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-S h a w n

Quando il lunedì, appena dopo la scuola, mi tocca fermarmi con Justin e Luke per scrivere il verbale dell'assemblea avuta oggi con tutti gli alunni... ecco, non è che ognuno di noi sia felice di essere in compagnia dell'altro.

Ancora non sono al corrente di cosa si siano detti Camila e Justin e non è che vorrei chiederglielo, perché non mi va di essere quel tipo di ragazzo, ma una parte di me preferirebbe saperlo.

"Sto sognando?", chiede sarcasticamente Ali alle mie spalle. "Tu stai mettendo in ordine?"

Le lancio uno dei cuscini che stavo sistemando sul divano contro. Quei cuscini sono totalmente inutili comunque; sono solo decorativi.

Mia sorella lo afferra prontamente, rivolgendomi un sorrisetto. "Mancata".

Mi ripassa il cuscino che io sistemo all'estremità del divano.

"Sul serio, perché stai sistemando?", domanda la ragazza. "Guarda che mamma non c'è".

"Lo so", replico sapendo che si riferisce a come spesso nostra madre si lamenti del fatto che la casa secondo lei è sempre in disordine, nonostante non faccia altro che pulire. "Ho invitato una ragazza".

Ali mi scruta perplessa. "Credevo avessi rotto con Hailey..."

Non rispondo e dopo un po' lei sembra capire. "Oh! Un'altra ragazza! Ovvio, altrimenti avresti detto Hailey visto che la conosco... certo. Wow, così in fretta? Hai proprio la fila, eh?", farfuglia gesticolando.

"Sì, calmati adesso", scherzo io. "Comunque, mi faresti un favore se te ne stessi in camera tua".

Come previsto, Ali rotea gli occhi. "Quanti favori ti faccio io".

"Solo per un po', poi ce ne andiamo in camera mia".

Lei si limita ad annuire, per poi andare in cucina per qualche minuto e alla fine andare -suppongo- nella sua stanza.

Non molto tempo dopo, arriva Camila. Ci salutiamo con un bacio come al solito e sono sempre più sicuro che tutto sia normale.

"Oddio, ma non ero mai stata a casa tua", afferma successivamente lei guardandosi intorno.

"Mia sorella ha gradito i tuoi muffin, anche se potrei averle detto che li ho presi a casa di Michael".

La sento ridere alle mie spalle mentre mi segue attraverso il salotto. Le faccio cenno di sedersi affianco a me sul divano. Continua a guardarsi intorno, essendo un ambiente nuovo per lei, finché il suo sguardo non si ferma sulla playstation e i suoi occhi sembrano illuminarsi come quelli di una bambina che apre i regali a Natale.

"Possiamo giocare?", mi chiede sorridendo.

Come potrei dirle di no?

Annuisco, sorridendo divertito dalla sua eccitazione per qualcosa che per me ormai fa parte della mia routine. Mi alzo prendendo i due joystick e gliene porgo uno. Ne abbiamo due perché gioco anche insieme a mia sorella, ma Michael a volte porta il suo sapendo che c'è la possibilità che voglia giocare anche lei.

"A che vuoi giocare?"

"Sai già la risposta", replica lei.

"Già, perché Call of Duty è l'unico gioco che conosci", la prendo in giro.

Camila incrocia le braccia al petto, fingendosi offesa. "Non è vero!"

"Okay, dimmene qualche altro".

"Assassin's creed, tomb rider... fortnite è impossibile non conoscerlo ormai. Ah, FIFA... e basta", borbotta lei. "Poi da piccola avevo il Nintendo e avevo tutti i giochi dei pokemon".

Liar [Shawmila]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora