Capitolo 22

3.7K 120 29
                                    

Nuova Zelanda, 11-12 Ottobre 2005

Severus si lasciò cadere sul materasso, i muscoli ridotti a gelatina. Era come se l'orgasmo appena provato, potente, appagante come mai avrebbe pensato sarebbe potuto essere, si fosse portato via anni di tensione, di allerta. Trasse un respiro tremulo, poi un altro che lo riempì di energia e di una strana euforia.

Tutto il suo corpo sembrava formicolare di una gioia di vivere che, probabilmente, non aveva mai provato prima.

Si girò su un fianco, osservando il viso arrossato di Hermione che, ancora in affanno — come lui, del resto — giaceva supina e ansimante, le cosce semi-divaricate, il seno che sussultava a ogni respiro.

Bellissima.

Quando Hermione voltò la testa, quello che vide accanto a sé era un Severus ben diverso dal rigido e composto Mastro Pozionista cui era abituata, dall'abile spia che non perdeva l'aplomb nemmeno in mezzo alla battaglia. Quello che vide accanto a sé, invece, era un uomo splendido, coi capelli arruffati e le guance imporporate e le labbra gonfie dei suoi baci e un senso di gioioso appagamento che sprizzava da tutti i pori. Incontrando i suoi occhi luminosi, la ragazza sentì gli angoli della bocca che si sollevavano da soli, insieme a un esuberante ribollire in mezzo al petto. Si ritrovò a ridere con una gioia che non provava da tempo, una gioia che quasi sfiorava l'ebbrezza.

Si interruppe quando lo sentì irrigidirsi al proprio fianco.

«Sono stato così... ridicolo?»

La voce del mago era priva di ogni intonazione, ma Hermione poteva percepire la tristezza e l'offesa nella piccola ruga che gli si era formata tra le sopracciglia e nel modo in cui la luce nei suoi occhi si era quasi spenta.

Si girò anche lei su un fianco, in modo da poterlo fronteggiare e gli percorse con le dita il bicipite, guardandolo dritto nelle iridi nere come la notte.

«Sei stato magnifico. Così magnifico che ero talmente piena di ebbrezza da doverla sfogare in qualche modo. Quello che ho provato, quell'appagamento così completo... era troppo per poterlo trattenere a lungo nel mio povero piccolo corpo mortale.»

Mentre parlava, continuò a percorrere il suo braccio in una lunga carezza, che si estese alla spalla e al pettorale, fino al capezzolo che si inturgidì sotto il suo tocco.

«Intendi dire quando... era un orgasmo, quello, vero?»

Lei annuì, e lui sentì lo spirito risollevarsi.

Lo spirito e non solo: ripensando al modo in cui il corpo di Hermione si era inarcato e contratto, sussultando sotto le bordate di un orgasmo che lui — lui! — aveva provocato, sentì qualcosa nel basso ventre tornare a inturgidirsi. «Esattamente, quanto completo è il tuo appagamento, signora Granger?» chiese, sfiorandole il ventre con un dito fino a fermarsi sotto al seno.

Lei inarcò un sopracciglio.

«Tu hai ancora... ?»

«Sì, ma solo se lo vuoi anche tu.»

Di nuovo quel lampo di vulnerabilità in fondo ai suoi occhi, mista a un desiderio che quasi le scottò la pelle.

Hermione si lasciò andare sul materasso con una risatina.

«Oh, Sev, sei incredibile! Lo voglio eccome, ma penso che dovrai darmi un po' di tempo per riprendermi.»

Severus si abbassò a sfiorarle il collo con un bacio lieve, che però lei sentì formicolare lungo il seno e lo stomaco, e oltre.

«Pensi che potrei trovare un modo per abbreviare questo... periodo di riposo?» le chiese, e i suoi occhi brillavano.

«Beh, non garantisco che le mie terminazioni nervose siano già in grado di collaborare così presto dopo un orgasmo come quello, ma ci puoi sempre provare» ammiccò lei.

Falling - A Snamione StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora