Île au Benitiers, Mauritius, 1 Marzo 2006
Quando sentì di nuovo terreno solido sotto i piedi, Hermione attese ancora qualche istante prima di aprire gli occhi, anche se finì per barcollare un pochino.
Prese un respiro profondo.
Ok. Quelli erano i primi istanti della sua nuova vita.
Ok, non sarebbe andata come lei l'aveva programmata, ma quando mai succedeva?
Ok, Severus non la amava e lei non ci poteva fare nulla. Meglio partire col piede giusto e far sì da costruire un rapporto basato almeno sul rispetto e la fiducia. Cose che c'erano già state e che, forse, avrebbe potuto far risorgere dalle ceneri dell'ultimo mese e mezzo.
Se le sarebbe fatte bastare, anche perché le alternative non erano poi molte.
Aprì gli occhi e si guardò intorno.
Si trovava in una stanza ampia ma non enorme, con un tavolo apparecchiato e illuminato da una miriade di candele, chiusa sui tre lati da muri di pietra grezza dipinta di bianco, sui quali erano affisse altre candele la cui luce saliva fino a un tetto di paglia. Ogni parete aveva al centro una porta bianca, chiusa.
Il quarto lato era aperto su una specie di patio dove campeggiavano diverse poltroncine, un divano in paglia e due amache brasiliane, il quale a sua volta dava su un terrazzo con una piccola piscina, anch'essa circondata di candele, oltre che da quattro sedie a sdraio.
Più oltre, nel buio della notte – Hermione si era informata: Mauritius era quattro ore avanti rispetto a Londra e, in quella stagione, il sole tramontava alle 18:30 ora locale, quindi non la stupiva che fosse già buio – scintillava la distesa dell'oceano. Il profumo della salsedine le riempì le narici e, solo in quel momento, si rese conto di avere caldo.
Si tolse il bolero, appendendolo allo schienale di una sedia, poi si fece coraggio e si voltò verso suo marito, che non aveva ancora detto una parola.
«Cos'è questo posto?» chiese, sia perché era genuinamente incuriosita – cosa diamine ci faceva Severus Snape con un bungalow di quel tipo?! – sia perché in qualche modo doveva pur rompere il ghiaccio dato che, conoscendolo, lui non l'avrebbe mai e poi mai fatto.
«È un resort. Per babbani e maghi, ovviamente in due aree separate.»
«Cioè, mi stai dicendo che c'è un intero villaggio così?»
Hermione non poteva credere alle proprie orecchie.
«Sì, più o meno. Non proprio così, questa è una delle suites più grandi» rispose lui, laconico. Non aveva ancora incontrato il suo sguardo, limitandosi a guardare fuori, verso il mare.
«Ed è tuo?»
«Sì. Prima che tu tu chieda se sono impazzito, non l'ho comprato io, ovviamente. L'ho ereditato da mio nonno. Nonno Prince. Quando ha redatto il testamento, poco prima di tirare le cuoia due anni fa, non poteva tenermi del tutto fuori anche se avrebbe voluto, la legge non glielo permetteva. Così gli è venuta questa idea spiritosa di lasciarmi questo albergo, piuttosto che denaro o immobili in Inghilterra. Pensava che avrei rinunciato, piuttosto che possedere qualcosa di così frivolo.» Scrollò le spalle. «Ho assunto un manager, ogni tanto ci vengo in vacanza e ho degli utili che sarebbero sufficienti per poter smettere di lavorare, se volessi.»
Hermione richiuse di scatto la bocca che non si era accorta di avere spalancato.
Chissà perché Severus passava tutto il tempo al Ministero, se poteva permettersi di non farlo...
Esitò prima di chiederglielo, e lui la anticipò riprendendo a parlare.
«Ho fatto mettere i bagagli che hai consegnato al Ministero nella cabina armadio, credo che gli elfi abbiano già sistemato tutti i vestiti. È il caso di indossare qualcosa di più leggero, non credi? Mi spiace, ma questa non è la stagione migliore per l'isola: sono gli ultimi giorni di monsone, fa molto caldo ma piove spesso, quindi c'è tantissima umidità.»
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Falling - A Snamione Story
FanfictionLa mia versione della Marriage Law :) Non era possibile che fosse così agitato. Non lui, che per quasi diciott'anni aveva mentito a uno dei Legilimenti più potenti del mondo. Non lui, che aveva giurato a sé stesso che avrebbe chiuso ogni emozione i...