Capitolo 24

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Ministero della Magia, Londra, 14 Ottobre 2005

Il suo personalissimo "giro di mezzo mondo in quaranta giorni" era stato davvero fantastico (anche escludendo i piacevoli risvolti degli ultimi due giorni) e Hermione l'avrebbe rifatto volentieri, però...

Però era bello anche tornare a casa.

Lasciarsi avvolgere da suoni e profumi familiari. Farsi un bagno nella propria vasca senza temere di beccarsi ogni possibile malattia infettiva e senza avere un mago collerico fuori dalla porta che bussava chiedendo se non avesse ancora finito, ché si doveva lavare pure lui. Non essere costretta a prendere una stupida Passaporta, un aereo o smazzarsi centinaia di chilometri in auto ogni due giorni.

Riuscire finalmente a prendere pieno possesso del proprio laboratorio nuovo di zecca che era venuto pronto solo il primo settembre e che quindi aveva dovuto snobbare quasi del tutto, presa com'era dagli ultimi preparativi per la partenza. Lei e Ernie erano riusciti soltanto a mettere a posto gli ingredienti in magazzino.

Il suo collega sarebbe rientrato solo l'indomani dal suo viaggio con Mastro Beerbrush, quindi nel primo pomeriggio Hermione, intenta a fissare al muro una lavagna, era immersa nel benedetto silenzio della solitudine, quando sentì bussare alla porta.

«Avanti» rispose, eseguendo l'ultimo movimento della bacchetta e mormorando l'incantesimo che avrebbe incollato la pesante tavola scura.

Sorrise, quando si accorse che il suo visitatore era Severus.

Non lo vedeva dal rientro, dato che Witcheheazel aveva dato loro il pomeriggio del 12 libero per riprendersi dal fuso orario e il giorno precedente era stata occupata a finire di sistemare il suo nuovo regno (sapendo che sarebbe tornato a Londra dopo di lei, Ernie le aveva dato carta bianca, il pigrone...), e quasi si stupì di vederselo comparire sulla soglia. Aveva immaginato che sarebbe dovuta andare lei a stanarlo, conoscendo la naturale misantropia del personaggio.

Notò con dispiacere che era tornato a indossare la sua armatura di camicia, farsetto e foulard. Sì, l'aveva decisamente preferito in abiti babbani.

«Granger» iniziò lui senza preamboli, interrompendo i suoi pensieri che stavano deragliando pericolosamente in una direzione che forse non era il caso di seguire, dato che lui non le aveva mandato nessun segnale di voler proseguire ciò che era successo al Bed&Breakfast di Nelly «quel rompipalle di Witcheheazel vuole da entrambi una relazione scritta completa sul nostro viaggio entro la fine della settimana prossima.»

Lei gemette.

«Lo sapevo che avrei dovuto prendere appunti.»

Lui sogghignò.

«Non l'hai fatto? Mi deludi. Non sarai mica diventata una zuccona anche tu» la prese in giro.

Lei stava per replicare, quando qualcosa di chiaro entrò veleggiando sgraziatamente dalla porta che Severus aveva lasciata socchiusa.

«Cosa diamine è quello?» chiese quest'ultimo, inarcando un sopracciglio.

Hermione ne seguì con lo sguardo la traiettoria irregolare finché non arrivò a portata di mano, e lo acchiappò.

Probabilmente nelle intenzioni dell'artista doveva essere un origami a forma di cigno, e più o meno ricordava un cigno, sì, ma copiato da un quadro di Picasso.

«Credo che sia una lettera» rispose lei, aprendo e spianando il foglio di carta.

Severus vide gli occhi di lei percorrere le prime parole e allargarsi sempre di più in un'espressione di stupore, che si trasformò presto in una di incredula ilarità.

Falling - A Snamione StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora