25.

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Cesare Moretti. Cesare Moretti. Cesare Moretti

Questo nome continuava a ripetersi nella mia testa senza sosta.

Mio padre non era mio padre. Quella persona su cui avevo sempre contato, che mi aveva curato le ferite, che mi aveva asciugato le lacrime... in realtà non era altro che uno sconosciuto.

Perché tenermi nascosto tutto? Perché non raccontarmi la mia storia e parlarmi di mio padre, del mio vero padre? E in più, questa stessa persona che mi aveva tenuto all'oscuro di tutto, era un agente segreto.

"Sophie?"

Stefan richiamò la mia attenzione, facendomi riportare il mio sguardo vuoto e confuso sul suo preoccupato. Strinsi tra le mani il mio certificato di nascita prendendo un respiro profondo e cercando di far smettere di girare tutte quelle informazioni

"Ho... ho bisogno di un po' d'aria, credo..."

Stefan annuì, prendendo con cautela dalle mie mani quel foglio che aveva appena distrutto ogni mia certezza, per riporlo nella cartella e richiudendo la cassaforte, rimettendo tutto apposto

"Vieni"

Mi tese la mano, che io tremante afferrai, conducendomi fuori dallo studio e sul cortile con la piscina. Si tolse le scarpe, arrotolando i pantaloni fin sotto il ginocchio e si sedette, immergendo i piedi e facendomi segno di imitarlo. Slacciai i sandali, scalciandoli, e mi slacciai il vestito, troppo ingombrante e fastidioso per tenerlo ancora addosso. Entrai in acqua, sotto lo sguardo attento di Stefan, per poi infilarmi tra le sue gambe, poggiando le mani sulle sue cosce e alzando lo sguardo, incontrando il suo

"Ho bisogno di te"

Lui cercò nel mio sguardo segni di titubanza, ma trovò solo sicurezza. Avevo bisogno di lui, di sentirlo vicino, il più vicino possibile. Avevo bisogno delle sue attenzioni, del suo tocco delicato e allo stesso tempo deciso.

Avvicinai il mio volto al suo, facendo scontrare le nostre labbra in un tenero bacio. Portai le mani dietro la sua nuca, intimandolo ad entrare in acqua, cosa che fece in un secondo, avvolgendo subito le sue braccia intorno la mia schiena e stringendomi a se, mentre il bacio iniziava a farsi sempre più infuocato. Le mie mani corsero alle sue spalle, scendendo per il petto e iniziando a sbottonare velocemente la camicia, gettandola da qualche parte. Passai a i pantaloni, e tirando giù la cerniera, passai la mano sopra la sua già pronta erezione procurandogli un gemito.

Le sue mani correvano dai miei capelli al mio sedere, stringendo ogni tanto pezzi di pelle o tirando ciocche di capelli, procurandomi sospiri affannati. La sua corsa si fermò sul gancio del reggiseno, slacciandolo con movimento veloce e facendogli fare la stessa fine di tutti gli altri vestiti. Quando le mie mani raggiunsero il bordo dei suoi boxer, lui afferrò le mie mani, invertendo le posizioni e alzandomi dal bacino, facendomi sedere sul bordo dalla piscina. Brividi e pelle d'oca si mischiarono alle mille sensazioni, mentre le sue mani si fermarono ai lati delle mie cosce iniziando la loro lenta corsa.

"Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata..."

Sussurrò, guardandomi fisso negli occhi, e proprio in quelli io vi lessi quanto quello che provava per me fosse forte, e così semplicemente lo dissi, con un sorriso in faccia e gli occhi lucidi

"Ti amo"

Il sorriso nel suo viso si aprì ancora di più, fino a far comparire quelle due fossette di cui andavo matta

"Ti amo"

Le sue mani furono subito sul mio viso, avvicinandomi a baciandomi, mettendoci quanta più passione possibile, ed io ricambiai. Lì stretta tra le sue braccia ero la persona più felice e amata del mondo, non importava tutto quello che era successo perché mi aveva portato a lui. Lui era il mio porto sicuro, il mio rifugio... la mia casa.

Love is a strange thingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora