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UNDICI

UNDICI

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le settimane passarono e la notizia della rottura tra i due fidanzati si diffuse in tutta la scuola a macchia d'olio, proprio come un incendio. la maggior parte degli studenti era sotto shock, altri invece se lo aspettavano. quest'ultimi erano probabilmente le persone che conoscevano la storia di jieun e gli innumerevoli cuori che aveva già spezzato.

ma quella, quella fu la prima volta tra tutte. la ragazza venne mollata per prima, anzicchè essere lei a mollare.

attraversò a fatica i corridoi, vedendo ancora gli occhi degli altri giudicarla in continuazione. era come se avesse innumerevoli bersagli sul corpo o qualcosa del genere, e loro volessero abbatterla. brontolò sottovoce mentre si lasciava cadere sul banco.

dalla sua postazione, vide chenle sorridere e ridere liberamente con il suo piccolo gruppo di amici. sembrava così felice. più felice di quanto fosse mai stato con lei.

perché anche lei non poteva riprendersi in quel modo? alla fine lo aveva soltanto usato.

- 🐬 -

"perché siamo in un giardino fiorito ji?" chiese chenle, la confusione riempiva completamente le sue parole.

anche se era confuso, doveva ammettere che quel posto era magnifico. con tutti i colori vivaci e allegri che lo decoravano, gli fece davvero apprezzare madre natura più di quanto avesse mai fatto prima.

"per tirarti su di morale, stupido. so che a scuola puoi sembrare felice e spensierato, ma non lo sei. almeno non così tanto come cerchi di far credere." spiegò jisung.

sinceramente chenle non si aspettava che il piccolo notasse che non stava poi così bene. pensava di essere riuscito a nasconderlo abbastanza, ma a quel punto immaginò di sbagliarsi.

"è dolce da parte tua, ma perché un giardino fiorito?"

"perché non solo è un posto tranquillo, esteticamente qui è fantastico. e so che sei fissato con queste cose lele."

il grande ridacchiò leggermente "continua a sorprendermi su quanto tu mi conosca. è una cosa carina."

un rosa chiaro spolverò le guance del minore. era così ovvio?

chenle gli diede un'occhiata e gli pizzicò la guancia.

"ow! questo ha fatto male lele." jisung fece il broncio mentre si strofinava il viso.

"smettila di comportarti come un bambino e andiamo, okay?"

e così, i due entrarono nel giardino semi-deserto. immediatamente incontrarono bellissime siepi potate in modo da fargli assumere la forma di diversi animali, con fiori che adornavano i dettagli.

"guarda! sei tu pwark!" il verde indicò una piccola siepe di pulcini e iniziò a ridere.

jisung schiaffeggiò scherzosamente il braccio del maggiore e arricciò il naso. l'altro continuava a ridere, sentendosi molto più leggero di quanto avesse mai fatto nelle ultime settimane.

subito dopo cominciarono ad avanzare nel giardino, chenle smise di ridere e un silenzio confortante si stabilì tra i due. rimasero in quel modo fino a quando non incontrarono un ampio e spazioso campo di fiori. nonostante fosse autunno, lì le piante erano ancora vive e vegete come lo erano in primavera e in estate.

un'idea spuntò nella mente del più giovane e diede un colpetto al braccio di chenle con il gomito, le mani ancora infilate nella tasche della sua felpa con cappuccio.

"cosa?"

"facciamo delle corone di fiori." suggerì jisung già correndo verso il campo, mentre faceva un brainstorming di tutte le idee che gli erano venute in testa.

il maggiore scosse la testa e sorrise affettuosamente al ragazzo, nel frattempo si diresse a passi lenti verso una piantina di zafferano dalle mille sfumature. quei fiori gli ricordarono quando jisung aveva deciso di tingersi i capelli di blu.

ridacchiò al solo pensiero, rievocando anche quanto sua mamma fosse arrabbiata per quella pazzia. non uscì di casa per settimane tranne che per andare a scuola, perciò gli era toccato andare più spesso a fargli visita.

il ragazzo dai capelli verdi si inginocchiò nel cespuglio, raccogliendo dei fiori per iniziare la sua coroncina. cominciò a intrecciare gli steli, assicurandosi di essere molto attento mentre lo faceva. era così concentrato che non si accorse nemmeno del gesto di jisung, che gli rubò l'ornamento dalle mani e lo indossò fiero.

il più piccolo aveva fatto la sua corona con i fiori di coreopsis, il significato che avevano gli ricordava il grande - sempre brillante e allegro. la mise in testa a chenle e si spostò al suo fianco, tirando fuori il telefono per scattare una foto.

sentendo il clic della fotocamera, il maggiore si riprese dalla sua breve trance e alzò gli occhi con un sorriso malizioso.

"aw, guarda qui, sei adorabile!" disse jisung, mostrandogli la foto appena immortalata.

"yah! eliminala, sembro un babbuino!" strillò invece il diretto interessato e si avventò sul giovane, allungando la mano verso il suo telefono per afferrarlo.

jisung rise semplicemente beato mentre allontanava sempre più il braccio in modo che chenle non potesse raggiungerlo.

il grande era così preso dalla voglia di raggiungere quel dannato telefono, che non si rese neppure conto della posizione in cui si trovavano. se avesse abbassato semplicemente lo sguardo, si sarebbe ritrovato faccia a faccia con l'altro.

jisung teneva gli occhi chiusi dalle risate, quindi non si accorse di ciò che sarebbe potuto accadere se chenle avesse spostato la testa verso di lui. quando iniziò a ricomporsi e ad aprire gli occhi, incontrò quelli spalancati dell'altro.

chenle si era reso conto della situazione un po' di tempo prima, ammirando distrattamente il momentaneo stato gioioso del ragazzo. la leggera piega vicino ai suoi occhi, il suo naso arricciato e il suo splendido sorriso. in quel momento, jisung era tutto ciò a cui poteva pensare.

il dolore persistente della rottura che aveva subito in quei giorni, sembrò scomparire come se non fosse mai esistito e venne sostituito da una piacevole, seppur sfocata, sensazione di calore.

rimasero lì, fissandosi l'un l'altro, per ben cinque minuti.

"sei carino con questo in testa lele." jisung ruppe finalmente il ghiaccio, la sua voce calma e delicata.

"con cosa?"

il ragazzo alzò la mano, tolse un fiore dalla coroncina indossata dal verde e lo posò sul suo orecchio, spostando un po' indietro una ciocca di capelli. tutto ciò che chenle riuscì a fare fu rimanere fermo e lasciare che il suo sguardo seguisse i movimenti dell'altro.

senza molta consapevolezza, jisung fece scivolare la sua mano sulla guancia del grande e la accarezzò. il suo pollice passò dolcemente sulla pelle ormai arrossata, sentendo bene quanto fosse diventata calda.

"perchè sei così perfetto?" sussurrò, ancora immerso nel suo mondo.

chenle lo sentì forte e chiaro e, a dirla tutta, fu lusingato al massimo. ovviamente aveva già ricevuto complimenti in passato e li aveva accettati con un sorriso timido e un piccolo 'grazie'.

ma per qualche motivo, jisung aveva questo effetto su di lui. un effetto che non poteva spiegare né controllare.

❝ 𝐂𝐇𝐄𝐑𝐑𝐘 𝐊𝐈𝐒𝐒𝐄𝐒 ❞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora