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VENTIDUE

VENTIDUE

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"PAPAAAÀ!"

l'uomo di mezza età alzò gli occhi dal romanzo che stava leggendo, per vedere suo figlio correre verso di lui con un sorriso luminoso.

"che cosa c'è chenle?" chiese, alzando un sopracciglio allo stato innaturalmente frizzante del giovane.

"ho una notizia! in realtà te l'ho tenuta nascosta per un po', ma penso di essere finalmente pronto." chenle fece un respiro profondo e iniziò a parlare, ma suo padre gli impedì di farlo.

intervenendo con la sua stessa ipotesi "tu e jisung vi siete finalmente messi insieme?"

"come-?"

"sono tuo padre, pensi che non mi sia accorto degli sguardi che vi scambiate ogni volta che vi incontrate?" si informò, rivolgendo al ragazzo un sorrisetto furbo.

"cattivo." il giovane fece il broncio e si sedette accanto a suo padre, osservando ciò che stava leggendo. "milk and honey?"

"mhm, in realtà è davvero un buon libro. sono semplici poesie ma mi hanno colpito nel profondo." chenle annuì, elaborando le parole di suo padre.

"come sta la mamma ultimamente? ho sentito che le è stata concessa la libertà condizionale." chiese con voce più attenuata.

"sta bene chenle. le manchi davvero tanto."

annuì in risposta. mancava tanto anche a lui. dopo essere stata dichiarata colpevole per la distribuzione illegale di droga, la vita di suoi figlio era stata completamente sconvolta. accadde quando frequentava l'ultimo anno di scuola media.

menomale che jisung era lì per aiutarlo in quel momento disastroso.

"anche a me manca papà."

 - 🐬 -

"mamma, papà! siete a casa!" esultò jisung, correndo verso la porta d'ingresso per includere i due in un grande abbraccio.

"jisung!" dissero loro, accettando volentieri l'affetto del figlio.

i suoi genitori erano finalmente tornati dal loro viaggio d'affari durato circa un mese, il ragazzo era così felice di rivederli. finalmente potevano trascorrere un po' di giorni in famiglia come ai vecchi tempi.

"jisung, dove conservi la carta igienica?- oh, salve signora e signor park!" pronunciò jaemin casualmente, salutando i due adulti che ricambiarono.

"ciao jaemin. se non ti dispiace che lo chieda, perché sei qui a tarda ora tesoro? tua madre non è preoccupata per te?" interrogò la signora park, guardando il giovane con uno sguardo preoccupato.

"eheh, a tal proposito.." jaemin si strofinò goffamente il collo, non sapendo come spiegare la sua situazione tramite parole comprensibili.

"va bene se jaemin-hyung rimane qui per un po', giusto? sta vivendo una situazione difficile con sua madre e non può davvero tornare a casa." riassunse jisung, rivolgendo ai suoi genitori uno sguardo disperato.

"certo, per noi va bene. ricordate di lavarvi prima di dormire, okay?" ricordò la donna, poi insieme al marito entrò nella loro stanza per disfare i bagagli.

"okay, ora che se ne sono andati. sai dov'è la carta igienica?" detto questo, jisung andò a recuperare la carta igienica extra.

durante il tragitto, il suo telefono s'illuminò segnalando l'arrivo un messaggio. afferrò il cellulare, gli angoli della bocca gli si sollevarono vedendo il nome del contatto che gli aveva scritto.

💚MY LELE🐬

jisungieeeeeee

puoi incontrarmi al parco verso le dieci?

certo, ma potrei essere un po' in ritardo.

i miei genitori sono appena tornati a casa, quindi devo aspettare che si addormentino :(

ah ok!

mandami un messaggio quando stai per arrivare

k, ci vediamo e ti amo! <3

t-ti amo a-anch'io, ji

ho appena assistito a zhong chenle balbettare in un messaggio?

c-CHIUDI LA BOCCA > :(

ho urlato

- 🐬 -

dopo aver aspettato che i suoi genitori e jaemin si addormentassero, jisung saltò giù dal letto e si infilò una felpa mentre afferrava il telefono e usciva. si tirò il cappuccio sopra la testa e camminò silenziosamente giù per le scale, supplicando che non stesse facendo troppo rumore.

rimase fermo per un secondo, cercò di captare qualsiasi movimento proveniente dal piano di sopra. eppure, vedendo che non avvenne nulla, uscì di casa con successo. emise un sospiro di sollievo, estrasse il telefono dalla tasca dei suoi pantaloni e mandò un sms a chenle avvertendolo che stava arrivando.

ricevette una risposta quasi immediatamente, poi iniziò a camminare nella notte buia e fredda per incontrare il suo ragazzo.

silenziosamente, jisung rifletté su ciò di cui chenle voleva parlare ad un'ora così strana.

e, naturalmente, pensò al peggio del peggio.

'romperà con me?'

'deve tornare in cina?'

'gli piace ancora jieun e ha accettato la mia confessione solo perché provava pietà?'

le domande sulle numerose possibilità continuavano a venirgli in mente come proiettili che gli colpivano il petto. quindi, nell'arco di dieci minuti, jisung aveva già capito che ciò che stava per avvenire non era niente di buono. l'altro l'aveva sicuramente chiamato per porre fine alla loro relazione.

si morse il labbro violentemente mentre entrava nel parco dove avrebbe dovuto incontrarlo, e già il suo cuore batteva forte per la paura.

ad ogni passo che faceva, si sentiva come se stesse andando a morire.

i suoi occhi individuarono il verde seduto su una panchina, leggermente tremante poiché era coperto solo da una giacca sottile, una maglietta e dei pantaloni. come per istinto, jisung corse automaticamente verso di lui e lo avvolse in un caldo abbraccio.

sì, i pensieri negativi ancora vagavano nella sua testa, ma non riuscì a resistere all'impulso di circondare il più grande col suo calore.

"per quanto tempo hai aspettato qui, lele? sei gelido." mormorò nell'incavo del collo di chenle.

"sono passati solo pochi minuti." sussurrò lui.

"non mentire lele. so che sei qui da più di qualche minuto."

jisung lo sentì sospirare, poi si allontanò dal più alto.

tramite quei gesti, il minore capì che le cose non sarebbero finite bene.

❝ 𝐂𝐇𝐄𝐑𝐑𝐘 𝐊𝐈𝐒𝐒𝐄𝐒 ❞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora