Capitolo 15

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Corsi più che potei verso il nostro rifugio. Dovevo arrivare prima dei tedeschi ma purtroppo , pur di non incrociarli, dovetti incamminarmi per il percorso più lungo. Rischiai diverse volte di cadere ma non potevo fermarmi, dovevo salvare i miei compagni.
Pregai con tutto il cuore che Luca fosse altrove , che magari stesse guidando lui quel camion. E invece , le mie speranze furono bloccate non appena arrivai a casa. Luca era fuori, del tutto sorridente e ignaro di ciò che stesse accadendo.
"Luca, Luca . Dov'è Diego? Dobbiamo scappare! Stanno arrivando i tedeschi!" Gli urlai d'un fiato mentre proseguivo verso l'interno .
Luca mi seguiva a ruota del tutto sconvolto e incredulo mentre cercava di avvisare gli altri.
"Diego, stanno arrivando, ve lo avevo detto di far sparire al più presto il camion. Stanno cercando rinforzi e arriveranno!" Gli urlai sconsolata obbligando tutti ad uscire da lì.
"Dovete correre! Prima che sia troppo tardi!" Continuai ad urlare ma nessuno sembrava darmi ascolto più del dovuto.
"Sicura che non sia una trovata tua e del tuo amico tedesco per sorprenderci altrove e rubare le nostre difese?" Improvvisò qualcuno facendomi imbestialire.
"Cazzo! Sei proprio un imbecille del cazzo! È proprio grazie a lui che so che stanno arrivando! Ho ascoltato la sua conversazione con un altro soldato. Non sa nemmeno che li ho capiti! Adesso per favore , se non vuoi andartene, resta qui ma fai in modo che uccidano solo te e non noi altri!" Gli urlai contro e Luca dovette fermarmi pur di non saltargli addosso.
"Io mi fido di lei." Si intromise quest'ultimo posandomi un'arma tra le mani.
"Dobbiamo andarcene al più presto..." continuò passandosi una mano tra i capelli. I suoi occhi verdi erano rabbuiati , segno che fosse spaventato.
"Sono qui fuori, sono quasi arrivati!" Confermò Antonio correndo verso il vuoto.
"Allontanatevi dalle finestre!" Comandò Luca spingendomi verso il basso.
Non terminò nemmeno la frase che la finestra principale si ruppe in mille pezzi.
Ci Stavano attaccando. Era troppo tardi per qualsiasi azione o contromossa.
"Scappate tutti dalle finestre sul retro! Forza!" Urlò Diego.
Ormai si stavano avvicinando e non tutti avrebbero potuto salvarsi.
Sentivo le suole delle loro scarpe far rumore sul terreno asciutto e i colpi farsi più vicini.
Tirai un lungo respiro ma il mio cuore non voleva ascoltarmi. Batteva all'impazzata e non riuscivo a fermarlo. In tutta la mia vita quella era la prima volta che conobbi gli effetti drammatici dell'ansia.
"Vieni, Carol!" Mi ordinò Luca trascinandomi per mano.
"Luca non c'è più tempo per fuggire. Dobbiamo nasconderci, se usciremo dalla finestra ci spareranno. Dobbiamo tentare il tutto per tutto con un nascondiglio!" Gli suggerii mentre lui rifletteva attentamente sulle mie parole.
"Bene, vieni con me." Esclamò risoluto portandomi con sé.
Rimasi sorpresa nell'osservare quanta lucidità avesse anche in un momento del genere. Era fermo e calmo , ragionava nel migliore dei modi e , a differenza degli altri che correvano in modo egoistico in cerca di salvezza, lui voleva che io fuggissi con lui. Non voleva andarsene senza di me. Fu in quell'attimo , prima della resa, che capii sul serio ciò che io e Luca contavamo l'uno per l'altra. Non ci avrei pensato due volte a rischiare la vita per lui e lui per me .
Mi trascinò nella camera da letto più lontana. Mi nascose nell'armadio piccolo e stretto. Improbabile che avrebbero guardato lì. Lui si accontentò di mettersi sotto al letto. Nonostante fosse più rischioso, non avrei mai permesso che gli facessero del male.
Pian piano avvertimmo i rumori dalle altre stanze. I colpi di pistola e i lamenti lacerati dei miei compagni mi stavano straziando lentamente il cuore. Pregai per la loro anima e ciò serviva anche per calmarmi e non perdere il controllo.
Stavano distruggendo tutto. Diversi rumori mi fecero sobbalzare e le loro risate isteriche me li fecero odiare ancora di più. Stavano distruggendo la mia casa, l'unica in cui mi fossi sentita davvero al sicuro. Lo stesso stava avvenendo con la mia famiglia. Quello fu il primo giorno in cui crederti davvero di morire. Nessuno ne sarebbe uscito vivo. Pensai alla piccola Chiara che, ignara di tutto, non mi avrebbe più rivista ed io non avrei visto lei diventare una giovane e bellissima donna. Quella sensazione fu vera. Di fatto non la vidi più. Le nostre strade si sarebbero separate ma lei restava per sempre nel mio cuore. La mia dolce e meravigliosa Chiara.
Quando sentii i rumori avvicinarsi alla stanza in cui ci trovavamo io e Luca , trattenni il respiro. Avevo il timore che anche un piccolo e semplice respiro avrebbe potuto tradirci. Non c'era un minimo di luce in quel mobile , non potevo nemmeno osservare Luca e dargli il conforto di cui avevamo bisogno entrambi. Sentii cigolare la porta, il silenzio regnava nella casa ormai e avrei potuto giurare di sentire i battiti del cuore di Luca battere all'unisono col mio. Il soldato eseguì diversi colpi, cercando di capire se qualcuno si trovasse lì, poi con una risata indecifrabile si distolse dai mobili. Mi passó dinanzi senza aprire l'armadio e lo sentii piegarsi con le ginocchia a terra. Fu in quel momento che mi sentii soffocare. Stava per trovare Luca. Sentii qualcuno sobbalzare e il soldato ridere di gusto:
"Bene, Partigiano. Vedrai cosa si prova ad essere un traditore lurido come te!" Esclamò facendo intendere ciò che avrebbe fatto.
Non resistetti un secondo di più. Aprii le ante dell'armadio facendo sobbalzare il soldato che distolse la sua attenzione da Luca.
"Cazzo, Carol! Sei sempre la solita testarda!" Mi urlò Luca che voleva non uscissi da lì. Ne avevamo già parlato . Mi aveva sempre riferito che , in caso di agguato, non avrei dovuto rischiare la mia vita per lui.
"Corri, Luca! Scappa velocemente!" Gli urlai contro mentre il soldato rideva e puntava il fucile verso Luca.
"Quanto siete ingenui!" Esclamò entusiasta mentre si preparava a cliccare il grilletto.
Non ci pensai due volte e gli premetti la pistola che mi aveva dato Luca sulla nuca.
Luca mi guardava sconsolato, sapeva che trovare un partigiano armato significava la morte immediata.
"Prova a sparare e il prossimo proiettile sarà quello che finirà nel tuo cervello!" Lo minacciai mentre voltavo il mio sguardo verso Luca.
"Corri!" Gli urlai.
Finalmente sembrò capirmi.
"Alt ! Alt!" Chiamò in suo soccorso il soldato.
Un altro soldato fece il suo ingresso. Ero certa che da un momento all'altro avrei smesso di esistere e respirare.
"Verrò a salvarti, Carol. Te lo prometto!" Urlò Luca da lontano sparendo tra i proiettili. Speravo soltanto che ne fosse valsa la pena e che si fosse salvato.
"Abbassa subito l'arma, Carol, altrimenti ti giuro su ciò che mi è più caro che sarò io a premere il grilletto !" Sentenziò il tedesco che aveva appena fatto il suo ingresso.
Il cuore iniziò a battermi più veloce.
Avevo riconosciuto la voce e capii in quel momento in che guaio mi ero cacciata e che non ci sarebbe stato più un noi.

Il Nastro Rosso ~ Amore in GuerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora