17.

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Un fascio di luce arrivò dritto ai miei occhi, risvegliandomi lentamente dal mio stato di tranquillità. Strinsi gli occhi, girandomi dall'altra parte con un movimento veloce e arrabbiato. Stavo sognando due occhi, due gemme verdi piene di tristezza e terrore... spalancai gli occhi di colpo, alzando il busto dal letto di scatto

"Stefan!"

Sentii una mano sulla schiena riatterrarmi sul materasso, facendomi finire con la faccia seppellita sul cuscino, cuscino che sapeva del suo profumo così intrigante. Lo inspirai a pieni polmoni per un istante, prima che una voce, la sua voce, mi riportasse alla realtà

"Solitamente ti risvegli sempre in modo così tranquillo?"

Alzai la testa, girandola verso di lui e trovandolo poggiato sulla spalliera del letto a torso nudo: i lividi ancora freschi gli ricoprivano la pelle, mescolandosi e quasi mimetizzandosi con i tatuaggi. Il suo viso martoriato dai piccoli tagli, l'occhio avvolto da un alone nero, il labbro gonfio e la ferita sullo zigomo ancora aperta, con piccole gocce di sangue. Ma nonostante il suo stato era mozzafiato, i suoi occhi più brillanti del solito, i capelli scombinati che gli cadevano in modo disordinato sul viso, le sue fossette che si fecero spazio sulle sue guance non appena notò il mio stato di trance. Scossi la testa, schiarendomi la voce e cercando di riprendermi dallo shock di questo risveglio. Avevo dimenticato per un attimo tutto quello successo la sera prima, tutto fin quando i suoi occhi non mi ritornarono in testa, pieni del dolore subito. Ero ancora sconvolta, incredula, senza parole. Come ha potuto e può ancora reggere tutto questo? Perché non denunciarlo? Per quale motivo non dire niente dellincidente di sua madre? Perché suo padre aveva la polizia dalla sua parte? Non pensavo avesse così tanto potere...

"Smettila di pensare"

Aggrottai le sopracciglia, scuotendo la testa e cercando di scacciare tutte le domande. Di sicuro non era il momento giusto per porgliele

"Non lo stavo facendo"

Lui alzò un angolo della bocca, facendo un'espressione da "so tutto io"

"Mh, come no. Quando sei nel tuo mondo hai sempre quell'espressione persa nel vuoto e inizi a mordicchiarti il labbro"

Mi fermai di colpo, realizzando che in effetti era esattamente quello che stavo facendo. Mai nessuno me lo aveva fatto notare ed ormai era talmente un'abitudine a cui non prestavo più caso.

Mi girai su un fianco, cercando di spostare l'attenzione da me

"Come stai?"

Lui sorrise, scuotendo la testa

"Sto bene, Sophie. Niente che non possa gestire. Tra qualche giorno sarà andato tutto via"

Mi tirai a sedere con uno scatto, puntandogli il dito contro il petto

"Non farla passare come se fosse una cosa normale, perché non lo è. Stef non va assolutamente bene, e il fatto che tra qualche giorno, forse, ti sarai ripreso non cambia il fatto che potrebbe succedere ancora e ancora e che tu non lo impedirai. Io non ti capisco! Non capisco perché gli hai detto quelle cose per farlo arrabbiare ancora di più... che credevi di fare?? Era meglio se mi avesse scoperto! Almeno si sarebbe fermato! Non ti avrebbe ridotto così... "

Lui mi prese per il colletto della maglietta, tirandomi a se e facendo scontrare le nostre labbra, zittendomi. Lacrime amare avevano preso a scendermi sulle guance, mischiandosi al suo sangue, che aveva ripreso a fuoriuscire dal labbro, creando un sapore metallico e salato. La sua bocca si muoveva avida sulla mia, le sue mani serrate sul tessuto della sua maglietta che mi ricopriva il corpo, come se avessero paura che io potessi svanire da un momento all'altro.

Love is a strange thingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora