Capitolo 4

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Diagon Alley, Londra, 26 Febbraio 2005

Diagon Alley era spesso affollata, di sabato mattina, anche in pieno inverno. Quel giorno, però, scendeva una nevicata fitta e umida e quasi tutti gli avventori che solitamente si accalcavano nelle taverne e nei negozi sembravano aver deciso di rimanere al calduccio -e all'asciutto- a casa.

Hermione, che era riuscita a conquistare un tavolino accanto alla vetrina del "Hanna Abbott Pastry & Diner", vide la figuretta snella di Luna danzare tra i fiocchi di neve lungo la strada e sorrise. Il tempo passava, ma la sua amica non cambiava mai.

Quando finalmente la ragazza si decise a entrare, aveva le guance arrossate dal freddo e il berretto di lana - di uno squillante arancione e sormontato da un girasole di feltro a grandezza naturale - completamente zuppo.

«Non è una giornata meravigliosa?» sospirò lasciandosi cadere sulla sedia a lei destinata.

Hermione lanciò un'altra occhiata fuori, per assicurarsi che il clima non fosse cambiato in quei pochi istanti: no, al di là del vetro c'era sempre la solita, grigia Londra, resa ancora più bigia da quei fiocchi pesanti che erano quasi del tutto pioggia. Per terra si era formata una densa fanghiglia, un misto di neve semisciolta, acqua e polvere.

«Uhm, sì, davvero spettacolare» commentò. Da anni aveva rinunciato a capire il modo in cui funzionava la mente di Luna.

Le due ragazze ordinarono, approfittando del fatto che il locale non fosse pieno per scambiare due parole con Hannah, e si persero in chiacchiere mentre consumavano un ottimo pranzo. Era il solito viaggio mensile per acquistare cancelleria e altri materiali necessari per la redazione del Cavillo, per Luna, e la ragazza si lanciò in entusiaste descrizioni della sua ultima ricerca sui Nargilli, che Hermione affrontò con un sorriso.

«Il caro vecchio Mastro dei Sotterranei come sta, invece?»

«Sempre nei sotterranei e sempre acido. Ti aspettavi qualcosa di diverso?» ghignò Hermione. «Ogni giorno trova un nuovo modo per irritarmi. Però ha una conoscenza sterminata, non solo nel campo delle pozioni e degli ingredienti, quindi sopporto stoicamente la sua stronzaggine in cambio di tutte le informazioni che ottengo da lui.»

«Ho sempre pensato che il suo modo di comportarsi fosse un meccanismo di difesa» osservò Luna, sorridendo. Le piaceva sorridere. Qualcuno definiva il suo sorriso "svagato", ma lei preferiva considerarlo pieno di amore per ogni singolo essere che animava l'universo.

A lei il Professor Snape in fondo era sempre piaciuto: aveva riconosciuto fin da subito in lui i segni di qualcuno che aveva subito, da ragazzo, lo stesso tipo di trattamento che aveva subito lei e che quindi potesse capirla, pur avendo reagito al bullismo in maniera del tutto opposta alla sua. Lo disse a Hermione.

«Da quando ho visto le memorie che ha condiviso con Harry lo penso anche io» replicò quest'ultima «e di sicuro dover agire come spia per Silente non ha migliorato il suo umore. Ora però la guerra è finita e i bulli sono spariti, potrebbe anche levarsi di dosso quel suo guscio da cactus.»

«Non è così facile, amica mia. Potresti regalargli un Tachyglossus Aculeatus Magicus. Secondo me lo aiuterebbe.»

Hermione si astenne dal chiederle cosa fosse.

Lo sguardo di Luna cadde sulla copia della Gazzetta del Profeta che Hermione stava leggendo mentre la aspettava e che era stata accantonata in un angolo del tavolo.

«Posso dare un'occhiata?»

«Certo, fai pure, io intanto vado al bancone a ordinare un caffè. Ne vuoi?»

«Sì, grazie.»

Quando Hermione tornò, trovò Luna che leggeva con un'espressione corrucciata, tormentando una ciocca dei suoi lunghi capelli.

Falling - A Snamione StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora