Chinatown, Londra, 28 dicembre 2005
Severus gettò un'occhiata all'orologio babbano che aveva indossato per il pomeriggio alla mostra.
Mancavano dodici minuti all'ora dell'appuntamento e lui era già arrivato sotto casa di Granger. Era quasi un miracolo che fosse così in anticipo, dato che si era cambiato d'abito almeno cinque volte, continuando a vedere nello specchio sempre lo stesso spaventapasseri sfregiato, qualunque stupido pezzo di tessuto si gettasse addosso.
Iniziò a camminare per ammazzare il tempo ma, quando si rese conto che era la quarta volta che faceva la spola tra la panchina e il cestino della spazzatura, si impose di fermarsi.
Non era possibile che fosse così agitato. Non lui, che per quasi diciott'anni aveva affrontato i MangiaMorte, fingendosi uno di loro. Non lui, che per quasi diciott'anni aveva mentito a uno dei Legilimenti più potenti del mondo. Non lui, che aveva dovuto dare il colpo di grazia all'unico vero amico che avesse mai avuto dopo Lily e prima di intraprendere quello strano rapporto con Granger; non lui, che aveva affrontato battaglie, duelli e un dannatissimo serpente di tre metri che gli aveva praticamente staccato la giugulare.
Non lui, che aveva giurato a sé stesso che avrebbe chiuso ogni emozione in un baule senza fondo, e buttato via la chiave.
E adesso si ritrovava a fare avanti e indietro sotto a un portone, come un adolescente la prima volta che usciva con una ragazza. Non che sapesse davvero come si sentisse, un adolescente alla prima uscita: nessuna, all'epoca, aveva mai accettato di avvicinarsi a meno di due metri da lui, figuriamoci accettare di accompagnarlo da qualche parte.
In ogni caso, quella non era la sua prima uscita, accidenti. Aveva portato fuori a cena diverse di quelle stupide cacciatrici di dote, anni prima, prima di capire quale fosse il loro gioco.
E poi, si trattava di Granger, per la barba unta di Merlino. Anche se non si incontravano dalla Vigilia, in genere la vedeva ogni giorno al Ministero. La scopava ogni giorno al Ministero. E a casa di lei. Passava un sacco di tempo a casa di lei.
E quella non era un'uscita... uscita, ma solo un incontro tra colleghi. Solo uno stupido giro a una stupida mostra.
Quindi non c'era motivo per essere nervoso.
Perché cavolo era nervoso?
Quando finalmente arrivarono le quattordici e trenta, prese un respiro tremulo e pigiò il pulsante del citofono.
-------------
Hermione lanciò un'occhiata all'orologio.
Maledizione, mancavano solo quindici minuti all'appuntamento ed era ancora in mutande. Sul letto c'era un cumulo di vestiti che praticamente arrivava al soffitto, e lei si ritrovava a trattenersi a stento dal gridare: "non ho niente da mettermi!"
Per fortuna si era già almeno truccata. Poco, e con colori neutri che si sarebbero adattati a qualunque cosa avesse scelto di indossare.
Se fosse riuscita a scegliere qualcosa...
Alla fine, alle 14:27 si infilò un paio di jeans neri, un golf verde con scollo a barchetta, molto caldo e che riusciva a riproporzionare otticamente le spalle ai suoi fianchi abbondanti, e un paio di anfibi Doctor Martens.
Un cenno della bacchetta e tutti gli altri abiti marciarono ordinatamente nell'armadio. Quando il campanello suonò, sussultò ma era pronta.
Forse.
-------------
Il museo era piuttosto affollato. Per il caldo – generato sicuramente dall'effetto stalla – Hermione si era tolta il cappotto, rimanendo con un maglioncino delizioso, aderente e che le lasciava scoperte le spalle.
![](https://img.wattpad.com/cover/200092285-288-k456396.jpg)
STAI LEGGENDO
Falling - A Snamione Story
FanfictionLa mia versione della Marriage Law :) Non era possibile che fosse così agitato. Non lui, che per quasi diciott'anni aveva mentito a uno dei Legilimenti più potenti del mondo. Non lui, che aveva giurato a sé stesso che avrebbe chiuso ogni emozione i...