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VENTISETTE

VENTISETTE

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"zhong jianyu, qui per visitare zhong yue, giusto?" chiese l'addetto alla reception, guardando il padre di chenle.

"uh, sì. abbiamo preso l'appuntamento per le 15:00."

"va bene allora, la donna dovrebbe essere nella sua stanza. potete proseguire, signore." detto ciò, chenle e suo padre partirono in direzione della suddetta stanza.

il giovane seguì suo padre da dietro, gli occhi che curiosamente scrutavano quel luogo come se fosse un museo. c'erano donne e uomini che vagavano per le camere, chiacchierando tra loro.

e pensare che quelli erano solo gli ex detenuti.

si concentrò di nuovo su dove stavano andando. passarono ancora pochi minuti, poi suo padre si fermò davanti ad una porta con i numeri 1122 incisi sopra.

jianyu guardò suo figlio, e dopo aver percepito il suo nervosismo, gli diede silenziosamente un po' di incoraggiamento. "andrà tutto bene, figliolo. sarà tanto felice di vederti."

anche se tremava leggermente e la sua mente a momenti andava in black out, lui annuì fiducioso. proprio dietro quella porta c'era sua madre, la stessa che non incontrava dall'ultimo anno di scuola media.

non vedeva l'ora di rivedere quel suo confortante sorriso o di provare di nuovo i suoi caldi abbracci.

alla fine suo padre bussò alla porta aspettandosi di sentire un permesso per entrare, ma nessuno parlò. quindi bussò di nuovo, questa volta un po' più forte.

solcando le sopracciglia, guardò chenle "forse è andata in bagno?"

"forse. dovremmo aspettarla dentro allora?" suggerì chenle, mentre l'adulto annuiva.

afferrò la fredda maniglia di metallo, la girò e aprì la porta.

e che spettacolo fu.

"m-mamma?" il giovane spalancò gli occhi, le lacrime si stavano già facendo strada nei suoi occhi.

respirare. chenle non riusciva a respirare in maniera corretta, la sua piccola mano tremava violentemente mentre cercava di aggrapparsi allo stipite della porta e mantenere l'equilibrio.

zhong yue era sdraiata sul suo letto, immobile e bianca. il braccio sinistro, disteso al lato del corpo, fece in modo che i due vedessero il grosso segno dell'ago sulla pelle ormai pallida. l'altro braccio invece poggiava sulla parte superiore dello stomaco, una siringa appena inserita nella vena.

jianyu emise un singhiozzo strozzato e corse fuori per trovare un qualsiasi tipo di aiuto, lasciando suo figlio a subire l'orrida vista di sua madre.

guadagnando un po' di forza, chenle inciampò sul comodino della camera e vide della polvere biancastra contenuta in una piccola borsa, pezzi di pellicola buttati ovunque. si voltò per guardare sua madre.

la sua faccia era pallida come quella di un cadavere, come se le fosse stata risucchiata la vita.

il ragazzo non sapeva cosa fare o pensare. così tante emozioni stavano attraversando il suo corpo allo stesso tempo, come un uragano tropicale. il suo petto si irrigidì quando le lacrime calde iniziarono finalmente a scendergli dal viso.

"mamma.. cosa è successo?" parlò piano, con voce rotta.

inginocchiandosi accanto al suo capezzale, prese la mano tesa della mamma. erano fredde, così fredde, come se stesse toccando il ghiaccio puro.

i suoi occhi si posarono sul segno dell'ago, che sembrava più una specie di ferita da proiettile. il sangue secco lo circondava ramificandosi, facendogli venire letteralmente voglia di vomitare.

perché sua madre avrebbe dovuto farlo? da quello che sapeva stava andando tutto bene, persino meglio del previsto. conoscendola, non avrebbe mai rifatto una cosa del genere. allora perchè? perché era finita così?

la mente di chenle era invasa da mille domande senza risposta, per un attimo credette di impazzire.

"chenle." la voce di suo padre interruppe i suoi pensieri orribili, mentre guardava indietro per vedere due impiegati scioccati sulla soglia della porta.

"ragazzo, per favore allontanati subito dalla paziente. abbiamo bisogno di un medico immediato, chiamate l'ambulanza." disse uno dei lavoratori, mentre l'altro chiamava il 119.

prima di alzarsi, il verde frugò nella tasca della sua felpa e tirò fuori una caramella di colore rosa. la mise con cautela nella mano vuota di sua madre, poi la portò tremante verso le sue labbra e le posò un bacio morbido sulle dita. indietreggiò e i lavoratori li portarono via.

il cuore gli faceva così male, le lacrime scorrevano ancora lungo le guance. le mani gli si strinsero in pugni stretti.

sentì suo padre che lo girava e lo avvolgeva in un abbraccio pieno di calore, nella speranza di spazzare via tutta la freddezza che ormai si era insinuata nel suo cuore. anche l'uomo aveva le lacrime che gli cadevano sul viso, non si sarebbe mai aspettato quella vista prima di spalancare quella porta. in realtà, se lo avesse saputo, non avrebbe mai lasciato che suo figlio vedesse sua madre in quello stato pietoso.

sapeva che per lui era troppo da gestire. troppo da dover sopportare.

"è okay chenle, andrà tutto bene. verrà portata in ospedale, la cureranno e tornerà tutto alla normalità."

ma entrambi sapevano che non sarebbe andata così. affatto.

- 🐬 -

"yo, chenle non dovrebbe essere qui ormai?" chiese donghyuck, oziando sul divano mentre scorreva il suo feed twitter.

"sì, è in ritardo di un'ora." sottolineò mark.

jisung si strinse semplicemente nelle spalle. lui stesso stava iniziando a diventare un po' ansioso. aveva già mandato degli sms a chenle chiedendogli dove fosse, ma il ragazzo non aveva risposto e stava iniziando seriamente a preoccuparsi.

era stanco di aspettare, qualcosa non andava e aveva bisogno di sentire la voce dell'altro per sapere che stesse bene. il suo ginocchio rimbalzò su e giù mentre fissava il telefono che stringeva tra le mani, in attesa di vedere almeno un 'letto' sotto i suoi messaggi inviati.

"ehi, visto l'orario forse se n'è semplicemente dimenticato?" suggerì jeno, cercando di alleggerire l'umore agitato del più giovane.

"se fosse stato così avrebbe almeno contattato jisung, jeno." lo contraddì renjun.

"allora dove potrebbero essere chenle e suo padre?" interrogò jaemin.

la sua risposta fu rapidamente interrotta quando il telefono di jisung iniziò a vibrare. il proprietario rispose immediatamente "signor zhong! dove-"

"vieni subito in ospedale. mio figlio non è nelle migliori condizioni al momento e penso che abbia bisogno di te al suo fianco."

❝ 𝐂𝐇𝐄𝐑𝐑𝐘 𝐊𝐈𝐒𝐒𝐄𝐒 ❞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora