Capitolo 13

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Panama, 19 Settembre 2005

Il ristorante babbano, nell'attico di un palazzo ultramoderno sul lungomare di Panama City, aveva un'enorme terrazza che guardava verso il porto e includeva una parte della scintillante skyline di quella parte di città che abbracciava la baia.

Il cameriere scostò la sedia per Hermione, che sedette a un tavolo apparecchiato per due, posto vicinissimo al parapetto. Uno di quelli con la vista migliore.

La ragazza si guardò intorno, perplessa e affascinata, girando la testa per ammirare le barche illuminate che galleggiavano placide tra i moli e le luci dei grattacieli che si spingevano verso il cielo, fino a tornare con lo sguardo sul suo accompagnatore.

Per l'occasione, Severus aveva indossato un blazer dal taglio moderno, color antracite, e una camicia bianca che per una volta non aveva chiuso con uno dei suoi soffocanti foulard, anzi: aveva lasciato aperto un bottone sulla gola. Sembrava un qualsiasi babbano in vacanza, che si godeva una serata in un bel ristorante, ed Hermione si trovò a sbirciare quel triangolo di pelle che... ehm, a sperare che si fosse abituato, dopo giorni sotto copertura in cui non poteva nascondersi dietro i rigidi abiti tradizionali da mago, a mostrare i segni del morso di Nagini a dei perfetti sconosciuti senza timore di essere guardato male.

«Non che io sia dispiaciuta perché stiamo cenando in un bel locale in centro, ma da quando i contatti del tipo che cerchiamo noi frequentano questo tipo di posti? E perché il tavolo non è apparecchiato per tre?» chiese.

Severus la guardò con un'espressione imperscrutabile da sopra le punte delle dita unite.

«Mi deludi, Hermione. Pensavo che a questo punto ci saresti arrivata.»

Lei provò un senso di inquietudine.

«Cosa intendi dire?»

Lui fece un sorrisetto.

«Intendo dire che non c'è alcun contatto.»

Lei si irrigidì.

«In che senso?»

«Buon compleanno, signora Granger. Almeno per stasera, ho pensato di risparmiarti le bettole finanziate dal Ministero.»

Lei rimase a guardarlo quasi boccheggiando per lunghi istanti, non sapendo cosa rispondere.

«Severus, io... grazie, è un regalo bellissimo» riuscì ad articolare infine, sentendo un sorriso allargarsi sul viso.

Perché lo era: il mare, il panorama, il profumo del cibo, i camerieri impeccabili in divisa. E l'inaspettata consapevolezza che da qualche parte, sotto la spessa scorza che circondava l'anima di Severus Snape, c'era un cuore capace di gesti inaspettati.

Isole Salomone, 3 Ottobre 2005

La pioggia batteva sul tetto di paglia della casetta che li avrebbe ospitati per la notte.

Due stanze, un cucinino e un portico, pavimentato di assi di legno grezze, alla periferia di un minuscolo villaggio a poche decine di chilometri da Honiara.

«Accidenti, Hermione!» sibilò Severus, attraversando la larghezza del portico a grandi passi e lasciando una scia di impronte con gli scarponi ancora bagnati «eravamo lì, a un soffio...»

«Eravamo a un soffio anche da quel nido di manticora, come ben sai» tentò di ragionare lei, sentendo l'irritazione salire.

«Le tracce intorno non erano poi così fresche» ritorse lui, bloccandosi a un passo dal parapetto per poi riprendere a camminare nella direzione opposta.

«Erano vecchie al massimo di un paio di giorni. Come potevamo sapere se fosse o meno all'interno a farsi un pisolino?»

Lui le rivolse un sorriso di scherno.

«Lo so che ormai ti sei abituata alla vita comoda, ma se avevi paura potevi benissimo tornartene indietro senza trascinare via anche me.»

A Hermione venne una voglia soverchiante quanto improvvisa di sbattergli la testa contro il muro, per fargli entrare un po' di sale in zucca. Invece, si limitò a una sorta di ruggito frustrato, mentre stringeva i pugni, le braccia tese lungo i fianchi.

«Ma ti sta dando di volta il cervello? Secondo te, ti avrei potuto abbandonare in una situazione del genere, dopo che la guida se l'è data a gambe? Merlino, Severus, va bene il coraggio ma non ti facevo così incosciente!»

«Non sono incosciente, Granger. Sono solo consapevole delle mie capacità.»

«Per tutti gli dei, se gonfi ancora un po' il tuo ego, esplodi. Una fottutissima manticora, Snape. Non uno stupido granchio del fuoco. Hai dei limiti anche tu, sai!»

Severus la fissò. Rossa in viso, tesa, con gli occhi che mandavano lampi. Infervorata.

Viva.

Un'immagine gli passò nella mente, così limpida e dettagliata da poterne quasi sentire il sapore. Lui, che chiudeva la distanza tra di loro, zittendola con un bacio. Poteva percepire sulle proprie labbra la morbidezza di quelle di lei, nelle narici il suo profumo di vaniglia, sotto le dita la consistenza setosa dei suoi ricci.

Confuso da quella visione così... potente, l'unica cosa che gli riuscì di fare fu mantenere impassibile la propria espressione, come aveva fatto migliaia di volte in precedenza, in situazioni ben più cupe di quella. Quella, però, era la prima volta in cui sentiva l'esigenza di nascondere qualcosa perfino a sé stesso.

Di fuggire a gambe levate dai suoi stessi pensieri.

Che fine aveva fatto il cuscinetto di rigido vuoto che si era costruito intorno negli anni, e con il quale, in quel momento, avrebbe voluto avvolgersi di nuovo, per contrastare l'inaspettata ondata di lussuria che scorreva nelle sue vene atrofizzate?

Si costrinse a bloccare i propri passi, a ricordarsi che lei era una collega più giovane e che non avrebbe di sicuro gradito determinate attenzioni.

Ad ascoltare ciò che stava dicendo.

«... domani mattina, prima dell'alba, quando la bestia sarà profondamente addormentata. Quegli alberi non si sposteranno da lì nelle prossime ore, immagino. Ci getteremo addosso un incantesimo di mimetismo molto prima di raggiungere la zona, ne conosco uno che blocca anche gli odori. Uno dei due raccoglierà le cortecce che ci servono, l'altro starà di guardia. Cosa ne dici?»

Lui annuì, nascondendo i propri sconvenienti pensieri dietro la maschera che gli aveva permesso di sopravvivere nei suoi anni da spia.

Non avrebbe mai dovuto lasciarla scivolare via dal proprio volto... dalla propria anima.



** Qualcosa mi dice che il nostro Severus è leggerissimamente spaventato dal modo in cui si stanno evolvendo le cose...

Dato che domani è festa, ho anticipato la pubblicazione a oggi. Spero che non vi dispiaccia. Buon Halloween a tutti! ** 

Falling - A Snamione StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora