Capitolo 26 ~ Capitolo Finale

413 23 4
                                    

BOLOGNA, 21 Aprile 1945.
Ancora oggi non riesco a spiegarmi se in quel momento fosse l'adrenalina o la paura a farmi correre così veloce. Sembravo una piuma caduta per sbaglio in un vortice di vento e, nonostante ciò , riusciva a rimanere indenne fino alla fine della tempesta. Anche Bendix era sollevato che riuscissi a reggere il suo passo, non me lo diceva ma riuscivo a leggerlo dai suoi occhi preoccupati. Non voleva lasciarmi la mano, nemmeno quando altri soldati gli ordinarono di far evacuare tutta la prigione e fuggire con i camion, anzi, fu il movente principale per convincersi a non perdermi di vista. Capii ciò che stava accadendo e, nonostante la paura di ciò che sarebbe successo dopo, ero orgogliosa che i partigiani e gli alleati stessero riuscendo a liberare il mio amato paese.
Avevamo vinto la guerra, avevamo riacquistato l'identità e la libertà per cui così tanto avevamo lottato.
"Dove andiamo, Bendix?" Domandai mentre il primo camion veniva fatto caricare e mancava poco per la partenza.
Bendix non osava guardarmi. Si soffermava su ciò che gli altri soldati impartivano ai prigionieri. Poi lo fece. Mi strinse forte la mano e mi invitò ad allungarmi verso le sue labbra.
"Dobbiamo scappare di qui prima che parta il secondo camion..." Sussurrò sicuro incastrando i suoi occhi azzurro chiaro nei miei.
Erano così belli che sarei rimasta lì per ore a guardarli e perdermi al loro interno, in un labirinto pericoloso e sublime.
"Perché? Dove li portano?" Osai domandare e il luccichio colpevole negli occhi di Bendix non mi tranquillizzò per niente.
"Vogliono fucilarli, tutti, prima che possano trovarli e trovarci." Rivelò con un sospiro profondo, "non possiamo andare con loro, ti ucciderebbero sicuramente e se proverò a fermarli e salvarti ucciderebbero entrambi. La soluzione è scappare." Continuò risoluto mordendosi il labbro inferiore.
"Come facciamo?" Domandai incerta mentre gli occhi di Bendix guardavano Bauer in cerca di consenso. Avevano già parlato, sicuramente , e chiarito e organizzato i dettagli per la fuga.
"Siamo solo io e Bauer, dovrebbe arrivare un terzo comandante per far partire il camion. Tu ed io saremo i primi a scappare, prima che arrivi lui. Lisa è sotto copertura, non faranno nulla a lei e Bauer." Mi spiegò poi aggiunse con il volto più sollevato, "è rischioso ma in questo modo non salveremo soltanto la tua vita, ma anche quella degli altri prigionieri..."
Ecco perché lo amavo. Anche se non glielo avevo mai espresso a parole. Lo amavo perché non voleva fare del male a nessuno. L'unico suo obiettivo era portare giustizia senza che la sua coscienza ne restasse illesa.
"Okay. Mi fido di te , qualsiasi sia il tuo piano mi affido alle tue mani. Non mi hai mai deluso e , qualunque cosa accada, sei l'unica persona con cui mi piacerebbe vivere o perire..." sussurrai incastrando la mia mano nella sua.
Me la strinse più forte, la portò alle labbra e la baciò.
"Ascoltami bene, Carol. Ogni errore sarà decisivo. Retrocedi lentamente seguendo il mio passo. Ce ne andremo inosservati e nessuno se ne accorgerà." Bisbigliò piano iniziando a retrocedere lentamente. Dietro di noi, una siepe, avrebbe coperto la nostra fuga. Sentivo il mio cuore battere forte mentre l'aroma del profumo di Bendix pizzicava fortemente le mie narici trascinandomi in una calma innaturale.
"Brava, così, seguimi piano..." Sussurrò Bendix con un sospiro tirato. Tra i due era sicuramente il più teso. Io ero da anni abituata a fare tutto di nascosto e ideare i sotterfugi. Per Bendix era la prima volta e doveva affidarsi soltanto al suo intelletto e il suo intuito.
Quando arrivammo alla siepe ascoltai i battiti del mio cuore riprendere il loro normale ritmo ed il mio respiro tornare naturale. Anche il tocco della mano di Bendix sembrò addolcirsi e allentarsi.
"Non appena arriveremo in strada dovrò togliere la divisa , è troppo rischioso e i partigiani e gli alleati ci stanno cercando come matti..." ricordò più a se stesso che a me.
Annuii e ci voltammo entrami in direzione opposta, in modo da rendere i nostri passi più delineati e la nostra fuga più sicura.
"Pronta a correre? Conterò fino a tre..." Sussurrò Bendix mentre io gli assicuravo che avrei fatto qualsiasi cosa lui avesse deciso.
"Uno... due..."
"Cosa state facendo voi due?" Urlò una voce che riconobbi all'istante . Tremai al suo ricordo e dalla stretta feroce di Bendix capii quanto fosse irritato e furioso.
Ci voltammo verso il camion e Bendix abbandonò velocemente la mia mano.
"Doveva andare in bagno. Non che io abbia bisogno di allontanare una ragazza dagli altri e farle del male per sentirmi uomo..." intervenne Bendix per evitare guai che non avevamo previsto.
"Se vuoi l'accompagno io..." propose Müller facendomi irrigidire. Il suono della sua voce fece ritornare nella mia mente le immagini delle sue mani schifose su di me bloccandomi violentemente il respiro. Abbassai lo sguardo e mi rifiutai di guardarlo. Lasciai che Bendix parlasse al posto mio:
"Non so se hai notato, Müller, ma non ci sono più gli altri ufficiali a fermarmi. Procederò volentieri alla mia precedente volontà." Lo minacciò Bendix incrociando le braccia.
"E tu, non so se hai notato, caro Kaiser, ma sono il comandante che farà partire questo camion... se mi dai l'onore di procedere al mio lavoro... te ne sarai grato." Lo rispose facendoci realizzare ciò che stava accadendo .
Il nostro piano era saltato. Non avevamo più via di fuga . Io oppure entrambi saremmo morti.
"Salite tutti su questo cazzo di camion!" Comandò Müller a voce alta mentre per la prima volta la paura si impossessava di me.
"Bendix..." sussurrai, "promettimi che non morirai con me..." lo pregai mentre lui guardava altrove.
"Non morirai, Carol. Non chiedermi cose impossibili." Esclamò risoluto proseguendo verso il camion.
"Bendix , è saltato tutto. Ciò che conta adesso è che uno dei due sopravviva e tu sei l'unico che ne abbia la possibilità. Non voglio che tu ti sacrifichi per me , non mi salverà la vita il tuo sacrificio." Lo implorai senza ottenere risposta.
Mi aiutò a salire sul camion rimanendo in silenzio. Si sedette accanto a me ed ebbi la sensazione di tornare al giorno in cui fui portata alla prigione.
L'effetto era del tutto contrastante però. Quel giorno ero forte, sicura , Bendix voleva che io soffrissi ed io avrei sopportato tutto con la speranza che Luca fosse fuggito, invece in quel momento il timore e l'ansia si erano impossessati di me, Bendix mi voleva salvare a tutti i costi e Luca non c'era più...
solo al pensiero di mio fratello il cuore mi si indolenziva. Avrebbe gioito tanto quel giorno, sapendo che avremmo liberato l'Italia e,  invece , si trovava tra le nubi scure di quella giornata ad aspettare il mio ritorno che non sarebbe tardato ad arrivare.
Bendix cinse il suo braccio lungo i miei fianchi mentre Müller prendeva il comando in fondo.
"Partiamo!" Ordinò all'artista che mise in moto, o almeno... ci provò.
Il camion provò a partire ma non ci riusciva , sembrava impossibile proseguire.
Il mio animo si tranquillizzò e anche Bendix sembrò tirare un sospiro di sollievo.
"Cosa diavolo succede?!" Urlò Müller scendendo immediatamente dal retro.
"Non parte,  signore..." esclamò il povero autista con un sospiro.
Il povero ragazzo non si sarebbe aspettato che le sue parole avrebbero causato la sua fine.
Con un impeto d'ira, Müller afferrò il fucile e gli sferzò un colpo alla testa .
L'aria si riempì di urla di paura. I prigionieri erano terrorizzati e non sapevano cosa gli spettasse.
"Bauer, Kaiser! Da questa parte. Li uccideremo qui se non è possibile alt..." Comandò Müller ma non riuscì a terminare le sue parole. Bendix , con uno scatto veloce, lo aveva già sparato. Le urla aumentarono mentre io restavo immobile a realizzare ciò che stava accadendo. Müller era morto, ucciso da Bendix, per salvare la mia vita e quella di altre 20 persone.
Ricordai le parole profetiche di Luca: quando rivedrai quella bestia che ti ha fatto questi lividi dovrai mostrare il tuo sorriso migliore perché sono certo che prima o poi ballerai sul suo cadavere.
Fui per un attimo persa nei miei ricordi e bastò per farmi prendere coscienza di dover sopravvivere per Luca.
"Correte tutti finché potete. Ora o mai più! Siate liberi!" Urlò Bendix correndo dalla parte opposta e trascinandomi con sé. Lisa e Bauer ci seguirono e capii che era arrivata la nostra ora. Dovevamo salvarci e scappare, prima che fosse troppo tardi.
"Ricorda, Carol." Sussurrò prendendo il mio viso tra le mani, "domani, appena saremo sbarcati in America, noi ci sposeremo. Lisa e Bauer saranno i nostri testimoni e noi i loro. Devi resistere soltanto un giorno in più."
Mi posò un bacio sulla fronte e tentò di proseguire. A parte Bauer e Lisa, non era rimasto più nessuno lì.
Lo fermai. Gli tirai un braccio e feci in modo che le sue braccia mi cingessero i fianchi.
Lo baciai. Lo baciai così forte che avevo il timore di vacillare da un momento all'altro. Non capivo il perché ma le emozioni che provai in quel momento superarono qualsiasi aspettativa. Volevo soltanto averlo tra le braccia e non perderlo un solo secondo.
"Ti amo, Carol." Sentii sussurrare per la prima volta nel vento, quasi come un fruscio di foglie in un giorno mite d'autunno.
"Ti amo..." uscì dalle mie labbra e sentii gli occhi inumidirsi dall'emozione. Avrei tanto voluto che durasse di più. Che quell'attimo potesse fermarsi in eterno e ripetersi all'infinito. Purtroppo però non era possibile giocare con il tempo, e lo avevo imparato a mie spese.
"Vieni..." mi ordinò Bendix e mi prese per mano spingendomi a seguirlo.
"Dobbiamo evitare la strada, Ben. Meglio percorrere la campagna." Consigliò Bauer.
"La campagna è il posto sicuro dei partigiani, ci ucciderebbero..." li informai inutilmente.
"I partigiani sono per le strade a cercare i fascisti. Non ci troveranno, se saremo cauti." Si intromise per la prima volta Lisa e cercai di essere fiduciosa come loro.
"Andiamo allora." Sussurrai proseguendo il cammino.
Ci avviammo per vicoli deserti e passaggi secondari. Dovevamo soltanto far in modo che Ben e Bauer trovassero dei panni puliti e prendere la prima nave per New York.
Bendix aveva già tolto la giacca col suo nome e l'aquila reale. Nonostante ciò i pantaloni erano ancora palesemente tedeschi.
Passammo ore a cercare un posto abbandonato e sicuro, inutilmente.
Poi, trovammo un piccolo boschetto che ci avrebbe aiutato almeno per la notte.
"Un ultimo sforzo..." Sussurrò Bendix tra i miei capelli posandomi un bacio .
"Dobbiamo attraversare la strada, siete sicuri di farlo?" Domandi irrequieta guardando loro.
Avevo una brutta sensazione e non volevo proseguire, ma ormai non c'era più altra soluzione.
"Al mio via corriamo." Propose Bauer.
Eravamo tutti pronti. Tutti pronti in attesa di un verdetto.
"Via!" Urlò e seguimmo tutti il suo passo veloce.
Soltanto uno sparo ci fece vacillare ma non ci fermammo.
"Cosa è stato?" Domandai tormentata mentre con una mano sulla spalla Bendix mi invitava a proseguire.
"Pensa soltanto a correre e non voltarti!" Urlò Bendix affaticato mentre poggiava la sua mano sulla mia spalla incoraggiandomi a continuare mentre lui mi seguiva.
Seguii il suo consiglio finché non arrivammo in una casa abbandonata. Bauer fu il primo ad entrare e accertarsi che non ci fosse nessuno.
Quando ce lo riferì, il suo volto impallidì.
Sentii un sospiro affannato dietro di me e il braccio di Bendix allentare sempre di più la sua presa.
Quando mi voltai la voce mi si mozzò in gola e il fiato mi mancò.
Riuscii a reggere al volo Bendix che cadde tra le mie braccia deboli facendomi scivolare con lui su quel lurido pavimento.
"Bendix..." sussurrai con voce strozzata mentre con una mano sfioravo la macchia di sangue nel suo ventre.
"Carol... non devi preoccuparti per me..." Sussurrò sforzandosi facendomi sussultare. Si era trattenuto fino a quel momento per salvare tutti noi...
"Cazzo, Bendix . Come faccio a non preoccuparmi. Non puoi lasciarmi anche tu, Cazzo!" Gli urlai tra le mie lacrime che iniziarono a correre sul suo volto bianco e sudato.
"Carol, Carol. Ti supplico. Non devi piangere... non voglio che tu pianga per me..." mi bisbigliò mentre alle mie spalle Lisa emetteva un grido soffocato.
"Non andartene, Ben. Ti supplico, ti scongiuro. Resisti , domani è il nostro giorno. Sarò per sempre tua... ti prego..."
Il mio cuore non reggeva più , si stava spezzando in mille pezzi e non si sarebbe più sanato.
"Carol, non era necessario il matrimonio.... a farmi capire che sono sempre stato tuo... ti ho sempre amato, da quella dolce sera in cui ti ho trovata tra le rive del Savio con un libro tra le mani e il nastro rosso tra i capelli. Sarò per sempre tuo ed io sarò sempre in te, lo so. Il mio cuore è sempre stato tu affinché lo rompessi e ricucissi quante volte volessi. Promettimi che sarai felice, anche senza di me..." mi implorò Bendix mentre i miei occhi si rifiutavano di guardarlo.
"Guardami e ... promettimelo, Carol."
Spostò il suo sguardo facendo incastrare  per l'ultima volta i suoi bellissimi occhi azzurri nei miei.
"Ti amo, Bendix. Ti amerò per sempre. Prometto qualsiasi cosa tu voglia basta che tu sia felice..." sussurrai tra le lacrime avvicinando il mio viso al suo posandogli un ultimo bacio sulle sulle labbra tremanti.
"Sono felice, Carol... non avrei mai creduto che il mio ultimo giorno sulla Terra sarebbe stato anche il più bello..."
Queste furono le ultime parole pronunciate dalle sue labbra. Osservai inerte e incapace i suoi occhi azzurri diventare vitrei e ghiacciati congelando per sempre i suoi sogni irrealizzati.
La sua anima era volta in cielo a terminare il ciclo che da sempre gli spettava. Era sempre stato il mio angelo e finalmente aveva acquistato le sue ali.
Eppure aveva lacerato la mia di anima. E quella non si sarebbe mai più cicatrizzata. Ecco perché in quel momento un vortice nero mi travolse bruscamente.
L'amore della mia vita non c'era più, e aveva portato con sé ogni parte di me.





•La storia non è terminata qui. Ci sarà un piccolo epilogo nel prossimo e ultimissimo capitolo.🥀💔

Il Nastro Rosso ~ Amore in GuerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora