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Justin: hey, ti va di uscire?

Così, quel venerdì mi ritrovo a prepararmi per un appuntamento con Justin. Non ero certa di accettare, ma le altre mi hanno convinta.

Justin non mi ha detto dove saremmo andati, però a quanto ho capito avrei dovuto indossare qualcosa di elegante.

Intorno alle venti, Justin passa a prendermi a casa mia

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Intorno alle venti, Justin passa a prendermi a casa mia. Non si spreca neanche a venire a bussare alla porta, bensì mi avvisa della sua presenza suonando il clacson della sua auto da ricco sfondato.

Sono ancora in tempo per restare a casa?

Ad ogni modo, indosso il mio cappotto ed esco di casa notando immediatamente il contrasto di temperatura tra l'interno della casa e l'aria pungente che c'è fuori. Non so nemmeno perché abbia deciso di indossare un vestito con dei collant sottilissimi con questo freddo.

Beh, ormai è fatta.

Mi affretto a salire in auto, dove il ragazzo ha acceso l'aria calda e si sta una meraviglia.

"Hey", mi sorride. "Stai davvero bene."

Lo ringrazio per il complimento, un po' imbarazzata. È la prima occasione in cui mi trovo completamente sola con lui e non abbiamo ancora preso confidenza l'uno con l'altra.

Osservandolo guidare, non posso fare a meno di posare lo sguardo sul Rolex che porta al polso. È impossibile non notare un orologio di quelli. Mi chiedo che lavoro facciano i suoi.

Il viaggio in auto è abbastanza silenzioso, se non fosse per la musica e per qualche parola che scambiamo. Almeno la musica non è così male, non che si possa sbagliare molto facilmente con la sua scelta di canzoni. Sono tutti brani molto popolari al momento.

Dopo non molto, Justin ferma la sua auto nel parcheggio di un ristorante che ha l'aria di essere molto costoso. Non so se ci tenga tanto a fare colpo su di me o se voglia solo mettere in mostra i suoi soldi.

Spero davvero che abbia altre qualità, perché del suo reddito davvero non mi interessa.

Entrando nel locale dall'ingresso ampio, veniamo subito accolti da quello che credo sia un cameriere a giudicare dagli abiti che indossa, uguali a quelli degli altri dipendenti addetti a servire i tavoli.

"Justin! Da quanto tempo!", lo saluta l'uomo con tono confidenziale e con un ampio sorriso.

I due si scambiano un veloce abbraccio. "Finalmente ti sei trovato la ragazza."

Oh, cazzo.

Me ne sto lì impalata, chiaramente a disagio.

Justin non replica, semplicemente ride anche lui un po' imbarazzato.

"Vi porto al vostro tavolo", afferma.

Noi lo seguiamo nell'immensa sala, colma di persone che cenano indossando abiti eleganti e probabilmente firmati. Inizio a sentirmi un po' fuori luogo, specialmente quando la gente mi rivolge degli sguardi inquisitori come se la mia presenza qui non avesse alcun senso ai loro occhi.

Liar [Shawmila]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora