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Non ricordo di preciso come siamo arrivati dall'avere una conversazione abbastanza seria a baciarci sul mio divano. È successo tutto in fretta e, come niente, mi sono ritrovata seduta a cavalcioni sulle sue cosce mentre Shawn è seduto normalmente -per così dire- con la schiena premuta contro lo schienale del divano.

Ha le mani sui miei fianchi e io le mie sulle sue spalle e ci stiamo baciando in un modo che non definirei esattamente casto. Questo finché il mio cellulare non inizia a vibrare all'impazzata. All'inizio entrambi cerchiamo di ignorarlo, ma visto che non la smette più potrebbe essere importante. O potrebbe essere mia madre.

Per cui, mi stacco dal bacio restando però nella stessa posizione e prendo il telefono che avevo abbandonato da qualche parte sul divano. Non è mia madre, grazie a Dio. Ma è Michael. Non mi chiama mai (di solito scrive), quindi mi chiedo se sia successo qualcosa. Faccio segno a Shawn di stare zitto e rispondo, mettendo in viva voce.

"Pronto?"

"Cami? Shawn è con te?", chiede lui dall'altro capo della linea.

"No", mento, rispondendo troppo di getto. "Perché dovrebbe?"

Shawn si porta una mano alla fronte.

"Va bene...", borbotta Michael chiaramente non credendomi. "Ma se fosse lì, gli diresti di chiamarmi dopo visto che non risponde?"

Guardo Shawn che annuisce alzando le spalle.

"Se fosse qui, penso che risponderebbe va bene", affermo allora.

"Mhm, immagino". Nella mia testa lo vedo alzare le sopracciglia con quel sorrisetto all'angolo della bocca che fa quando non crede a quello che gli dico. "A domani, Cami".

Lo saluto anche io prima di chiudere la chiamata.

"Forse dovresti vedere che vuole".

Shawn mi prende il telefono dalla mano e si protende in avanti per riporlo sul tavolino basso di fronte al divano. Quella stessa mano che ha usato per prendermi il cellulare, invece di rimetterla sul mio fianco, la infila -non per intero- nella tasca posteriore dei miei jeans.

"Può aspettare", replica con un sorriso malizioso prima di togliermi anche l'altra mano dal fianco e usarla per spostarmi i capelli da un solo lato, lasciandomi una parte del collo scoperta. Subito dopo, prende a baciarmi il collo e io d'istinto piego la testa di lato per lasciargli più campo libero.

Se gli basta questo per farmi impazzire, figuriamoci quando faremo altro. O se faremo altro, ecco.

Quando ha iniziato a baciarmi il collo ho chiuso gli occhi, ma mi sforzo di parlare con voce leggermente spezzata. "Andiamo in camera".

Mio padre non dovrebbe arrivare ancora per altre due ore quasi, ma con la fortuna che ho potrebbe finire in anticipo a lavoro proprio oggi e trovare sua figlia in salotto seduta a cavalcioni su un ragazzo. Non che non potrebbe succedere lo stesso in camera, ma sentirei almeno la porta che si apre e avrei tempo di gestire la cosa. Credo.

Shawn si blocca per guardarmi e annuisce vigorosamente quasi facendomi ridere. Mi alzo dal divano con lui al seguito e ci mettiamo una vita a percorrere un metro dentro casa, perché lui continua a bloccarmi per baciarmi. Alla fine ci riusciamo, però.

Riesco a chiudere a chiave la porta della stanza, prima che Shawn si stenda sul letto trascinandomi insieme a lui così che io sia di nuovo sopra.

"Mi sembra di aver già vissuto questo momento", commenta Shawn con quel suo sorriso snervante che però adesso mi fa venire ancora più voglia di togliergli i vestiti di dosso.

Alzo le sopracciglia. "Fammi indovinare, ora dirai una stronzata come nei miei sogni", lo prendo in giro.

"Sì, ma ero sveglio", replica facendomi poi l'occhiolino.

Liar [Shawmila]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora