Capitolo 1

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"Non riuscirai mai a convincermi, Luke." Sbuffo esasperata, gettando la borsa sul divano e finendo di bere il mio caffè, quasi completamente freddo. Ho sempre avuto disgusto nei confronti del caffè bollente. "Questo è un colloquio molto importante. Se andasse male, la mia carriera andrebbe in fumo. Cosa scriverei sul mio curriculum se dovessero rifiutarmi?" Cerco di sistemarmi i capelli, ancora un po' spettinati.

Per chi non l'avesse immaginato, Luke è il mio ragazzo. Ci siamo conosciuti a New York cinque anni fa, e dopo un anno di amicizia, abbiamo scoperto di essere innamorati l'uno dell'altra. Credo che sia solo grazie a lui se ho trovato il coraggio di agire, laddove io, per conto mio, sarei rimasta immobile. Luke è il classico ragazzo perfetto che ogni ragazza vorrebbe al suo fianco, il principe azzurro che tutte le bambine descrivono sui loro diari segreti. Alto, biondo, due occhi color oceano, un carattere altruista e soprattutto, il potere di saperti battere forte il cuore.

Se non altro, Luke ha una pecca in questo discorso. Ha insistito nel farmi una sorpresa, inviando il mio nome a una rivista di moda famosa in tutta Miami, la Pretty and Toned. È una rivista che ho sempre adorato, perché rispetto a tante altre riviste di moda, non pretende di avere come modelle delle ragazze sottopeso di chissà quanti chili, ma le stimola ad allenarsi con un moderato programma di attività fisica in modo da renderle toniche e sensuali allo stesso momento. Ma io sento che non ce la potrò fare. Ho venticinque anni è l'unica cosa che possiedo è una laurea in moda e design, essere scelta per svolgere un lavoro simile sarebbe il mio sogno di sempre, ma non mi sento all'altezza.

"Su, Maddie." Luke si siede accanto a me, abbracciandomi. "Fallo per me, come io l'ho fatto per te. Per me la tua felicità è la cosa più importante, e lo sai." Sorride. "Se sei convinta di non essere all'altezza, almeno potrai dire di averci provato." Insiste, accarezzandomi una guancia con due dita.

Gli lascio un bacio veloce sulle labbra. D'altronde, ha ragione. Non posso perdere l'occasione della mia vita per una paranoia. "Mi hai convinta, farò questo colloquio di lavoro." Recupero la borsa e le chiavi di casa, per poi girarmi un'ultima volta verso di lui. "Pranzo da Miller più tardi?" Lui annuisce, e io indosso gli occhiali da sole.

"Maddie." Mi volto verso di lui. "Ti amo, non dimenticartelo mai." Il suo sguardo orgoglioso è evidente, e credo che questo colloquio sia una delle occasioni per cui devo tutto a Luke.

"Ti amo anche io, Luke." Gli mando un bacio al volo. "A più tardi." Aggiungo, uscendo di casa. 

Il traffico non è nemmeno intenso questa mattina. Il taxi si ferma esattamente di fronte all'entrata principale della sede in cui dovrei cominciare a lavorare. Quando alzo lo sguardo, inspiro intensamente, per poi buttare fuori tutta la tensione che ho in corpo al momento. Entro nell'edificio. Tutto è esattamente più enorme di come me lo fossi mai immaginata. Posso addirittura specchiarmi nel pavimento. 

Giungo di fronte ad un enorme scrivania, dove c'è inciso il nome dell'azienda. Dietro ad essa, siede una ragazza dai capelli corti, con un paio di occhiali appoggiati accanto al mouse del computer. "Salve, come posso esserle utile?" Si rivolge gentilmente a me la ragazza, sorridendomi. 

"Buongiorno." Le rispondo. "Mi chiamo Madeleine Smith, e ho un appuntamento con Spencer Woods." Sono così agitata che non sono nemmeno sicura di pronunciare il nome nel modo giusto. 

"Seconda porta a sinistra lungo questo corridoio." Mi indica un corridoio alla sua destra. Ringrazio ancora la signorina, incamminandomi verso quella che dovrebbe essere la strada che mi porterà all'ufficio di Spencer Woods, la referente del capo. 

Quando finalmente arrivo davanti alla porta del suo ufficio, busso un paio di volte. Dopo pochissimo tempo, sento una voce squillante invitarmi ad entrare. Entro piano, non voglio dare nell'occhio, anche se sono così tesa che potrei entrare salterellando. 

Seduta dietro alla scrivania, trovo una donna più o meno sui trent'anni. Con i capelli castani e ondulati, un tailleur che non passava inosservato e un trucco più che discreto, Spencer Woods. "Tu devi essere Madeleine Smith." Annuisco, imbarazzata. "Io sono Spencer Woods, l'assistente principale del capo, e all'occorrenza, anche referente per colloqui di lavoro." Mi strizza l'occhio. 

"Il piacere è tutto mio." Sorrido, mordendomi subito dopo il labbro. Mi fa accomodare, mentre le mostro il mio curriculum. Dopo alcuni minuti, alza lo sguardo, sorridendomi. 

"Notevole." Strizza di nuovo l'occhio. "Per cominciare, l'azienda ti propone cinque giorni di prova. Qualcuno dovrà pur capire se sei in grado o no di affrontare la tortura più grande di tutto l'edificio." Ricalca l'ultima frase, come se mi stesse minacciando. Comincio a sentirmi un po' in soggezione. 

"E cosa sarebbe la tortura più grande dell'edificio?" Chiedo, incuriosita, ma anche un po' terrorizzata. Le mani cominciano a tremarmi. Sono troppo nervosa. Questo lavoro potrebbe rendermi felice quasi quanto potrebbe rendermi la vita impossibile. 

"Oh, Maddie." Dice, dirigendosi verso la stampante. "È una persona, o meglio, è il capo. So che potrei sembrare incoerente, ma a volte sa essere molto esigente. Tutto, in quest'azienda, ruota intorno a lui, perché è grazie a lui se tutto ciò esiste." Mi consegna delle carte da firmare, insieme ad una penna. "Essere uno degli uomini più giovani e potenti della Florida ha i suoi vantaggi come i suoi svantaggi. Il tempo lo ha reso così. Lavorare con lui è quasi come stringere un patto con il diavolo. Non fai in tempo ad accorgertene, che lui ti ha già in pugno." Firmo le carte e cerco di mantenermi sorridente. Se c'è una cosa che non ho intenzione di fare è mostrarmi imbarazzata e tesa al colloquio di lavoro più importante della mia vita. 

Subito dopo quella quasi inquietante discussione, usciamo entrambe dal suo ufficio, per poi dirigerci in un altro corridoio adiacente. Mi mostra una porta. "Questo sarà il tuo ufficio." Mi consegna una chiave. "Durante questi giorni di prova e, come mi auguro, se verrai assunta a tempo indeterminato, il tuo lavoro consisterà nell'organizzare l'agenda del capo. Toccherebbe a me, ma purtroppo il capo mi ha commissionato almeno venti sfilate di moda e io non so più dove mettere la testa."  Ride. "Inoltre, il capo incontra i manager di tutte le case di moda più importanti, tu dovrai più o meno intervistarli. Lavoriamo per una rivista, non dimenticartelo." Annuisco. Rispetto a prima, ora che parlo del mio lavoro mi sento decisamente più tranquilla. Forse posso farcela per davvero. 

Esco dagli uffici, soffermandomi nel piazzale e ammirando l'imponente altezza dell'edificio in cui comincerò a lavorare da domani. Improvvisamente, mi ricordo di Luke, e comincio a comporre il suo numero sul telefono. 

"Hey, Maddie." Risponde amorevolmente Luke. Nonostante lavori, ha sempre un minuto disponibile per me, e apprezzo molto questa cosa. 

"Luke, ho appena terminato il colloquio." Dico, soddisfatta. "Cosa ne dici di vederci per pranzo?" Propongo, sperando che il suo capo gli conceda una pausa. 

Concludo il colloquio in modo eccellente e vengo assunta per questi famosissimi cinque giorni di prova. Esco dagli uffici soffermandomi nel piazzale ammirando l'imponente altezza del grattacielo in cui dovrei lavorare. Prendo il telefono in mano e compongo il numero di Luke.

"Hey, Maddie." Risponde amorevolmente. Nonostante lavori molto, trova sempre un minuto per parlare con me, anche per sapere come stia andando la giornata. "Com'è andata, tesoro?" Chiede. 

"Bene, ma preferirei parlarne a pranzo." Sorrido. "Prendo un tavolo al solito pub?" Lo sento ridacchiare dall'altra parte del telefono, per poi sentirlo accettare la mia proposta. 

Nonostante le affermazioni di Spencer mi abbiano intimidita, sono più che determinata a mandare in porto questo progetto. Lavorare nel mondo della moda è sempre stato il mio sogno, e se per conseguire il mio obiettivo devo sopportare un capo fin troppo esigente, è proprio ciò che farò. 

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