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Concentrata sull'esercizio di matematica, tengo lo sguardo fisso sul quaderno mentre scrivo con la matita i risultati. Questo finché non sento il piede di Shawn toccare il mio sotto il tavolo della sua cucina.

Alzo lo sguardo su di lui, seduto di fronte a me, che mi sta guardando con un sorriso stampato in faccia.

"Che c'è?"

"Facciamo una pausa?", chiede. "Sono stanco".

"Abbiamo appena iniziato!", ribatto. Tra qualche giorno avremo il compito in classe e lui non è che sia molto preparato. Ma quando lo è, dopotutto?
"E tu non hai fatto niente", commento dopo aver dato una sbirciata al suo quaderno e avendo visto solo un esercizio completo.

Shawn scrolle le spalle, in procinto di alzarsi dalla sedia.

"No, non ti permettere", lo blocco fingendomi seria. "Mi hai fatto venire tu per studiare".

Per l'appunto, è stato lui a chiedermi di studiare insieme così gli avrei spiegato gli argomenti che non ha capito. E ci ho provato, ma lui non si concentra per più di due minuti di fila.

Shawn si rimette seduto sulla sedia. "Non mi sento molto motivato così", si lamenta facendomi roteare gli occhi. "Perché impegnarmi quando posso copiare da te e prendere un voto decente comunque?"

Non fa una piega, devo ammetterlo. Non gli darò la soddisfazione di dirlo ad alta voce, però.

"Potresti almeno tentare?", chiedo esasperata.

Tutti copiamo a volte, io compresa, ma diventa fastidioso quando per quattro anni i tuoi compagni di classe studiano utilizzando i tuoi appunti e prendono un voto migliore del tuo.

"Fanne almeno cinque giusti e poi ci fermiamo", affermo.

Il ragazzo sbuffa rumorosamente, ma alla fine acconsente. Mi chiede di spiegargli nuovamente lo svolgimento e, poi, ognuno di noi prende a fare i propri esercizi. Ogni tanto, Shawn si ferma per chiedermi una mano su alcuni passaggi che non ha ben capito, ma per il resto si impegna abbastanza.

Il tempo scorre di molto, ma alla fine Shawn riesce a svolgere cinque esercizi corretti.

"Ora ci fermiamo?"

"Va bene...", borbotto abbandonando la matita sulla superficie del mio quaderno ancora aperto.

"Hai fame?"

Scuoto la testa, guadagnandomi uno sguardo a dir poco sconvolto da parte sua. "Credevo fosse impossibile".

In risposta, gli lancio addosso il pacco di fazzoletti facendolo ridere. "Dai, vieni qua", dice facendomi cenno di sedermi in braccio a lui.

Cerco di mantenere la mia finta espressione offesa mentre mi alzo per fare come mi ha chiesto. Questo finché Shawn non mi posa un bacio a stampo sulle labbra. Allora lascio perdere il mio pessimo tentativo di recitazione e lo bacio di nuovo, stavolta non limitandomi ad un breve bacio a stampo.

Shawn, intanto, infila entrambe le mani nella mie tasche posteriori dei jeans dopo che mi sono riposizionata per essere a cavalcioni su di lui.

Il ragazzo si stacca dal bacio, soltanto per spostare l'attenzione sull'incavo del mio collo.

"Se tornano i tuoi...?", domando con tono di voce quasi flebile. O ancora peggio, forse: sua sorella.

"Andiamo in camera", borbotta Shawn.

Mi alzo e lui mi segue a ruota, anche se poi è lui il primo ad avviarsi verso la sua stanza. Mi lascia entrare per prima nella camera persino più in disordine della mia e, mentre lui chiude a chiave la porta, io mi tolgo le scarpe.

Shawn si sdraia sul letto, tirandomi con sé per il polso facendomi finire a cavalcioni su di lui. Mi tolgo la felpa prima di chinare il busto per riprendere a baciarlo.

Le mani del ragazzo vanno immediatamente alla ricerca dei gancetti del mio reggiseno, così da slacciarlo velocemente. Mi allontano leggermente così da sfilare anche a lui la maglietta e prendermi qualche istante per godermi la vista.

A quanto pare questo mio gesto lo fa sorridere. Il suo sorriso compiaciuto è l'ultima cosa che vedo, prima che Shawn ci faccia invertire posizione così da far stare me sotto. Mentre mi posa baci sulla zona delle clavicole, tento alla cieca di sbottonarmi i jeans e di abbassarne la cerniera nel minor tempo possibile.

"Quanta fretta", commenta Shawn sorridendo divertito contro la mia pelle ora probabilmente arrossata.

"Così poi puoi tornare a fare matematica", scherzo io sentendo comunque un certo calore irradiarmi la zona delle guance. E non solo...

"Certo", replica lui con un pizzico di sarcasmo nel tono della voce mentre afferra sia i lembi dei miei jeans che quelli dell'intimo. Così facendo, li sfila entrambi in una volta sola lasciandomi completamente vulnerabile ai suoi occhi.

Nonostante fosse già successo svariate volte ormai, ancora arrossisco quando lo sguardo di Shawn scorre sulla mia pelle non più celata da alcun indumento.

Il ragazzo si alza dal letto, aprendo poi il cassetto del comodino e rovistando al suo interno fino a trovare ciò che cercava. Ne tira fuori la bustina di plastica metallizzata, posandola subito dopo sul bordo del letto e terminando di spogliarsi sotto i miei occhi incapaci di guardare altrove.

Per una volta, sono io ad afferrare la bustina e a mettermi a sedere per aprirla con i denti.

Shawn mi osserva con particolare attenzione mentre gli metto il preservativo cercando di essere il più delicata possibile. Se stesse così attento mentre gli spiego come svolgere gli esercizi a quest'ora sarei io a copiare da lui.

Una volta fatto ciò, il ragazzo guarda prima me e poi si guarda intorno per un attimo nella stanza. In quel momento capisco che nella sua testa sta frullando qualcosa.

"Che c'è?"

Lui non riesce a trattenere un sorrisetto, però non proferisce parola. Improvvisamente, mi solleva dal letto tenendomi da sotto le cosce e cogliendomi di sorpresa più che altro. D'istinto, metto le braccia sulle sue spalle per mantenere l'equilibrio.

Con mia confusione, Shawn si sposta dall'altro lato della stanza e capisco le sue intenzioni non appena mi appoggia sulla scrivania. Con una mano butta a terra i quaderni messi in disordine che vi sono sopra, per poi farmi sdraiare sulla superficie con la schiena e farmi allacciare le gambe intorno alla sua vita.

Se possibile, cerco con i fianchi di avvicinarmi ancora di più a lui diventando sempre più impaziente ogni secondo che passa. Sul volto di Shawn si fa spazio un sorriso un po' divertito e un po' compiaciuto, mentre porta la mano destra fra le mie gambe. Niente che mi sorprenda; ormai so quanto possa essere sicuro di sé. Il che lo rende ancora più attraente.

Una volta capito che non ci fosse più di tanto bisogno di preliminari, Shawn mi guarda negli occhi e aspetta un mio cenno di consenso con il capo prima di farsi lentamente spazio dentro di me. Intanto si china leggermente per baciarmi, facendomi d'istinto chiudere gli occhi e mettere le mani fra i suoi capelli.

La mano sinistra del ragazzo si posa sul mio seno, mentre le sue labbra mi baciano il collo nel punto appena sotto il lobo dell'orecchio. Fa tutto questo mantenendo un ritmo deciso delle spinte, facendomi inarcare la schiena in un tentativo quasi disperato di avvicinare il più possibile il mio corpo al suo.

Le mie mani dai capelli scuri di Shawn si spostano sulla parte superiore della sua schiena, graffiandola con le unghie in risposta ad una spinta più forte rispetto alle altre.

In quel momento mi dimentico del fatto che avremmo dovuto studiare per il compito o di come avrei dovuto fare a coprire tutti i succhiotti che, quasi sicuramente, Shawn mi avrà fatto. L'unica cosa a cui penso è a come lui fosse capace di farmi provare così tante emozioni diverse allo stesso tempo, come nessuno è stato mai capace di fare. Né Ashton, né tantomeno Justin... nessuno.

Può darsi che Shawn stesse pensando alla medesima cosa perché, proprio nel momento in cui i suoi moventi si fanno meno precisi e più frettolosi, sussurra due parole che mi colgono alla sprovvista.

"Ti amo".

Ho sentito bene oppure è tutto frutto della mia fervida immaginazione?

Liar [Shawmila]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora