"Stefan, non capisco... mio padre doveva essere via per le prossime due settimane. Perché tornare senza avvertire?"
Gli occhi del ragazzo erano fermi sui due uomini che sembravano troppo in confidenza, troppo in confidenza per un uomo che era un criminale e mio padre che lavorava per l'ambasciata. Poi un dubbio si insinuò nella mia testa, mi colpì così forte quasi da farmi girare la testa. Se tutto questo non era una semplice e pura coincidenza? Se ci fosse qualcosa altra cosa che mio padre mi teneva nascosta?
"Andiamo via"
Sussurrai a Stefan, scuotendogli il braccio e risvegliandolo dai suoi pensieri. Il suo cipiglio rimase fermo sul suo bel viso, chissà se pensava la mia stessa cosa
"Hannibal, abbiamo terminato qui. Noi andiamo"
Disse al ragazzo, che annuì, guardandoci con un sopracciglio alzato, probabilmente accorgendosi che qualcosa non andava.
"Da questa parte"
Mi fece strada Stefan, portando una mano sulla parte bassa della schiena, e cercando di farsi strada verso un'uscita senza farci notare da mio padre, non potendo usare la principale perché troppo esposta.
Ci addentrammo all'interno della cucina, facendo slalom tra i camerieri che uscivano trasportando vassoi e ignorando i rimproveri dei cuochi. Raggiungemmo un'uscita secondaria, ritrovandoci su un vicolo secondario, su cui lati vi erano cassonetti della spazzatura e una puzza di marcio aleggiava nell'aria. Stefan si sporse sulla strada principale, aspettando il via libera per uscire e recuperare le chiavi dal valletto, praticamente prendendolo a parole per andare lui stesso a prendere la macchina, finendo quasi per mollargli un pugno considerata l'insistenza del ragazzo che stava solo facendo il suo lavoro.
Entrati nel parcheggio non impiegammo molto ad individuare la macchina ed entrati Stef iniziò a sfrecciare per le strade della città.
"Dobbiamo andare a casa mia"
Lui annuì, continuando a stare in silenzio. Dopo qualche minuto lo richiamai
"Stef?"
Lui mugugnò
"T-tu conosci i membri del Diamante Grezzo?"
Domandai incerta, sperando che lui potesse negare tutti i pensieri che mi si stavano formando in mente. Magari erano davvero tutte coincidenze, insomma, eravamo benestanti e mio padre poteva aver pensato che quella fosse solo una serata di beneficenza, no?
Ma perché non avvertirmi del suo rientro anticipato? C'era qualcosa che non tornava in questa storia.
Lui si accigliò, stringendo il volante fino a farsi diventare le nocche bianche
"Sophie cosa vuoi sapere veramente?"
Io abbassai lo sguardo, iniziando a giocare con il tessuto del vestito, cercando le parole adatte per dare vita ai miei pensieri
"I-io... insomma... Non è che mio padre...?"
Lui mi guardò con la coda dell'occhio, tirando un sospiro
"Nessuno ne conosce l'identità. Nessuno sa chi siano ne tanto meno quanti. Ho scoperto di quest'organizzazione solo da pochi mesi, da quando hanno iniziato a mandare a monte le nostre operazioni. È come se fossero comparsi dal nulla, nessuno sapeva di loro... hanno sempre agito nel silenzio, sotto il nome di varie organizzazioni. È da qualche mese dopo che Straswosky è diventato un nostro cliente che le operazioni vanno storte, per questo lui è il primo sospettato. Avevamo pensato ad una talpa, hanno persino indagato su di me ma non hanno trovato niente"
"Quindi mio padre..."
"...potrebbe farne parte per quel che sappiamo"
Presi un respiro profondo, dovevo indagare a fondo
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Love is a strange thing
Storie d'amoreSophie, ragazza modello con la famiglia perfetta, voti alti e tutto ciò che qualsiasi ragazza vorrebbe. Stefan, classico ragazzo da cui i genitori ti direbbero di stare alla larga, famiglia tutt'altro che perfetta, una frana a scuola e il fascino ch...