Erano due giorni che ero rinchiusa in quella casa, con la finestra sbarrata e la paura di rincontrarlo di nuovo. Non riuscivo a capire perché fosse in grado di tenermi così sotto controllo. Quando era vicino a me era come se il mio corpo non mi appartenesse più, come se fosse lui a gestire i fili: ero un marionetta al suo servizio, e questo non mi piaceva affatto. Mi sentivo soggiogata da lui, attratta. Troppo attratta.
"Sophie!"
Mio padre urlò dal piano di sotto per farsi sentire. Così mi alzai dal letto, sporgendomi dalla ringhiera delle scale
"Dimmi pa!"
"Tesoro c'è una bella giornata. Perché non esci un po'? Ancora non hai fatto un bagno in piscina... beh un bagno vero e proprio"
"Uhm... non lo so pà"
"Suvvia! Tra poco riinizierà la scuola, goditi questi ultimi giorni. Io sto uscendo comunque, tornerò per cena. Per pranzo se vuoi ordina pure qualcosa, ti ho lasciato il numero di un ristorante molto buono"
"Va bene papà, grazie. Buon lavoro"
Forse aveva ragione non potevo restare per tutto il tempo rinchiusa in casa solo per paura di rivederlo e poi mi piaceva così tanto nuotare e prendere un po' di sole. Insomma prima o poi sarebbe successo, eravamo vicini di casa, di stanza e saremmo anche stati a scuola insieme: non c'era proprio modo di evitarlo, tanto valeva convivere con l'idea...
Ritornai in stanza, recandomi nel guardaroba che finalmente ero riuscita ad ordinare in quei due giorni. Era così spazioso che nonostante tutti i vestiti che avevo rimaneva ancora spazio. Frugai nei cassetti dove tenevo l'intimo e i costumi, afferrandone uno intero bianco con la schiena scoperta e dei fiorellini in tulle rosa che la attorniavano. Presi un cappello a falda larga bianco, un telo e un paio di occhiali da sole a cerchio grandi. Poi mi diressi verso la toilette cercando le protezioni solari e trovandole. Infilai le infradito rosa e il libro che ancora non avevo finito di leggere e scesi, dirigendomi verso la piscina.
La giornata era proprio calda in effetti e il sole picchiava alto; poggiai tutta la roba sul lettino a baldacchino grigio chiaro, aprendo le tendine e agganciandole ai pali della struttura. Stesi il telo e mi ci sdraiai, iniziando a spalmarmi la crema su tutto il corpo: la mia pelle non era abituata a tutto quel sole e avrei rischiato seriamente di diventare un aragosta, spettacolo che volevo evitare.
Mi sdraiai a pancia in giù, cercando di mettere la crema anche sulla schiena
"Vuoi una mano?"
Alzai lo sguardo e lo vidi fissarmi da oltre la staccionata
"No grazie. Sto bene così"
In un battito di ciglia, senza troppi impegni, lui scavalcò prendendomi la crema dalle mani
"Ei!! Ma che fai?!"
"Ti aiuto"
Disse alzando le spalle e versandosene un po' sulle mani
"Ho detto di no, me la cavo benissimo da sola. Ritornatene da dove sei venuto"
"Dai fatti aiutare, per favore. Abbiamo iniziato con il piede sbagliato, lo ammetto, ma a quanto pare dovremmo sopportarci per molto, molto tempo. Vale la pena andare d'accordo. Che ne dici?"
Lo guardai di sottecchi, cercando di capire se fosse sincero o meno
"Niente doppi fini?"
Lui scosse la testa
"Assolutamente no, certo... a meno che tu non cambi idea eh... in quel caso..."
"STEFAN!"
"Va bene, va bene. Amici e basta... per ora"
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Love is a strange thing
RomanceSophie, ragazza modello con la famiglia perfetta, voti alti e tutto ciò che qualsiasi ragazza vorrebbe. Stefan, classico ragazzo da cui i genitori ti direbbero di stare alla larga, famiglia tutt'altro che perfetta, una frana a scuola e il fascino ch...