9.

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Per tutto il giorno successivo lui quasi non mi parlò, ci limitammo a stare nella grande biblioteca che stava all'ultimo piano, leggendo libri antichi e prime edizioni. Lui sapeva quanto io amassi la letteratura e come questa fosse un rifugio per me, quindi mi piaceva pensare che lo avesse fatto per me, non per avere una scusa per non parlarmi.

Pranzammo e cenammo con i suoi genitori e mio padre, parlando del più e del meno. Dave sembrava quasi normale con me quando era davanti loro, ma lo vedevo che non mi rivolgeva le stesse attenzioni... non potevo più sopportare quella situazione, anche perché la mattina dopo avremmo dovuto affrontare il viaggio di ritorno con mio padre, senza via di scampo.

Non appena finimmo di cenare, Dave si alzò per tornare in camera, così lo seguii bloccandolo prima che potesse sparire nella sua stanza

"Dave!"

Lui si girò, guardandomi con sguardo neutro

"Dimmi"

Mi portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio, deglutendo e cercando di trovare le parole

"Scusa io... non volevo chiamarti Stef"

Sussurrai, abbassando lo sguardo, incapace di sostenere il suo, così freddo e distaccato.

Lui sospirò

"Chi è? Un tuo ex?"

Disse potandosi una mano sulla fronte. Io lo guardai, avvicinandomi

"No, Dave. Lui è un mio amico... è scomparso da più di una settimana e nessuno sa dove sia. Per ora ho la testa a lui, sono preoccupata... Non risponde ai messaggi e l'ultima volta che l'ho visto..."

Stavo per dirgli in che condizioni era, ma poi mi ricordai che lui mi aveva pregato di non farlo sapere a nessuno

"L'ultima volta che l'ho visto mi sembrava molto preoccupato e triste. Ho paura che gli sia successo qualcosa di brutto"

Optai per una mezza verità, sperando che mi credesse, lasciando stare. Lui si accigliò

"Non avete chiamato la polizia?"

"N-no. Suo padre ha detto che non ci si deve preoccupare... ma io lo sono ugualmente"

Lui sembrò addolcirsi, venendomi ad abbracciare

"Non ti preoccupare, piccola. Sono sicuro che sta bene"

Io annuii, non convinta, stingendomi a lui e posando la testa sul suo petto. Sentii il suo petto vibrare

"Mi dispiace di essere stato freddo con te... è che... forse è presto per dirlo. Però credo che sto iniziando ad innamorarmi di te. Quando hai sussurrato quel nome mi è caduto il mondo addosso perché pensavo di averti perso, o meglio, di non averti mai avuto, e di conseguenza mi sono chiuso in me stesso. Mi dispiace piccola, ci tengo davvero a te e a questa relazione e non voglio perderti"

Alzai il viso, guardando i suoi occhi azzurri erano diventati quasi cristallini, lucidi, mentre pronunciava quelle parole. Aveva appena detto che stava iniziando ad innamorarsi di me ed io? Io non lo sapevo, quando stavo con Dave era come se niente potesse andare meglio di così, mi faceva stare bene e mi divertivo sempre a stare con lui, era sempre in grado di farmi sorridere e di sorprendermi ma... Stefan, con Stefan era diverso. Tutto con lui era un'incertezza, i suoi doppi sensi e le sue battutine sfrontate che mi procuravano un rossore sulle guance e un sussulto al cuore, quando i suoi occhi verdi si scontravano con i miei era come se lui fosse in grado di leggermi dentro, di capire cosa mi mettesse a disagio. Lui piano piano si stava aprendo con me, ne ero sicura; gli era costato molto presentarsi a casa mia combinato in quel modo, era come se stesse abbattendo il muro da cattivo ragazzo per farmi conoscere il suo vero io, un ragazzo sconfitto e spaventato.

Love is a strange thingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora