Ministero della Magia, Londra, 31 Ottobre 2005
La scrivania le tremava sotto le mani.
O forse erano le sue mani che tremavano.
Hermione non lo sapeva più.
Da un tempo che sembrava infinito eppure troppo breve, se ne stava chinata in avanti, con le gambe divaricate e il sedere all'infuori, la gonna arrotolata in vita e le mutandine disperse chissà dove, senza più riuscire a vedere i contorni del magazzino che la circondava.
Non che la sua vista avesse qualche problema, no.
Era la lingua di Severus, la colpevole di quel suo stato di transitoria cecità. Quella lingua così dannatamente, incredibilmente abile, che sembrava conoscere con millimetrica precisione dove colpire per infiammare fino allo spasmo le sue terminazioni nervose... e capire al millesimo di secondo quando fermarsi prima che fosse troppo tardi.
Prima di concederle l'orgasmo che lei ormai bramava più dell'aria che respirava.
O che tentava di respirare, tra un singulto e l'altro.
Dal canto suo, accosciato tra le ginocchia di Hermione, Severus si godeva a fondo il potere che aveva imparato a esercitare su di lei. Adorava trattare il suo corpo come il più sublime degli strumenti musicali, imparando giorno dopo giorno dove e come esattamente pizzicare per ottenere la vibrazione desiderata.
Prolungando all'infinito il tempo del piacere.
Adorava vederla scuotersi, sentirla miagolare, supplicare, eppure rimanere immobile a godere la dolce tortura cui lui sottoponeva entrambi.
Adorava rimandare il momento in cui sarebbe sprofondato in lei fin quando entrambi non fossero stati tesi come corde di violino.
E il momento era ormai giunto, a giudicare da quanto spesso doveva interrompere i movimenti della lingua... e del pugno dentro al quale il suo membro congestionato pulsava implorando il sollievo.
Si alzò e fece un passo indietro, contemplando l'opera d'arte che era Hermione Granger arrossata dal piacere, le cosce floride umide degli umori che aveva dispersi copiosi, il seno stretto in un maglioncino aderente, che si alzava e abbassava a un ritmo forsennato.
Lei si girò a guardarlo, lo sguardo annebbiato, e quello fu il segnale che lui aspettava. Afferrandola per le anche, le tirò il sedere ancora più indietro e, con un'unica spinta, penetrò la sua intimità fradicia, che si aprì come un fiore per lasciarlo entrare, accogliendolo col calore di una fornace.
«Merlino, Granger» boccheggiò, iniziando a spingere.
Ogni volta il piacere gli mordeva i sensi come fosse la prima. Ogni volta, si perdeva in lei e nelle sensazioni incredibili che gli provocava al punto da dimenticarsi perfino dove si trovava. E quel giorno ne aveva bisogno più che in altre occasioni. Per questo era la seconda volta che la attirava nel proprio laboratorio nell'arco di poche ore.
La aggredì con una sequenza serrata di colpi, cui lei rispose con ardore oscillando i fianchi, venendogli incontro ogni volta che lui si spingeva in avanti, stringendolo con la presa dei suoi muscoli così ricettivi.
Infilò una mano sotto il maglione, risalendo fino ad afferrare il seno e strizzò il capezzolo con forza, sapendo che lei non avrebbe sentito male, anzi: che la saetta elettrica le sarebbe arrivata fino alla vagina, aggiungendo piacere al piacere.
«Più forte, Sev» lo incitò lei, e la scrivania prese a sbattere con violenza contro il muro sotto la foga delle sue spinte.
Severus sentì le contrazioni intorno al membro farsi più serrate, più disordinate... e quello fu come sempre tutto ciò che gli serviva per decollare verso l'estasi più completa. Avrebbe potuto rallentare, rimandare e, fossero stati a casa di lei, l'avrebbe fatto.
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Falling - A Snamione Story
FanfictionLa mia versione della Marriage Law :) Non era possibile che fosse così agitato. Non lui, che per quasi diciott'anni aveva mentito a uno dei Legilimenti più potenti del mondo. Non lui, che aveva giurato a sé stesso che avrebbe chiuso ogni emozione i...