Capitolo 47

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Ministero della Magia, Londra, 1 Marzo 2006

Teso come una corda di violino, Severus aspettava il momento. Quel momento.

Quello in cui avrebbe visto Hermione comparire in fondo al tappeto rosso e avrebbe ricevuto una delle mazzate al diaframma più grosse della sua vita, seconda solo a quella che gli aveva inferto Lily quando aveva scelto James Potter.

Non avrebbe mai pensato, però, che anche in questo caso potesse fare così male.

Quando le porte si aprirono e lei fece un passo avanti, a braccetto di un elegantissimo Weasley, gli sembrò che il cuore gli si contraesse fino a dimensioni subatomiche, per poi esplodergli subito dopo nel petto, riempiendo la cassa toracica di schegge di metallo incandescente.

Era semplicemente bellissima, in un abito corto, rosso mattone, di taglio babbano che le fasciava il corpo e lui, lui non poteva respirare.

Perché era semplicemente bellissima, e stava per sposare un altro. Il suo cuore apparteneva a un altro.

Non riuscì a staccarle lo sguardo di dosso, seguendo ogni movimento lungo la passatoia con un'avidità che rasentava l'assurdo. Sapeva che avrebbe dovuto occupare la mente con altri pensieri, per esempio quello della sua futura sposa che probabilmente, proprio in quel momento, attendeva il proprio turno di entrare dietro le porte che si erano richiuse.

Era talmente distratto e concentrato su Hermione, che non si accorse nemmeno che da quelle porte era sgattaiolata fuori proprio Luna Lovegood, la quale era corsa a prendere posto tra suo padre e suo marito, con un sorriso enorme stampato in faccia.

Talmente preso dal suo tormento da non ricordarsi nemmeno di tenere a bada la propria espressione, che rifletteva tutto il dolore e la disperazione che provava in quel momento.

Talmente preso dal senso di perdita, da non chiedersi nemmeno perché la ragazza avesse lo sguardo basso e dipinta in faccia una sorta di maschera impassibile.

Hermione, dal canto suo, quando varcò la soglia della sala in un primo momento pensò di avere le allucinazioni.

Non poteva essere Severus, l'uomo che aspettava vicino a Harry davanti al tavolo e a Percy. L'uomo che il Ministero aveva deciso di farle sposare.

Provò una dolorosa contrazione al petto.

Il destino non poteva essere così crudele da costringerla a passare tutta la vita con un uomo che non la amava e che, anzi, l'aveva piantata in asso senza una parola spezzandole il cuore.

Uno sconosciuto l'avrebbe sopportato: almeno, sarebbero partiti alla pari. Così invece...

Quando fu abbastanza vicina da cogliere la sua espressione, lo stomaco le si torse dolorosamente e sprofondò del tutto negli abissi dello sconforto.

Severus la guardava, e il suo viso era contratto in un'espressione dolente come se qualcuno gli stesse ficcando delle schegge di bambù sotto le unghie. Disperato.

Disperato alla prospettiva di sposarsi proprio con lei.

Questo era ciò che il destino le aveva riservato.

Abbassò lo sguardo, costringendo i muscoli facciali ad atteggiarsi a un vacuo vuoto.

Nemmeno la stretta di Ron sulle sue dita e lo sguardo affettuoso di Harry, i suoi migliori amici, le sue rocce, riuscivano a essere di conforto.

Perché nessuno ti può confortare, nel momento in cui ti trovi a contemplare il destino di un amore a senso unico, che si dipana davanti a te all'infinito, lungo come tutta la vita.

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