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DODICI

DODICI

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"puoi smetterla di prendermi in giro?" piagnucolò chenle mentre renjun continuava a parlare e riparlare di quanto jisung fosse ossessionato da lui.

"no. non dopo che mi hai chiesto di conservare quella corona di fiori che ti ha fatto." disse renjun, subito dopo aver tirato fuori il suo libro di storia e averlo messo sulla scrivania.

"cosa c'è di così sbagliato nel voler preservare un prezioso ricordo che ho vissuto con il mio migliore amico?"

"oh, non c'è niente di sbagliato. è solo che non l'hai mai fatto per nessuno di noi." gli fece notare il grande, vedendo le guance dell'altro colorarsi di rosso.

"chi ha detto che non posso iniziare a farlo ora eh? inoltre i fiori sono molto belli, chi non vorrebbe tenerli con sè?"

renjun gli sorrise consapevole di ciò che stava tentando di nascondere. forse non lo conosceva da tanto tempo come jisung, ma sapeva benissimo che finalmente stava realizzando i suoi sentimenti per il minore.

chenle avrebbe anche potuto non saperlo o non realizzarlo appieno, ma gli piaceva jisung da un bel po'. anche quando usciva con jieun. 'era solo tremendamente confuso' fu l'ipotesi di renjun. perchè lui aveva visto come il ragazzo guardava jisung e come si comportava intorno a lui, e in tutta onestà, se quello non era amore, non sapeva cos'altro potesse essere.

la giornata trascorse senza troppi intoppi per il giovane dai capelli verdi. oltre al lavoro scolastico che doveva svolgere, tutto filò perlopiù liscio. stava andando bene, almeno fin quando non andò a prendere jisung dal suo corso di ballo a fine giornata scolastica.

voleva uscire e fermarsi alla sala giochi insieme a lui dopo le lezioni, così decise di andare a prenderlo.

entrando nello studio, udì che c'era già qualcuno che stava conversando nella stanza. non intendeva origliare, successe per sbaglio.

"uno, due, tre, quattro, uno, due, tre, quattro, uno, due, tre, quattro." era jisung.

"abbiamo finito adesso? sono sfinita." pronunciò una voce femminile, sospirando pesantemente.

"beh, voglio dire, puoi andartene se vuoi. ma io resto qui ad esercitarmi ancora un altro po'." rispose.

un teso silenzio invase la sala da ballo finché la ragazza non parlò.

"uhm, jisung, ho qualcosa da dirti in realtà." sembrava agitata, perfino nervosa.

"huh? spara."

"vorresti... vorresti venire ad un appuntamento con me? mi piaci da molto tempo e ho pensato che forse mi darai una possibilità." per qualche ragione, tutto ciò suscitò un sentimento molto negativo in chenle.

non era sicuro di cosa fosse, ma sperava davvero che l'altro dicesse di no.

"mi dispiace minyoung, mi piace qualcun altro. potrebbe non ricambiare mai i miei sentimenti ma-"

"allora lascia che li ricambi io per te!" quasi urlò lei, tagliando corto.

una piccola pausa risuonò tra quelle pareti, poi jisung riprese a parlare "non voglio farti questo. sei una mia amica e non voglio che tu finisca col farti del male."

"allora puoi darmi solo un bacio? voglio che sia tu a portarmi via la mia prima volta, e se me lo dai, prometto di non disturbarti mai più."

chenle stava per sfondare la porta e impedire che accadesse qualcosa, ma il suo corpo decise di non muoversi in alcun caso. era come se i suoi piedi lo tenessero radicato al pavimento, costringendolo a stare lì e ascoltare. fu una completa tortura.

dall'interno, il minore non sapeva cosa fare - minyoung si fermò di fronte a lui con occhi supplicanti. stava combattendo con se stesso. avrebbe dovuto esaudire il suo desiderio in modo che smettesse di pressarlo? o lasciare la situazione in sospeso?

decise per l'ultima opzione, ma park jisung era semplicemente troppo buono. e quello, da un lato, era uno dei suoi più grandi e pericolosi difetti.

il ragazzo si diresse lentamente verso l'amica, fermandosi proprio di fronte a lei, e con le mani tremanti le prese le guance. aveva in programma di darle un rapido bacio e di allontanarsi subito dopo, ma lei evitò che le cose andassero come previsto.

proprio mentre jisung stava per staccarsi dal bacetto, minyoung gli avvolse le braccia attorno al collo, tirandolo indietro e aumentando la durata del contatto. per tutto il tempo, il giovane si sentì così a disagio mentre la sentiva muovere le labbra contro le sue.

sì, quella fu la definitiva conferma che fosse dannatamente gay. la parola etero non rientrava proprio nel suo vocabolario.

alla fine, la allontanò da sé.

"che diavolo minyoung?"

"m-mi dispiace, mi sono lasciata trasportare.."

jisung sospirò e afferrò le sue cose, precipitandosi fuori dalla stanza.

nel momento in cui uscì da lì dentro, incontrò un chenle scioccato e appoggiato al muro. il panico si propagò nelle sue vene, mentre pensò che il grande avesse appena visto e sentito tutto ciò che era accaduto tra lui e minyoung.

d'altra parte, quest'ultimo era sbalordito. avevano fatto quello che pensava? jisung aveva baciato minyoung come lei aveva chiesto?

ma anche se l'avesse fatto, perché avrebbe dovuto interessargli? jisung era il suo migliore amico, gli era permesso corteggiare chiunque volesse. e questo lo portò al pensiero della sua confessione, avvenuta non molto tempo prima.

se aveva davvero una cotta per lui, allora perché aveva baciato un'altra persona?

'idiota. non l'hai tecnicamente rifiutato quando si è confessato?'

era vero. chenle l'aveva respinto, perciò non aveva nessun diritto per sentirsi così.

"lele? stai bene?" chiese jisung, agitando una mano davanti al suo viso per riportarlo alla realtà.

"huh? sì! sono solo un po' stordito. vuoi venire alla sala giochi con me?"

per il momento il maggiore decise di mettere da parte quei pensieri, schiaffeggiandosi di nuovo mentalmente.

❝ 𝐂𝐇𝐄𝐑𝐑𝐘 𝐊𝐈𝐒𝐒𝐄𝐒 ❞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora