in una bolla di sapone. Avevo in parte dimenticato chi fossimo entrambi e quale fosse il nostro ruolo e la nostra natura umana. Io combattevo per salvare l'Italia, lui per distruggerla e vendicare il nostro cambiamento nello schieramento di guerra. Avevo un dolore al petto al pensiero che i miei compagni stessero morendo in modo così atroce e con una scritta affissa al petto che rappresentasse il contrario di ciò che erano davvero. Loro amavano l'Italia e la stavano liberando, non meritavano di essere definiti traditori.
"Penso che siano stati davvero coraggiosi. Sapevano quale sarebbe stato il loro destino e ciò non li ha frenati. È come se avessero in obiettivo ben preciso, un ideale..." sussurrai con un sospiro cercando di regolare il tono della voce e le mie emozioni.
"Certo, quello di ucciderci tutti! Non basta quello che dobbiamo affrontare con gli Alleati, anche loro tentano di toglierci la vita!" Esclamò Bendix furioso, "se dovesse capitarmi uno di loro tra le mani, lo ucciderei io stesso. Anche io non volevo la guerra ma non lotto con il nemico. Ho dei valori e non tradisco il mio paese né tantomeno chi cerca di proteggerlo..." continuò facendomi riflettere su molte cose.
Neanche Bendix era stato completamente immune al controllo nazista sul suo territorio. Il fascismo si era impossessato dell'Italia senza che noi acconsentissimo. Aveva rubato il potere. Ecco perché noi partigiani volevamo riacquistare il controllo. Volevamo rendere nuovamente libera e fiorente l'Italia. Non volevamo combattere una guerra che non avevamo scelto e con alleati che non avevamo deciso. Ormai avevamo capito che la guerra era tra democrazia e dittatura e noi avevamo soltanto scelto da che parte stare nel momento più opportuno . Avevamo scelto la democrazia non appena ci fu data occasione anche se ciò voleva dire sacrificare la vita.
Il nazismo, invece, era stato votato dalla maggioranza e ciò prevedeva maggior consenso anche in guerra. Ecco perché neanche Bendix poteva capire i nostri moventi principali e più profondi.
"A volte l'uomo è così disperato che cerca la pace dove sa che ci sarà una vittoria..." improvvisai sapendo che quella era una minima parte della realtà.
"È da stupidi pensare che gli Alleati vi considereranno vincitori soltanto perché avete scelto, dopo 4 anni di guerra, di unirvi a loro..." Esclamò scettico con un sorriso di scherno.
Non mi piaceva la piega che stava prendendo quella conversazione. In primis perché l'alleanza con gli Alleati significava molto più di una semplice vittoria, in più non era di politica e di guerra che volevo parlare con Bendix. Erano altri gli argomenti che ci avevano uniti.
"Scusami, tu non c'entri nulla... non dovrei alzare la voce con te..." Sussurrò posandomi un bacio sulla guancia.
Lo scansai. I sensi di colpa accrescevano dentro di me e la presenza di Bendix e i suoi discorsi non facevano che aumentarli.
"Che c'è ?" Domandò improvvisamente serio a seguito del mio gesto.
"Nulla... stare dinanzi a questi corpi senza vita mi crea un'angoscia non indifferente..." rivelai sconfortata.
"Hai ragione. Vogliamo incamminarci verso piazza del popolo?" Propose guadagnandosi un mio consenso.
Evitai di dargli la mano e sapevo che Bendix ne comprendesse anche il motivo. Nonostante tutto voleva soltanto il mio bene e non mi avrebbe mai messo nei guai.
"Ultimamente ti vedo strana, Carol. C'è qualcosa che non va?" Domandò improvvisamente dando voce ai suoi dubbi.
"La morte. Sono stanca di vedere persone innocenti morire." Rivelai sospirando.
"Anche io, Carol. Se il potere fosse stato nelle mie mani, non avrei mai permesso che i nostri paesi entrassero in guerra. Eppure non tutti i mali vengono per nuocere, la guerra mi ha fatto conoscere te. Non potrei esserne più grato..." sussurrò scaldandomi .
Mi posò un bacio sulla fronte facendomi rilassare un pochino . Avevo una brutta sensazione, una morsa al cuore che non mi lasciava in pace.
"Dovrei insegnarti il tedesco, così saremo alla pari..." continuò divertito facendomi rabbrividire.
Conoscevo molto bene il tedesco , lo avrebbe notato subito se ci avessi provato.
"Proviamo con qualcosa di semplice... Du bist mein Herz." Propose entusiasta mentre io cercavo in tutti i modi di fingere un accento quanto più italiano e sbagliato possibile.
Sei il mio cuore.
"Tu brist men Herz" finsi di sbagliare provocando una sua risata.
"Non ridere. Il tedesco è difficile ..." lo richiamai tirandogli un braccio ma finì col ridere ancora più forte.
"Cosa significa?" Gli domandai cauta facendolo diventare serio.
"Sei il mio cuore. Ed è vero..." Sussurrò facendo illuminare i suoi occhi fiordaliso.
Gli sorrisi quando un soldato tedesco ci interruppe.
"Bendix Kaiser, Wir brauchen Hilfe. Wir haben etwas gefunden." Esclamò di fretta e ansioso.
Bendix Kaiser. Abbiamo bisogno d'aiuto. Abbiamo trovato qualcosa.
"Was passiert?" Domandò Bendix preoccupato e pericolosamente serio.
Cosa succede?
"Wir fanden das Versteck der Partisanen, die unsere Waffen gestohlen haben. Sie sind gerade mit unserem Truck abgereist." Lo informò facendo smettere di battere il mio cuore. Cercai di trattenermi e non farmi vedere nel panico soprattutto perché non sapevano che li capissi.
Abbiamo trovato il nascondiglio dei partigiani che hanno rubato le nostre armi. Sono appena partiti con il nostro camion.
Dopo quell'esperienza avrei potuto tranquillamente lavorare a Broadway . Ne avevo sentito parlare, lì i teatri riscuotevano una certa fama.
"Bist du sicher?" Chiese conferma Bendix toccando il fucile alle sue spalle.
Ne sei sicuro?
"Natürlich, es liegt jenseits des Waldes. Wir brauchen ein gutes Team, um uns ihnen zu stellen." Rispose sbrigativo.
Ovviamente , è oltre la foresta. Abbiamo bisogno di una buona squadra per affrontarli.
" Gut. Ich werde mich dir sofort anschließen." Rispose Bendix voltandosi verso di me, e continuò: "Devo andare adesso. Ci vediamo stasera al fiume..." sussurrò posandomi un bacio sulle labbra.
Bene. Ti raggiungo immediatamente.
"Cosa succede?" Domandai fingendo di non sapere nulla.
"Nulla , tranquilla." Sussurrò accarezzandomi il viso.
La guardia alle sue spalle ci guardava confuso e imbarazzato.
"Sicuro che non ti accadrà nulla?" Domandai cercando di mantenere un contatto con i suoi occhi.
"Certo. Prometto che ci vedremo stasera..." Sussurrò abbracciandomi.
Sparì poco dopo ed anche io. Dovevo avvertire i miei compagni prima che fosse troppo tardi.
Purtroppo ancora non sapevo che quello sarebbe stato l'inizio della fine.
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Il Nastro Rosso ~ Amore in Guerra
Historical FictionCarol (nome in codice di Rebecca Martinelli) e Bendix, due nomi provenienti da realtà completamente diverse. Lei, giovane italiana partigiana , pronta a tutto pur di salvare il proprio paese e i propri ideali. Lui, giovane tedesco mandato al fronte...