Capitolo 31

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Weybridge, Surrey, 14 Marzo 2001

«Perché vuoi che io faccia... tutto questo, Adam?»

«Perché ne ho bisogno, Hermione. Perché a volte tutte le cose che devo fare mi rodono dentro, come l'aquila che squarcia il petto di Prometeo per nutrirsi del suo fegato. Perché solo in questo modo riesco a tirare fuori quel dolore.
Perché solo così torno a respirare.»

Chinatown, Londra, 18 Dicembre 2005

Con due altri movimenti di bacchetta, la pesante vestaglia blu di Hermione si era trasformata in una di raso nero, più corta, e i pantaloni di Severus erano semplicemente svaniti.

Lui la guardò, perplesso ma non spaventato. Non ancora. Il cuore, però, gli batteva in un modo strano nel petto, quasi sussultando.

Quando lei si avvicinò, con un'espressione gelida e severa sul viso circondato dalla massa ribelle dei suoi capelli castani, gli parve di perdere il respiro.

Hermione gli fece scorrere la punta della bacchetta sul fianco, dall'anca al petto e una serie di brividi gli si scatenò a fior di pelle.

«Dimmi, Severus...» la bacchetta salì lungo il collo, premendo abbastanza da dare fastidio, ma non al punto di fare male, per fermarsi proprio sotto il mento «vuoi davvero venire punito?»

Lui si leccò le labbra improvvisamente secche. Non capiva cosa stesse succedendo, ma un bisogno che l'aveva tormentato per anni premeva contro la gola, lottando per emergere.

«Sì.»

La sua voce, poco più di un sussurro che a malapena riusciva a sovrastare il rombo del sangue nelle vene.

Sul viso di Hermione si dipinse un sorriso che lui non aveva mai visto. Adulto, consapevole e quasi crudele nel suo distacco.

«Allora avrai ciò che desideri.» La bacchetta premette più forte la carne tenera sotto il mento, la scossa di improvviso dolore gli corse per tutto il corpo e lui l'accolse, con un sollievo che non avrebbe mai pensato di provare. «Ci sono solo tre regole. Primo: io sono la Signora indiscussa del tuo dolore. Sono io che decido la tua punizione, io che decido quanto e come soffrirai. E soffrirai, Severus, credimi.

Secondo, e questa è la regola più importante quindi prestami tutta la tua attenzione: c'è una sola cosa che puoi decidere tu, ed è quando tutto ciò finirà. La parola d'ordine è "bezoario": pronunciala, e smetterò immediatamente di fare qualunque cosa io stia facendo e ti libererò. È chiaro?»

Severus era perplesso – se doveva essere punito, non sarebbe toccato a Hermione stabilire quando la sua punizione avrebbe avuto termine? – ma annuì.

«E terzo...» la bacchetta riprese a muoversi, senza allentare la pressione, scavandogli un solco di fuoco lungo il collo e il petto, giù per le costole e il fianco, di traverso sull'inguine fino a piantarsi con una nuova scossa alla base del pene, che ebbe un inaspettato fremito. «Sono io che decido quando vieni. Niente orgasmi senza il mio permesso.»

«Or...gasmi?»

«Oh, sì.» Con un sorrisetto saccente e cattivo Hermione gli impartì un colpetto sull'asta. Scossa. Fremito. «Anche la privazione dell'orgasmo è una tortura, non lo sapevi? E ora bando alle ciance e iniziamo.»

Lui non ebbe il tempo di dire niente, prima di venire colpito da una serie di incantesimi non verbali che lo sollevarono di una spanna dal letto, trasformarono i foulard in anelli rigidi che veleggiavano a un centimetro dalla sua pelle, incatenandolo senza toccarlo. Poi una nube nera gli avvolse il viso, privandolo della vista.

La voce di Hermione gli giunse come da lontano.

«Ricordati della parola d'ordine, bezoario. Se senti di non farcela più, gridala e io ti sentirò.»

Falling - A Snamione StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora