Capitolo 14

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Australia, 8 Ottobre 2005

Severus sapeva benissimo che non avrebbe dovuto seguire Hermione.

Quando la ragazza gli aveva detto che, quella sera, non avrebbero cenato insieme perché aveva da fare altrove, avrebbe dovuto accettare quella vaga giustificazione e recarsi da solo al ristorante dell'albergo senza farsi troppe domande.

In fondo, era una donna adulta che poteva avere mille motivi perfettamente legittimi di farsi i fatti propri in solitudine.

Sapeva benissimo anche che non era la preoccupazione per la sicurezza della sua ex apprendista a spingerlo a venir meno alle regole dell'educazione.

Nonostante ciò, non appena la vide scendere i gradini fuori dalla hall dell'albergo, si ammantò in un incantesimo di invisibilità e si affrettò dietro di lei.

La ragazza attraversò la strada, camminando a passo spedito verso l'ingresso del parco di fronte. Lui la tallonò lungo i viottoli e oltre, costeggiando il fiume Brisbane prima di staccarsi dalla riva e immergersi in un altro quartiere. La vide consultare un paio di volte una cartina e poi dirigersi con decisione verso una zona residenziale, popolata di basse case prevalentemente in legno.

Lì, raggiunse un altro piccolo parco e, per un attimo, svanì alla vista.

A Severus ci vollero diversi istanti per capire che aveva attraversato un folto di cespugli. Temendo di allertarla col rumore di rami smossi, aggirò le piante nella speranza che lei nel frattempo non si fosse allontanata troppo.

Non si era allontanata affatto: seduta su una vecchia panchina seminascosta dalla vegetazione, sul limitare del parco, guardava fisso davanti a sé senza fare niente.

Solo dopo diversi istanti, Severus si rese conto che stava osservando la casa di fronte a lei, sull'altro lato della piccola strada a senso unico che costeggiava l'area verde. Una lacrima solitaria solcava il suo viso altrimenti impassibile.

Ma cosa diamine...?

Il mago tornò a guardare la casa. Non aveva niente di speciale: anch'essa di legno, a due piani, un po' più grande delle altre lungo la via ma manteneva lo stesso stile minimalista. Sul lato del cancello, un cartello con scritto "Studio dentistico Wilson" indicava un viottolo ciottolato che si inoltrava lungo il fianco della casa per sparire sul retro.

Attraverso la finestra accanto all'ingresso, Severus poteva scorgere una famiglia intenta a preparare la cena. Incuriosito, attraversò la strada – mantenendo un occhio vigile su Granger, per evitare che si allontanasse senza che lui se ne accorgesse – per osservare più da vicino le persone che avevano attirato in maniera così viscerale l'interesse della sua collega.

Una ragazzina biondissima sui dieci anni apparecchiava, ciarlando allegramente di chissà cosa. Un uomo, che poteva avere intorno ai cinquantacinque anni e mostrava il sorriso sereno di una persona soddisfatta, affettava il pane sul bancone della cucina, controllando il proprio lavoro attraverso un paio di occhiali dalle lenti spesse.

Quando la donna, che fino a quel momento era stata voltata di spalle mentre controllava qualcosa in forno, si girò ridendo per qualcosa che la bambina aveva detto, Severus si irrigidì, senza comprendere ciò che stava vedendo. Poi, da qualche parte nella sua mente, riemerse il ricordo di una conversazione con Minerva riguardo all'irreversibilità di certi incantesimi sulla memoria, e allora capì.

Quella donna sembrava l'immagine invecchiata di ventisette o ventotto anni di Hermione Granger... perché era la madre di Hermione Granger.

All'improvviso, sentì gravare sulle spalle un peso cui pensava di essersi abituato.

Falling - A Snamione StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora