Capitolo 48

2.2K 104 19
                                    

Ministero della Magia, Londra, 1 Marzo 2006

Hermione non riusciva a incontrare lo sguardo di Severus. Non aveva il coraggio di leggere nelle profondità di carbone dei suoi occhi il fastidio o la repulsione.

Perché lei non era Lily Evans, e non era nemmeno Amelia Sachs.

No, lei era solo una stupida ragazzina con metà dei suoi anni e una parlantina inesauribile che lui non faceva mistero di non sopportare, buona per una o più scopate e poco altro, e non si faceva alcuna illusione in merito a quel matrimonio: solo "grazie" al fatto che a prima era morta e la seconda non rispondeva ai requisiti per la legge matrimoniale, a lei era toccato il privilegio di essere lì accanto a lui, con un anello al dito.

Quando la cerimonia finì, restò impalata al proprio posto e lui rimase rigido al suo fianco. Non riuscì a pensare a niente, mentre i presenti si affollavano intorno a Harry e Ron. Anche lei sarebbe dovuta andare da loro, abbracciarli, dire loro quanto era felice per la loro unione, ma non ci riusciva... era un'amica di merda, ma in quel momento l'unica cosa che provava era il senso di vuoto causato dalla prospettiva di una vita infelice.

Finché non si trovò avvolta nel più caldo e travolgente degli abbracci.

«Andrà tutto bene, amica mia, non preoccuparti, vedrai che andrà tutto bene» le mormorava Ginevra in un orecchio, tenendola a sé con fare materno, mentre dall'altro lato anche Luna la stringeva, accarezzandole il braccio in maniera confortante.

Hermione non lo sapeva, ma entrambe le amiche erano state messe a parte del piano di Harry quella mattina, col divieto di parlarne alla diretta interessata. Entrambe erano state felici che Percy si fosse lasciato convincere ad accoppiare lei e Severus ma ora... ora nessuna delle due era più sicura che fosse stato un bene. Non se la loro amica era in lacrime, non se il Professor Snape aveva la faccia di qualcuno che aveva appena visto il proprio famiglio investito da un'auto babbana.

«Lui non mi ama» sussurrò Hermione abbassando il capo in modo che solo le altre due potessero capire cosa stesse dicendo.

Luna le massaggiò la schiena.

«Forse no, tesoro, ma è una brava persona e sono sicura che col tempo imparerà a volerti bene.»

«E poi almeno sai che potete andare d'accordo, che avete degli interessi in comune e che c'è almeno un tipo di... intesa tra voi. È più di quello che potresti avere con uno sconosciuto, no?»

Hermione si morse un labbro.

«Non lo so, Ginny... È Snape, sai che potrebbe rendermi la vita un inferno, se pensasse che sono solo una rottura di scatole. E poi... e se non mi bastasse? Se volessi qualcosa di più perché... perché provo qualcosa di più?»

Entrambe le ragazze avvertirono una fitta di preoccupazione allo stomaco. Fu Ginevra la prima a riprendersi. Si staccò di un passo e incrociò le braccia, investendo l'amica più alta del suo sguardo più determinato.

«Sei una Grifondoro e la donna più coraggiosa e intelligente che io conosca. Lotta e conquistalo. E cerca di avere pazienza. Soprattutto pazienza.»

«Non posso lottare contro un fantasma...»

A quello, nessuna poté controbattere. Luna e Ginny si limitarono a stringerla ancora, facendole sentire tutto il calore della loro amicizia. Facendole sentire che, qualunque cosa fosse successo, non era sola.

Severus non riuscì nemmeno a guardare le amiche di sua moglie – e quanto era amara ora, quella parola, nei suoi pensieri – consolarla come se qualcuno le avesse detto che aveva una malattia terminale. Ma forse era proprio così che lei vedeva quel matrimonio.

Falling - A Snamione StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora