Capitolo 7

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Andai ugualmente al Fiume quella sera. Un po' perché mi ostentavo a credere che Bendix non fosse come loro, D'altro canto avevo promesso alla brigata un piano e avevo bisogno della complicità di Bendix per attuarlo.
"Sei venuta. Credevo che non lo facessi..." Sussurrò avvicinandosi.
"Infatti non volevo. Però ho bisogno di sapere tutto e non avere rimpianti." Rivelai.
"Non te ne pentirai. Lo giuro." Mi giurò accarezzandomi il viso.
"Lo spero..." sussurrai guardando altrove.
La mia gonna bianca si sarebbe sporcata sicuramente sull'erba ancora umida. Stranamente, però, non me ne importava.
"Vuoi vedere cosa avevo da mostrarti?" Mi chiese improvvisamente cacciando una scatolina dalla tasca.
"Certo..." sussurrai mettendomi a sedere accanto a lui.
C'erano alcune foto all'interno della scatola.
Le presi tra le mani e le sfogliai.
C'erano le foto di una donna, molto bella e di una ragazza . Erano in bianco e nero ma non c'era bisogno di un mago per capire che erano bionde e avevano gli occhi chiari. La donna somigliava in modo impressionante a Bendix.
"È la tua famiglia..." sussurrai guardando il terreno.
"Esatto..." Rispose dolcemente, "tutto ciò che mi vedi fare, lo faccio per loro. Mi dispiace se ti ho dato un'idea sbagliata. Io non ho la loro stessa ideologia. Per me tu hai il nostro stesso valore. Anzi, vali molto più di tutti loro messi assieme." Rivelò improvvisamente.
Non sapevo come affrontare quella situazione. Non sapevo più cosa scegliere fra testa e cuore ma , soprattutto, non sapevo ancora cosa Bendix fosse per me.
Perciò mi limitai a mantenere il silenzio e osservare le onde del fiume dinanzi a me.
Poi azzardai come mio solito.
Tolsi le scarpe e bagnai i piedi nell'acqua fredda . Il relax (ops, rilassamento *) che ne seguì fu immenso.
" non hai paura di mettere i piedi nel buio più totale ?" Domandò improvvisamente avvicinandosi.
"No. La paura del buio più totale è del tutto infondata se conosci il posto come il palmo della tua mano. Non vedo nulla ma so che non c'è altro che acqua nel fiume." Rivelai.
"Bene . Quindi non hai paura dell'ignoto?" Domandò con un sorrisetto divertito.
"Ovvio che no. Altrimenti non starei qui con te..." sussurrai facendo dondolare i piedi.
"Non sono così oscuro come credi..." Affermò levandosi le scarpe e seguendo il mio gesto.
"Magari non sei oscuro ma sei decisamente un copione..." Gli rinfacciai con un sorriso.
"Lo sono soltanto con chi vale la pena copiare. Tu sei un mondo intero da scoprire ed io non ho mai avuto così tanta voglia di imparare." Sussurrò avvicinando le labbra al mio orecchio.
Un brivido caldo attraversò la mia schiena ma non mi lasciai andare.
Guardai altrove mentre le sue dita cercavano la mia mano.
"Bendix, non ho dimenticato ciò che è successo ieri. Non sono bastate due foto e due frasi dolci per farmi cambiare idea..." Rivelai allontanando la mia mano dalla sua.
"E quale sarebbe la tua idea?" Domandò con un sorrisetto nervoso incrociando le braccia.
"Che tu , prima o poi, inizi a trattarmi come gli altri tedeschi. Derisa e umiliata dalle vostre frecciatine. Non c'è bisogno di conoscere il tedesco per capire che i tuoi compagni ridono di me ogni volta che attraverso la vostra improvvisata frontiera." rivelai sollevando i piedi e lasciandoli asciugare prima di indossare le scarpe.
Volevo allontanarmi da lì. Iniziavo a sentirmi insicura di quella situazione. Forse perché avevo capito che avevo iniziato quell'amicizia per trarne profitto e , invece, stava nascendo qualcosa di più.
"Davvero pensi questo di me?" Urlò alzandosi di scatto, "che io possa ridere di te ?" Esclamò con un sorriso irrisorio.
"Carol. Ascoltami. Ho 23 anni. Non ho bisogno di farmi fare il lavaggio del cervello. L'unico mio desiderio è finire questa cazzo di guerra al più presto, diventare medico dopo tutti i sacrifici che ho fatto per studiare e amare sinceramente qualcuno , qualsiasi sia la razza o la nazionalità. Non mi importa cosa pensano gli altri. Nessuno sa cosa accade nella mia casa. Ma ora devo rispettare gli ordini che mi sono stati imposti o dovrò dire addio ai miei progetti e la mia famiglia!" Urlò passandosi una mano tra i capelli.
Lo lasciai sfogare.
Mi alzai lentamente e lo lasciai sfogare in tutta la sua frustrazione.
Avevo sempre visto il mio punto di vista. Il suo era altrettanto difficile ma non era facile capirci a vicenda.
Me ne stavo andando quando il suono di una sirena fece sussultare entrambi.
"Cos'è , Bendix?" Domandai tornando indietro.
"Stanno per attaccare. Dobbiamo andarcene!" Esclamò improvvisamente preoccupato prendendomi per mano.
Mi trascinò via. La sirena non smetteva di suonare mentre Bendix cercava un posto sicuro.
"Cosa stai cercando?" Gli domandai mentre lui mostrava sicurezza nel muoversi.
"Sotto il ponte c'è un passaggio sotterraneo in caso di bombardamenti.Dobbiamo rifugiarci lì. È un po' stretto ma basterà per entrambi." Rivelò mentre ci avvicinavamo ad una piccola porta sotto il ponte.
"Abbassati ed entra prima tu." Mi suggerì guardandosi intorno.
Seguii i suoi ordini mentre il suono di un aereo sembrava avvicinarsi.
Mi seguì di corsa chiudendo la porticina alle sue spalle.
"Ben, dammi la mano. Non si vede nulla." Rivelai mentre la sua mano cercava la mia.
"Non ci credo che ho dovuto arrendere i bombardamenti per darti la mano ed essere chiamato con un nomignolo." Sussurrò .
"Esatto. E se non la smetti di vantarti ritiro tutto." Sussurrai con una mano dinanzi a me pronta a notificare la presenza di un muro.
Quando lo trovai mi fermai e Bendix fece lo stesso avvicinandosi a me.
"Puoi lasciarmi la mano adesso. Tanto non possiamo andare oltre e riesco ad avvertire il tuo respiro su di me come prova della tua presenza." Sussurrai.
Sentii una piccola risata poi lasciò la mia mano. Ciò che non mi aspettavo era ciò che avvenne dopo.
Si avvicinò a me ancor di più . Riuscivo ad avvertire il suo respiro caldo sul mio collo mentre la sua mano accarezzava il mio viso.
Mi posò diversi baci sul mento prima di avvertire il suo respiro sulle mie labbra. Cercò un mio consenso che arrivò poco dopo. Lasciai che i nostri nasi si sfiorassero. Bendix avvicinò il suo volto al mio quando con la sua mano sollevò il mio viso e finalmente le sue labbra sfiorarono le mie fino a schiudersi.
In quel momento svanì tutto. Svanirono i bombardamenti . Svanì la differenza tra tedeschi e italiani e svanì la guerra che si opponeva ai nostri sentimenti.
I suoi baci diventarono avidi mentre piccoli brividi attraversarono tutto il mio corpo. Per la prima volta mi lasciai davvero andare. Lasciai che la sua lingua accarezzasse la mia e che le sue mani cercassero guardinghe i miei fianchi.
Ovviamente non durò molto.
L'allarme suonò nuovamente , segno che gli aerei nemici si fossero allontanati.
In quel momento tutto tornò reale e anche la mia consapevolezza fece capolino nella mia mente. Avevo dato il mio primo bacio ad un nemico, un nemico che mi stava regalando emozioni vere e che mi facessero sentire davvero donna.
Se i partigiani lo avessero scoperto non sarebbero stati così clementi con me.
"Io vado..." sussurrai di botto allontanandomi.
"Carol..." Sussurrò Bendix con un tono amareggiato. Aveva capito che mi stessi allontanando da lui.
Corsi verso l'uscita cercando di non sbattere contro nulla.
Quando riuscii ad aprire la porta corsi via, spaventata da quel nuovo mondo di emozioni e da ciò che ne sarebbe derivato.

*Mussolini non accettava inglesismi o altre parole straniere in Italia. Con lui è nata la parola tramezzino al posto di sandwich e venivano italianizzati alcuni termini. Ex: filmo invece di film, alcole invece di alcool...

Il Nastro Rosso ~ Amore in GuerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora