PROLOGO: LIBERTY; PARTE DUE (THEODORE)

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Come ogni uomo che torna ad essere libero dopo un lungo periodo di detenzione, anche io ho le mie esigenze personali e così, dopo aver speso una parte dei miei settantuno dollari e trenta centesimi per affittare la camera di un motel, mi siedo davanti allo schermo del mio laptop e trascorro la maggior parte della mattinata a sgranocchiare patatine ed a navigare su siti per 'incontri romantici'.

E questo finché, improvvisamente, nell'angolo in basso a destra non compare un piccolo promemoria che mi ricorda di un appuntamento che ho per il giorno seguente.

Un appuntamento che non ricordo di aver fissato durante la mia ennesima permanenza dietro le sbarre di una cella, soprattutto perché non avevo con me il laptop.

Socchiudo gli occhi e muovo appena le labbra, leggendo velocemente ciò che c'è scritto all'interno del piccolo quadrato grigio, su cui spicca il disegno di un orologio: Dr Whitcombe, Direttore di Ricerca Prostesi, Università Delane.

Sotto questa riga ci sono un indirizzo e l'orario dell'appuntamento, ed è proprio quest'ultimo a farmi sorgere qualche dubbio riguardo ad una possibile trappola: nove e trenta di sera.

Chi mai fisserebbe un appuntamento alle nove e trenta di sera?

Ma ancora una volta, come nel caso della misteriosa busta gialla, la curiosità ha il sopravvento su di me e la sera seguente mi ritrovo nell'ufficio di una clinica privata, seduto su un'elegante poltrona di pelle, a fissare un uomo di circa quarantacinque anni, visibilmente a disagio a causa della mia presenza.

"Voglio essere sincero con lei, signor Bagwell: so chi è e quello che ha fatto. Personalmente ritengo che mostri come lei meritano solo di..."

"Di trascorrere il resto della loro vita dietro le sbarre di una cella" dico, completando la frase al posto suo "ormai conosco questo ritornello a memoria, e scommetto che ha a che fare con l'orario bizzarra del nostro appuntamento. Immagino che l'ultima cosa che vuole un professionista come lei, dottor Whitcombe, sia di essere visto in compagnia di una persona come me, e questo non fa altro che accrescere la mia confusione: se questo è il suo pensiero nei miei confronti, per quale motivo siamo qui?".

A questo punto Whitcombe inizia a sciorinare una serie incomprensibile di termini tecnici per spiegarmi con esattezza di che cosa si occupa e qual è lo scopo delle sue ricerche in campo di Prostesi; fortunatamente nota la mia espressione perplessa e semplifica il tutto mostrandomi un'immagine molto chiara: ritrae un uomo, con una protesi cibernetica al posto della mano sinistra, che riesce ad allacciare una scarpa senza la minima difficoltà.

"Questo è il frutto delle mie ricerche. Posso rendere questo realtà grazie ad alcuni microchip da inserire nel cervello. Sfortunatamente, interventi come questo richiedono fondi consistenti di cui l'Università è sprovvista... Ma nel mio caso c'è stato un risvolto inaspettato: ho ricevuto un milione di dollari per procedere con l'intervento, ma ad una condizione. Il primo beneficiario di questa nuova tecnologia deve essere lei, signor Bagwell. Ho prenotato una sala operatoria per lunedì sera, è libero di fare ciò che vuole, dopotutto la mano è sua...".

La notizia mi coglie così impreparato che per qualche istante resto in silenzio, prima di alzarmi e raggiungere una finestra.

Osservo la protesi di plastica che sostituisce la mia mano sinistra da sette anni ormai, la stessa che ho rubato ad un veterano quando ero un evaso ed un ricercato: la superficie non è più liscia a causa di numerose tacche che io stesso ho inciso per contare i giorni che mi separavano dal termine della mia pena.

"Per mano tua potrai conoscere le glorie della tua progenie..." mormoro, ricordandomi improvvisamente delle parole scarabocchiate sul foglio.

Behind The Eyes; Prison Break (✔️) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora