12.

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Appena arrivai a casa, corsi in camera mia, chiudendomi la porta alle spalle e buttandomi sul letto. Perché doveva essere tutto così complicato? Perché ero così infastidita dalla presenza di quell'oca??

Perché sembrava così sorpreso di vedermi? Iniziai a dimenarmi sul letto, soffocando le mie urla nervose nel cuscino e prendendo a pugni il materasso. Era scomparso per un mese e ora era tornato come se nulla fosse, senza nessuna spiegazione valida, non me lo bevevo il suo "avevo bisogno di andare via per un po'". Andare via perché? Da chi? Avevo tremila pensieri che mi frullavano in testa e tremilioni di domande a cui non sapevo dare risposta.

Mi girai, sdraiandomi sulla schiena e fissando il soffitto. Pensai a Dave e ai momenti trascorsi insieme, ma nessuno di quelli era paragonabile a cinque minuti con Stef. Eppure io gli volevo bene, era un ragazzo fantastico e un fidanzato magnifico, tranne per il troppo lavoro, ma quella non era una sua colpa.

Decisi di chiamarlo per cercare di distrarmi e staccare un attimo il cervello. Scesi dal letto, cercando il telefono che avevo lanciato da qualche parte sul tappetto, trovandolo sotto il letto, per fortuna intero, e composi il suo numero che ormai sapevo a memoria. Dopo pochi squilli ecco la sua voce rassicurante

"Tesoro!"

Sospirai, sedendomi sul letto e portandomi le ginocchia al petto, rannicchiandomi

"Ei Dave..."

"Sophie, che succede?"

Immaginai il suo sguardo accigliarsi e le sue sopracciglia unirsi, formando una rughetta tra di esse e sorrisi a quel pensiero. Lui mi faceva stare bene

"Solo stanchezza... devi lavorare?"

Lo sentii sospirare

"Dammi un'ora e sono da te"

Sorrisi alla sua premura nei miei confronti, capiva sempre quando c'era qualcosa che non andava

"Dave non ti preoccupare... non fa niente se-"

Mi interruppe prima che potessi finire la frase

"Sei più importante tu del mio tirocinio e poi ti ho trascurata un po' troppo ultimamente. Non fa niente se salto un turno, non ti preoccupare. A tra poco"

Tirai un sospiro, distendendomi sul letto

"Grazie..."

E riattaccai, chiudendo gli occhi e cercando di dormire un po' nell'attesa del suo arrivo.

Un ticchettio piano piano mi fece riemergere dal mio sonnellino; richiusi gli occhi, cercando di ritornare tra le braccia di Morfeo, ma questo si fece più insistente. Spalancai gli occhi, alzandomi dal letto e cercando di capire la sua provenienza, irritata dal brusco risveglio. Passai davanti la finestra, guardando fuori, quando la faccia di Stef entrò nella mia visuale, facendomi indietreggiare e cadere sul letto dallo spavento. Mi portai una mano al petto, cercando di calmare il respiro, alzandomi e spalancando la finestra

"Che cazzo stai facendo?!"

Gli urlai contro, notando che era in bilico su un ramo dell'albero che stava tra le nostre due case

"Posso entrare?"

"Stef!! Scendi di lì! Non puoi presentarti davanti la mia finestra in questo modo! Mi hai fatto prendere un infarto!"

Lui sogghignò

"Spostati"

Lo guardai accigliandomi, cercando di capire cosa avesse in mente, ma prima che il mio cervello decidesse cosa fare, Stef saltò dal ramo, atterrando nel davanzale della mia finestra, con una tale agilità da farlo sembrare un gioco da ragazzi, quando invece c'era più di un metro di distanza e altrettanti metri da terra. Indietreggiai, colta alla sprovvista, e lui colse l'occasione per entrare nella mia stanza, richiudendosi la finestra alle spalle come fosse stata la cosa più normale di questo mondo

Love is a strange thingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora