Capitolo 20

416 25 1
                                    

⭕️⭕️⭕️⭕️⭕️⭕️⭕️⭕️⭕️⭕️⭕️⭕️⭕️⭕️⭕️
"Di chi era la lettera?" Domandai a Bendix cercando di capirne qualcosa.
"Lo scoprirai presto. È una sorpresa!" Esclamò posandomi un bacio sulla fronte.
"Bene. Tieniti anche i tuoi stupidi segreti. Non mi importa, sai?" Lo presi in giro voltandogli le spalle.
"Ne sarai entusiasta, credimi. Non vedo l'ora che vi conosciate!" Affermò euforico con occhi sorridenti.
Era da tempo che non lo vedevo così e mi si riempiva il cuore  .
"Hai parlato di me con questa persona?" Gli Domandai sorpresa nascondendo un sorriso.
"Può darsi..." Sussurrò sorridendo. Anche il suo amico Bauer ne era entusiasta e ciò mi incuriosiva maggiormente.
"Dai, Ben. Adesso devi dirmi chi arriva..." gli ordinai incrociando le braccia al petto.
"Aspetta soltanto qualche ora, ne varrà la pena..." Sussurrò prendendomi una mano mentre una quarta persona Si intromise tra noi.
"Bendix , ti avevo detto di risolvere questa situazione! Cosa hai deciso?" Domandò Müller con il suo fare rigido e altezzoso.
"Nulla." Rispose Bendix tranquillo.
"Allora vallo a dire al comandante Danau. Ti sta aspettando." Gli riferì fermo, senza batter ciglio.
"Venga pure a chiamarmi qui!" Esclamò Bendix non spostandosi dalla cella , con uno sguardo gelido cercò di allontanare Müller.
"Bendix, allora non ti è chiaro nulla. Vai subito lì o verrai trasferito al fronte, allora sì che non vedrai più la tua signorina italiana!" Gli ordinò procurandomi brividi gelidi lungo la schiena. Ancora una volta volevano fare del male a Bendix a causa mia.
"Okay, vado. Bauer, resta tu di guardia." Supplicò Bendix rivolgendosi al compagno.
Bauer prese il suo posto e Bendix fu più rilassato nell'andarsene. Bastò un solo sguardo che si scambiarono per capire quanto si fidassero l'un l'altro e la stima reciproca.
"Prima o poi sparirai anche tu , bambolina!" Esclamò irritato Müller avvicinandosi.
"Mi sembra che non spetti a te decidere..." lo provocai senza indietreggiare.
Bauer mi guardava di sottecchi, quasi avesse il timore che Müller stesse per farmi del male.
"No, però a me spettano altre cose più spaventose!" Sussurrò vittorioso credendo di aver avuto la sua vincita.
"Non mi fai paura, Müller!" Esclamai guadagnandomi un suo sguardo avvelenato.
"Non ancora. Ma so già come far abbassare quella tua testolina del cazzo e la tua autostima!" Mi rispose con una fragorosa risata.
Non gli risposi, bastavano i miei occhi fissi nei suoi per far capire che se avessi voluto sarei stata più forte di lui.
Non vacillò un secondo. Salutò in modo beffo Bauer e si decise ad andarsene.
Io e Bauer tirammo un sospiro di sollievo e tornammo ai nostri doveri, o meglio, lui tornò al suo dovere di guardia .
Non mi sarei mai aspettata che Müller sarebbe tornato, e non da solo.
"Prendete Bauer ! Voi altri prendetela e venite con me!" Ordinò freddamente Müller comandando i suoi uomini.
"Cosa cazzo vuoi farmi?" Gli urlai divincolandomi dalla stretta dei soldati.
"Ti ho detto che avrei abbassato la tua cresta e lo farò!" Mi informò facendomi spaventare per la prima volta.
"Lasciatemi! Bendix non lo permetterà !"  Gridai cercando di tenere i piedi saldi a terra.
"Infatti Bendix non tornerà presto... ti divertirai con me..." annunciò con sorriso di sfida.
Non mi mossi, sapevo che mi sarebbero rimasti i lividi ma non potevo permettere che mi facesse del male. Sapevo che se fossi finita nelle sue mani, avrei ricordato con orrore quel momento per tutta la vita.
"Scopriamo insieme cosa Bendix Kaiser vede di bello in te..." continuò senza ottenere risposta.
"Sai che Kaiser si vendicherà, vero?" Si intromise qualcuno che non avevo mai visto prima.
"Kaiser, vorrei ricordarti caro Salmer , non potrà mai competere con me..." affermò Müller sicuro.
"Non lo hai mai visto arrabbiato allora..." si intromise ancora l'altro guadagnandosi uno sguardo mio curioso.
Volevo guadagnare tempo e aspettare che tornasse Bendix. Bauer era stato picchiato , giaceva privo di sensi sul pavimento.
"Muovetevi ! Portatela nella mia stanza!" Urlò prendendo il comando.
Mi divincolai più forte ma la loro presa aumentò sollevandomi tra le loro braccia e togliendomi i piedi da terra.
"Lasciatemi immediatamente!" Gridavo inutilmente.
Il silenzio alleggiava tra le celle, nessuno , nemmeno il resto dei soldati, osava intromettersi con Müller. Sapevo cosa mi sarebbe successo e non avrei mai voluto che accadesse. Avrei preferito di gran lunga essere torturata che avere le sue mani sul mio corpo.
"Bendix! Ben, vieni!" Urlai sperando mi sentisse ma le risate dei soldati fecero sparire ogni mia speranza.
"Bendix non è qui. Il comandante è al reggimento più vicino, cioè ad un chilometro da qui!" Rise di gusto Müller.
Il resto dei soldati mi posizionò sul suo letto . Müller si posizionò su di me gravando sul mio corpo. Finalmente le altre guardie mi lasciarono ed io ne approfittai per scalciarlo via. I miei calci non gli fecero nulla. Cercai di scappare ma Müller ordinò qualcos'altro ai suoi compagni:
"Mantenetele gambe e braccia. Non deve muoversi di qui!"
"Che razza di uomo sei! Sei un mostro! Io non ho il potere di giudicarti ma Dio sì e avrai finalmente ciò che meriti!" Gli urlai sul viso sputandogli in faccia.
Il mio gesto lo fece imbestialire tanto che la mia guancia iniziò a bruciare a causa di un suo schiaffo. Non si risparmiò di misurare la potenza. Avvertivo la mia pelle tremare mentre cercavo di trattenere le lacrime e non mostrargli quanto mi stesse terrificando e annientando ciò che stava facendo.
"Smettila , Müller e ti giuro che non dirò nulla a Bendix..." sussurrai un'ultima volta provocando un suo sorriso divertito.
"Non mi importa nulla di Bendix Kaiser..." mormorò e le sue labbra si mossero sul mio collo.
Ormai era finita. Mi strappò gli abiti di dosso mentre , per la prima volta in vita mia , lacrime amare mi scivolavano sul viso. Rimasi immobile mentre lui spezzava la mia anima pezzo per pezzo. Non era solo il mio corpo a soffrire, non era solo l'umiliazione e la privazione di ciò che era riservato alla persona che amavo. Mi stava uccidendo dentro e non sarei più tornata la Carol di prima, e nemmeno Rebecca. Un vortice nero mi stava trascinando con sé ripercorrendo tutti i momenti bui che ne sarebbero conseguiti. Non restava più niente di me. Stavo scomparendo e non mi sarei più risvegliata . Persi i sensi ma ero certa che da lì in poi la bomba sarebbe esplosa.

Il Nastro Rosso ~ Amore in GuerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora