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NOVE

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"cHE COSA HA FATTO AL MIO BAMBINO? TOGLIETEVI DI MEZZO, DEVO ANDARE IMMEDIATAMENTE AD UCCIDERE QUELLA TROIA. COME SI È PERMESSA DI FARGLI UNA COSA DEL GENERE?" jaemin stava fumando di rabbia ed era pronto a combattere.

la mattina dopo, a colazione, chenle lo aveva informato della situazione, e più le parole lasciavano la bocca del giovane più sentiva l'ira crescere dentro di sè.

"come osa registrare quel suo brutto culo da oca e inviarlo al mio bambino? vuole davvero provocarmi eh? sapevo che nascondeva un diavolo sotto quei dolci e gentili sorrisi. giuro che la amm-"

"calmati nana-hyung. chenle ha in programma di parlare civilmente con lei oggi, solo loro due. vuole essere onesto e darle almeno la possibilità di spiegarsi." affermò jisung, dopo aver bevuto un sorso del suo succo d'arancia.

"beh, è meglio che quella stronza abbia una buona spiegazione, altrimenti la prenderò a pugni in faccia."

- 🐬 -

"allora, di cosa volevi parlare di lele?"

"non chiamarmi così jieun."

"h-huh? cosa c'è che non va lele?" la ragazza era confusa e preoccupata allo stesso tempo.

pensava che quest'ultimo l'avrebbe sorpresa con un altro appuntamento o un regalo. non si aspettava niente del genere.

"ti ho detto di non chiamarmi così. 'il mio ragazzo non è neanche lontanamente comparabile a te'." citò chenle, vedendo gli occhi della ragazza allargarsi all'improvviso "per favore, dimmi perché l'hai fatto."

"io... posso spiegare."

"allora fallo." chenle era pronto ad ascoltare la verità, era pronto per la spiegazione.

"t-tu non mi piaci chenle, non mi sei mai piaciuto. ti ho frequentato solo per ottenere un po' di popolarità, e a quanto pare ci sono riuscita.." faceva male, faceva così dannatamente male.

sentire che qualcuno a cui tieni ti ha usato solo per le sue ragioni egoistiche.

"immagino che adesso abbiamo chiuso. è chiaro che mi hai solamente usato, non prenderò parte a questa farsa neanche per un altro minuto." sospirò il verde e si alzò dal divano su cui era seduto, pronto ad andarsene e a non tornare mai più.

"mi dispiace." disse lei.

il ragazzo rise "chiedere scusa non aggiusterà le cose jieun. mi sono preso cura di te e mi sono preoccupato per te, ma tutto ciò che ho ottenuto in cambio è stato questo. neanche un grazie, niente. beh te lo dico io. grazie per avermi fatto sembrare il più grande idiota del mondo, spero che tu sia contenta del risultato."

quindi chenle se ne andò, assicurandosi di sbattere la porta dietro di sé mentre usciva. proprio quando si trovava a circa un isolato di distanza da casa della sua ormai ex, sentì qualcuno correre dietro di lui.

"chenle aspetta! non andartene!" urlò jieun, raggiungendolo.

lo afferrò per un polso cercando di tirarlo indietro in un abbraccio, ma lui la spinse via.

"allontanati da me, jieun. io... io non voglio più vederti. abbiamo chiuso, ma chiuso per davvero. hai detto chiaramente che non ti sono mai piaciuto e che mi hai solo usato, quindi perché mi stai fermando?" la voce del giovane era rigida e amara. qualcosa di insolito per il personaggio di chenle.

generalmente era tutto sole e arcobaleni, comprensivo e dolce, ma in quel momento si sentiva ferito e apatico. incazzato e seccato con se stesso per essersi lasciato prendere in giro da quella trappola di nome jieun.

"so di aver fatto una grande cazzata chenle, ma uscire con te mi ha fatto capire qualcosa. ricordi quando ho detto che non mi sei mai piaciuto? era una bugia - beh, non totalmente. quando abbiamo iniziato ad uscire non c'era alcuna affezione da parte mia, ma mentre progrediva... ho iniziato a sentir crescere dei sentimenti per te. quando ci siamo incontrati per un appuntamento l'altro giorno, ti ho chiesto di fare sesso ma hai rifiutato. sono solo frustrata sessualmente, ok? avevo bisogno di qualcosa, perciò quando te ne sei andato ho deciso di fare un salto a casa di un amico. è stato stupido da parte mia, lo so, forse non mi perdonerai mai, ma sappi solo che non mi sei più indifferente. se solo potessi darmi una seconda possibilità prometto di aggiustare tutto. non ti userò, ti amerò fino in fondo." adesso jieun stava praticamente urlando. le sue guance e il suo naso erano colorati di rosa, grandi lacrime di coccodrillo le ricadevano sul viso, le labbra tremanti.

chenle la guardò, i suoi occhi non mostravano alcuna emozione. si rese conto che da quando aveva iniziato a frequentare la ragazza, provava qualcosa per lei. ma con il passare del tempo era sempre più impegnata, insieme al fatto che continuava a trovare scuse pur di non passare del tempo con lui. perciò, così come erano arrivati, i suoi sentimenti per lei si erano dissipati lentamente. faceva male sentire la verità e guardarla dritta negli occhi, ma il dolore non era poi così grave ora che ci pensava.

"chenle? mi dai una seconda possibilità? per favore?" la sua voce era fragile come un sottile strato di ghiaccio, come se potesse spezzarsi da un momento all'altro.

"mi dispiace, non siamo fatti per stare insieme." annunciò, terminando la conversazione.

il ragazzo si voltò e continuò a camminare verso la casa del suo migliore amico, lasciando l'altra piangendo a dirotto. aveva bisogno di qualcuno con cui parlare e quel qualcuno era jisung.

- 🐬 -

"come è stato?" fu la prima cosa che jisung chiese quando chenle entrò nella sua stanza.

"come pensi sia stato?" controbbattè lui.

il minore era un po' sorpreso dal tono acido dell'altro, ma non poteva di certo incolparlo. il ragazzo aveva appena capito che la sua fidanzata lo tradiva e la loro conversazione non sembrava essere stata delle migliori, visto che il suo umore era ancora negativo.

il più grande sospirò e si lasciò cadere sul letto del giovane, sdraiandosi proprio accanto a lui.

lentamente, jisung notò che il viso di chenle era cambiato da amaro a rattristato. rimase in silenzio perché sapeva che l'amico aveva bisogno di un po' di tempo per sistemare le cose da solo.

"mi chiedo, noi due siamo amici solo per il mio stato sociale? vuoi popolarità anche tu?"

gli occhi di jisung si spalancarono a quella domanda.

"cosa? certo che no! perché dovrei?- lele, adesso ascoltami e ascoltami bene." il più giovane si sedette e affrontò il disteso chenle "dopo tutti questi anni sono ancora tuo amico perché mi piaci, e non per il tuo stupido stato sociale. mi piaci per le tue risate fastidiose simili al suono dei delfini. mi piaci per la tua natura infantile, che è assolutamente adorabile. mi piaci per la tua straordinaria personalità. mi piaci per il tuo sorriso d'oro - diavolo, mi piaci tu lele. mi fai impazzire quando mi sei vicino, perché tutto ciò a cui riesco a pensare è a noi che stiamo insieme come qualcosa di più che semplici amici. non ho mai voluto dirtelo perché le condizioni non me lo permettevano, e sapevo comunque come sarebbe finita. adesso mi lascerai e non vorrai mai più vedere la mia facci-"

"sta' zitto."

"cos-"

"ho detto di stare zitto, park jisung."

"ma perché-" fu interrotto di nuovo, ma non con le parole.

con un paio di labbra morbide che non appartenevano ad altri se non a zhong chenle.

❝ 𝐂𝐇𝐄𝐑𝐑𝐘 𝐊𝐈𝐒𝐒𝐄𝐒 ❞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora