Chinatown, Londra, 18 Dicembre 2005
Hermione lo cullò a lungo, stringendo a sé quel corpo forte che aveva imparato ad amare, accarezzando i capelli sudati e le spalle scosse dai singhiozzi, lasciandolo sfogare. Permettendogli di lasciar andare per quanto possibile attraverso le lacrime i pesi che lo avevano oppresso per anni, e di uscire coi suoi tempi dallo spazio mentale del masochista, del sottomesso.
Senza che lui nemmeno se ne accorgesse, l'aveva liberato del dildo e ripulito con un colpo di bacchetta e poi aveva tirato addosso a entrambi la coperta dopo averla resa di nuovo soffice, per creare un nido caldo e accogliente in cui lui potesse sentirsi al sicuro.
Inalò l'odore pungente del lubrificante e del sudore e del sesso, e si lasciò andare anche lei, rilassandosi in quello stesso abbraccio e abbandonando pian piano il mindset della mistress, per tornare a essere semplicemente Hermione.
Hermione, che era sempre più legata e affezionata a Severus, e che avrebbe voluto prendere su di sé tutti i pesi che gli ammorbavano lo spirito, per liberare lui. Senza avere ancora il coraggio di dare, a quel sentimento, il nome che gli spettava.
Pian piano i singhiozzi si calmarono, e il respiro di Severus tornò alla normalità.
«Come ti senti?» gli chiese alla fine.
Lui scostò la testa quanto bastava per guardarla in faccia. Aveva le guance chiazzate di rosso e di lacrime, le pupille ancora dilatate negli occhi lucidi.
«Dolorante. Svuotato. Pulito. Leggero.» L'ultima parola la mormorò con stupore. Perché era vero. Era come se tutto ciò che l'aveva oppresso fino al momento in cui lei l'aveva legato fosse svanito. Non sapeva se sarebbe durato o quanto, ma... era meraviglioso. «È per questo motivo che hai fatto... tutto questo?»
«Sì. Ma mancano ancora gli ultimi due step.»
«Cioè?»
«Cioè un bel bagno caldo e profumato e la cena.» Sapeva che sarebbero arrivate molte domande, ma voleva posticiparne il momento a quando fossero stati entrambi puliti e con la pancia piena. «Posso lasciarti qualche minuto, mentre preparo la vasca?»
«Non ho due anni, Granger.»
Lei sorrise. Riecco il suo Severus sarcastico.
«Lo so, ma è importante che tu ti senta coccolato, ora.» Lui inarcò un sopracciglio. «Ti spiego tutto dopo, promesso.»
«D'accordo, ma allora... sbrigati.»
Quando lei lo aiutò a immergersi, Severus sentì sulla pelle ancora irritata il morso dell'acqua calda e sibilò.
«Se vuoi un consiglio, aspetta domattina a far svanire i bruciori.»
«Perché?»
«Perché sentirli ti aiuterà a ricordarti che è stato tutto vero. A prolungare il silenzio mentale... e a imprimerti nella mente la sensazione di liberazione che hai provato.»
Lei si lavò in fretta, poi lo lasciò a rilassarsi in mezzo alla schiuma e a riflettere su quanto successo e su quello che gli aveva detto, mentre lei infornava la pizza e apparecchiava il tavolino davanti al divano, avvolta nella vestaglia che era tornata blu, e di felpa.
Cenarono accomodati tra i cuscini, coscia contro coscia, con lei che a volte lo imboccava scherzosamente, ma che non smetteva neanche per un istante di controllare che stesse bene. Di toccarlo, di fargli sentire la propria presenza.
Alla fine del pasto bevvero in silenzio un bicchiere di whisky incendiario, con il fuoco che ardeva nel caminetto, la neve che fuori cadeva più fitta e un album dei Dire Straits in sottofondo.
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Falling - A Snamione Story
Fiksi PenggemarLa mia versione della Marriage Law :) Non era possibile che fosse così agitato. Non lui, che per quasi diciott'anni aveva mentito a uno dei Legilimenti più potenti del mondo. Non lui, che aveva giurato a sé stesso che avrebbe chiuso ogni emozione i...