Capitolo 5

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Alla fine della Messa domenicale decisi di restare a Piazza del Popolo.
Non ero l'unica. Anche Luca si trovava a pochi passi da me a discutere di alcune questioni importanti con altri partigiani.
Mi fermai sotto un portico . Qualcuno aveva acceso la radio. Riuscivo ad ascoltare una delle mie canzoni preferite del momento, Ma l'amore no. Decisi di canticchiarla dato che il canto era una delle mie passioni:

Guardando le rose
fiorite stamani
io penso:
domani
saranno appassite
E tutte le cose
son come le rose
che vivono un giorno
un'ora e
non più!
Ma l'amore, no
l'amore mio non può
disperdersi nel vento, con le rose
Tanto è forte che non cederà,
non sfiorirà!

"Allora sei davvero una Lorelei!" Esclamò una voce alle mie spalle facendomi sussultare.
"Sì, fa' attenzione o il mio canto ti condurrà ad un tragico e segnato destino." Lo presi in giro , riconoscendolo, voltandomi.
"Oh , non desidero altro che essere distrutto e lacerato da te, meine Königin*" Esclamò Bendix con fare teatrale baciandomi una mano.
Gli sorrisi mentre lo incitavo ad alzarsi.
"Come stai?" Gli domandai seria mentre giocavo con una ciocca dei miei lunghi capelli.
"Bene adesso , soltanto un po' assonnato. Tu?" Mi chiese di rimando.
"Benissimo altrimenti non mi sarei messa a cantare." Rivelai.
"Perfetto. Sai, in caso contrario, avrei preparato già il fucile ." Ironizzò facendomi sorridere.
"Carol!" Urlò la voce di una bambina saltandomi addosso.
Era la figlia della signora Bianchi. Aveva soltanto 5 anni ma comprendeva tutto ciò che la circondava.
"Ehi, Chiara. Dov'è la mamma?" Le domandai prendendola in braccio.
"È lì, con papà !" Esclamò indicandomela.
La salutai con un gesto della mano poi rivolsi la mia più completa attenzione alla bambina che avevo tra le braccia.
"Sei una piccola principessa oggi, quando mi porti nel tuo castello?" Giocai con lei.
"Domani!" Esclamò entusiasta.
"Come , come , come?" Si intromise Bendix, "non abitate insieme? Credevo che le principesse e le regine condividessero lo stesso castello!" Continuò accarezzandole il nasino.
Chiara mi guardò con i suoi occhioni azzurri poi mi abbracciò , fortemente imbarazzata e impaurita. Aveva sicuramente notato l'aquila reale sulla giacca di Bendix comprendendone la natura.
"Ehi , piccola." La tranquillizzai, "non preoccuparti, non morde!"
Finalmente si decise ad alzare lo sguardo e si voltò verso lui.
"Come ti chiami?" Gli domandò con la sua vocina dolce.
"Bendix. E tu devi essere Chiara." Si presentò il ragazzo al mio fianco.
"Esatto . E se farai del male a Carol ti chiuderò nella prigione del mio castello!" Lo minacciò puntandogli un dito contro e scendendo dal mio braccio.
"Non oserei mai!" Esclamò Bendix alzando le mani.
"Ci siamo intesi allora. Ciao Carol, ci vediamo dopo!" Mi salutò la piccolina subito dopo mandandomi un bacio.
"A dopo, piccola!" Sussurrai di rimando.
"Ti amano tutti e stranamente non mi meraviglio ." Affermò Bendix nascondendo le mani nelle tasche.
"Non mi amano tutti. Il primo che mi odia è il tuo amico Müller." Rivelai osservandolo.
"Non è un mio amico, e poi lui non conta . Odia tutti!" Mi rassicurò sorridendomi.
"Comunque pensavo che l'incontro dell'altra sera dovrebbe avvenire più spesso. Mi piace parlare con te..." Rivelò facendomi sorridere.
"Hai ragione. Magari riaccadrà. Non si può mai sapere cosa il destino abbia in serbo per noi ..." sussurrai sistemando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Lo spero tanto. Forse più di quanto mi è permesso desiderare..." Esclamò quando qualcuno da lontano lo chiamò.
"Bendix, wir brauchen dich! Komm alleine oder wir müssen dich schleppen!" Lo richiamò l'ufficiale Müller da lontano.
Bendix, abbiamo bisogno di te! Vieni da solo o dobbiamo trascinarti!
"Arrivo!" Urlò, poi rivolse completamente la sua attenzione verso di me, "io vado, mi farò vivo presto. Il nostro posto lo conosci..." Sussurrò con un occhiolino riferendosi al fiume.
"Va bene. Ci rincontreremo, allora." Sussurrai mentre mi posava un bacio sulla guancia.
"E non arrossire, altrimenti non riesco ad andarmene!" Esclamò mentre si allontanava.
Lo salutai con un cenno della mano. L'ultima cosa che vidi fu il suo sorriso, vivo come un fiume in piena.
Possedeva grazia, sicurezza e tranquillità in un mix che sembrava quasi impossibile.
L'attimo di felicità durò pochi secondi. Luca mi si piazzò davanti con uno sguardo indecifrabile.
"Chi è quello?!" Domandò a denti stretti incrociando le braccia.
"Bendix." Sussurrai con nonchalance guardandolo negli occhi.
"Bendix..." scimmiottò, "non è solo Bendix. È un ufficiale nazista. Ti ricordo che tu combatti contro di loro! O hai dimenticato il tuo ruolo, Carol?" Mi rinfacciò mentre la rabbia si stava rendendo evidente in lui.
"Non ho dimenticato un bel niente. Per me non è nessuno, fingo di essergli amica. Un' amicizia che potrà esserci utile più del dovuto, prima o poi!" Esclamai di rimando guardandolo seriamente.
"Carol, lui non ti guardava come un' amica. Sai cosa ti faranno gli altri quando sapranno che tra voi c'è stato qualcosa?" Domandò preoccupato cercando di non farsi sentire dal resto del gruppo.
"Luca, tra me e lui non c'è nulla! Sto sfruttando queste sue attenzioni per svolgere al meglio le nostre missioni!" Gli urlai contro nonostante fosse una bugia.
"Dammi un piano ed io smetterò di persuaderti." Mi incitò .
" non ho ancora un piano ma per adesso mi ha fatto scansare diversi controlli e non mi ha mandato in prigione , nonostante mi avesse vista oltre il coprifuoco." Rivelai facendo rilassare i muscoli del mio corpo.
Si calmò anche lui.
"Lo spero , Carol, lo spero. Sappi solo che non cambierà per te. Loro vivono di guerra e vivono di supremazia. Non ci sono santi. Lui non sarà diverso." Esclamò sbattendomi una realtà in faccia che messo da parte da diversi giorni.
"Lo so, Luca. Fidati solo di me." Lo rassicurai con sguardo implorante.
"Mi fido di te ma sono anche preoccupato matto per te." Sussurrò abbracciandomi.
Ricambiai il suo abbraccio con trasporto.
I suoi occhioni verdi avevano sofferto molto e non voleva che accadesse ancora.
"A proposito..." Sussurrò, " quando hai intenzione di dare una possibilità ad Antonio?" Domandò improvvisamente.
Scoppiai a ridergli in faccia.
"Davvero prendi in considerazione Antonio? È insignificante e non capisce ciò che dico." Rivelai staccandomi da lui.
"È logico se tu parli solo di libri..." Mi rimproverò poi continuò: "Ti prego. Dagli una piccola possibilità. Non lo sopporto più. Continua a tormentarmi."
"Certo. Quando avrà il coraggio di rivelarmelo ne riparleremo." Esclamai cercando di deviare la sua attenzione su altro.
"Ti voglio bene." Mi Sussurrò posandomi un bacio sulla fronte.
"Anch'io, Luchino." Gli risposi con una linguaccia sapendo quanto odiasse quel diminutivo.
"Ha ha ha" ironizzò allontanandosi.
Non avevamo bisogno di molte parole. Ci conoscevamo così bene che bastava un solo sguardo per rassicurarci a vicenda.
Non sopportavo Antonio, e mai lo avrei fatto. Ma , se quelle parole fossero servite a Luca per sapermi  al sicuro, avrei continuato a mentire.
Osservai Antonio guardarlo da lontano ma non lo salutai. Sapevo che prima o poi si sarebbe fatto avanti ma desideravo che ciò avvenisse quanto più in là possibile.
Nel frattempo speravo soltanto che tutto potesse andare per il meglio.
E , invece, tutto stava per andare a rotoli...

*Mia regina

Il Nastro Rosso ~ Amore in GuerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora