8.

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Erano passate due settimane e ancora di Stefan nessuna traccia. Suo padre non aveva neanche avvertito la polizia, tranquillizzando il mio, che sembrava più preoccupato di lui, dicendo che suo figlio era solito sparire per mesi per poi tornare senza preavviso. Sembrava così tranquillo quando si parlava di lui... eppure c'era qualcosa che non andava, quando mio padre gli chiedeva se avesse novità lui si irrigidiva e iniziava a torturarsi le mani, non come farebbe un genitore preoccupato però.

Per tutta la prima settimana lo avevo chiamato e tempestato di messaggi, ma non avevo mai ricevuto una risposta e al telefono attaccava sempre la segreteria. Era sparito nel nulla, senza dire niente a nessuno e chissà se sarebbe mai tornato.

Nel mentre le cose con Dave erano andate avanti e ora ci sentivamo sul serio: lui mi piaceva, era così pieno di carisma e gentilezza, era il ragazzo dei sogni di qualsiasi ragazza, un bel principe azzurro uscito direttamente da una favola. Però la sua pelle era così pulita, i capelli sempre messi in ordine con il gel sempre vestito in maniera impeccabile. Il mio pensiero in un modo o nell'altro era rivolto a Stefan chissà che faceva, dov'era e perché se n'era andato soprattutto.

"SOPHIE?"

Sentii mio padre chiamarmi dal piano di sotto così mi affrettai a prepararmi, mettendo in ordine i capelli mossi dietro l'orecchio e applicando un lucidalabbra. Quel giorno Dave avrebbe portato me e mio padre nella sua residenza estiva, a quanto pare era di famiglia ricca e aveva una villa da qualche parte vicino a Vienna, così avremmo passato tre giorni da lui con i suoi genitori.

Non li avevo mai visti e mi sarebbe piaciuto aspettare ancora un po' prima di rendere la nostra relazione così 'ufficiale', ma quando lui ne parlava gli si illuminavano gli occhi... doveva volergli davvero molto bene. Quando mi aveva chiesto di accompagnarlo con mio padre e passare tre giorni con lui non ero stata in grado di dirgli di no, tantomeno mio padre che era riuscito a prendersi tre giorni di pausa, pur portandosi il lavoro.

Mi guardai un'ultima volta allo specchio: avevo indossato un vestito bianco in lino dalla gonna ampia che arrivava al polpaccio con delle ballerine, volevo fare una buona impressione ai suoi. Afferrai la valigia e prima di uscire lanciai un ultimo sguardo alla camera di Stef, sperando di vedere un cenno di vita, ma niente. Sospirai scendendo e non appena arrivai a metà delle scale vidi Dave corrermi incontro e togliermi di mano la valigia, dandomi un bacio casto sulla guancia

"Sei splendida, vedrai che i miei si innamoreranno di te"

Mi sussurrò, scendendo dalle scale e porgendomi la mano. Io annuii, imbarazzata

"CIAO MELA!"

Gridai, salutando la domestica di casa, la donna che avevo conosciuto alla cena con Seth. Poi uscimmo, chiudendoci la porta alle spalle e dirigendoci verso la macchina di Dave, che era parcheggiata davanti al cancello della villa. Mio padre poggiato con le braccia conserte sullo sportello non appena ci vide ci sorrise. Dave gli era subito piaciuto, era esattamente quello che aveva sperato per me: un bel ragazzo, dalla famiglia ricca, educato e gentile.

"Pensavo che mi avreste trovato morto"

Scherzò, riferendosi ai cinque minuti in cui aveva aspettato. Gli sorrisi dandogli un bacio sulla guancia e aprendo lo sportello posteriore

"Siediti tu davanti, piccola gemma"

Mi fermò mio padre, aprendomi lo sportello anteriore e facendomi sedere.

Il viaggio durò circa un tre ore in cui parlammo del più e del meno e dove Dave ci spiegò per filo e per segno la sua genealogia. Da quanto avevo capito i suoi antenati erano degli aristocratici molto importanti e avevano acquistato quella villa come residenza di famiglia e da quel momento l'avevano passata di erede in erede, e alla morte del padre, essendo figlio unico, questa sarebbe passata a lui.

Love is a strange thingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora