Capitolo 45

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Chinatown, Londra, 20 Febbraio 2006

Il suono del citofono le arrivò decisamente inaspettato.

Erano le sei di un piovoso lunedì sera e lei era appena rientrata dopo una giornata lavorativa piuttosto frenetica.

Aveva fatto a malapena in tempo a togliersi le scarpe e il cappotto, quando il fastidioso suono la distolse da pensieri riguardanti una bella doccia e una rapida cena.

«Sì?» rispose.

«Signorina Granger? Sono un funzionario dell'Ufficio delle Politiche Famigliari. Posso salire?»

Lei sospirò.

«Venga.»

Le comparve davanti un ometto che probabilmente le arrivava alla spalla, che con tutta evidenza non si voleva arrendere alla calvizie, date le dimensioni del riporto che gli copriva la parte alta della testa e che aveva tutta l'aria di qualcuno che non dormiva da almeno un mese, a giudicare dall'estensione e dal colore delle sue occhiaie.

«Si accomodi, posso offrirle un caffè?» chiese indicando il tavolo.

«No, no, la ringrazio, ne ho preso fin troppo, oggi, e non so se dormirò stanotte. Lei è la quindicesima persona che visito» replicò lui con aria afflitta, sedendosi.

Lei avrebbe voluto rispondergli "ben ti sta, così impari a ficcare il naso nella vita sentimentale altrui" ma si trattenne.

«Acqua?»

«No, grazie.»

L'uomo tirò fuori una cartellina con un codice, dalla quale estrasse un foglio cui diede una rapida occhiata prima di posarlo sul tavolo a faccia in giù. Attese che lei si prendesse un bicchiere d'acqua e lo raggiungesse.

«Non so se è al corrente di questa particolare decisione del Sottosegretario, ma dato che sono successi diversi... incidenti, da un mese a questa parte la prassi è di non informare le persone che, non avendo un fidanzato o una fidanzata, hanno compilato i moduli per l'Accoppiamento Ministeriale, in merito all'identità del futuro coniuge che è stato selezionato per loro.»

«Cosa?! Mi sta dicendo che non potrò sapere chi sia il mio futuro marito fino al giorno delle nozze?»

«Esattamente. Vogliamo, ehm, evitare che lei cerchi di ucciderlo o vada a minacciarlo o cose del genere. Ehm, scusi, non intendevo che penso che lei-lei voglia farlo ma...»

L'ometto allargò le braccia ed Hermione si prese la testa tra le mani.

La faccenda diventava sempre più grottesca ogni giorno che passava.

«Vada avanti.»

«Sarò io a fare da tramite tra lei e il suo sposo per organizzare le nozze e il viaggio. Per questo motivo sono stato da lui questa mattina e ho raccolto le sue proposte e richieste.» Girò il foglio. «Vedo che lei ha espresso la preferenza di non avere alcun ricevimento, è corretto?» chiese aggrottando la fronte con aria di disapprovazione, come se non capisse per quale motivo una persona sana di mente si rifiutasse di festeggiare quella che di fatto era una condanna a vita.

«È corretto» rispose lei stancamente.

«Perfetto, il suo futuro marito si è dichiarato assolutamente concorde su questo punto.»

«Ciò dimostra che perlomeno si tratta di una persona intelligente, a differenza tua» borbottò lei a bassissima voce.

«Prego?»

«Niente, niente, prosegua pure per favore.»

«Ho informato il signore della sua preferenza per tenere la cerimonia in parallelo a quella dei suoi amici – senza informarlo sui nomi dei suddetti, come da sua richiesta – ed egli ha accettato. Per quel che riguarda il viaggio di nozze, invece, il signore mi ha chiesto cortesemente di informarla che possiede uno stabile in una località balneare estera, pertanto se per lei va bene propone di trascorrere lì la vostra luna di miele.»

Falling - A Snamione StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora